"Il mio casco per Andrea Iannone"
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"Il mio casco per Andrea Iannone"

Tatuatore di professione, "Alle" Bonaccorsi ha vinto un concorso per disegnare il casco che il pilota della Ducati indosserà in MotoGp a Indianapolis

Alessandro Bonaccorsi non ha mai avuto paura delle sfide. Anzi, le ha sempre cercate e spesso le ha vinte grazie alla fiducia nel suo talento. Come accaduto per il concorso lanciato da Agv, noto marchio di caschi per motociclisti: "Scendi in pista a Indianapolis con Andrea Iannone", annunciava il bando. In pratica, Agv dava la possibilità ai tanti appassionati italiani di MotoGp di disegnare il casco che il pilota della Ducati indosserà appunto dal 16 al 18 agosto in occasione del weekend motoristico di Indianapolis. 

Una giuria di esperti,  Iannone in testa, ha valutato le proposte arrivate in Agv e... Alessandro da Limidi di Soliera, un paesino in provincia di Modena, ha visto la sua idea tagliare il traguardo davanti a tutte le altre. A dire il vero, un vantaggio in termini di grip artistico ce l'aveva: sì, perché Alessandro è un tatuatore assai quotato a livello internazionale con il nome di "Alle Tattoo", come dimostrano i tanti trofei che ha collezionato in 25 anni di carriera, ai quali si aggiunge ora il disegno del casco di Iannone.

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Alessandro, a qualcuno la tua sembrerà una vittoria già scritta...

"No, vittoria già scritta no, perché da buon sportivo sono convinto che le gare si vincano soltanto al traguardo, mai prima. Siamo dei professionisti, facciamo sempre del nostro meglio. Poi, chiaro, se si vince, non possiamo che essere felici. Proviamo tutte le strade. E a volte, come in questo caso, ci va bene. Diciamo che probabilmente abbiamo un karma molto potente, ecco". 

Com'è nata l'idea che ha convinto la giuria?

"Comincio col dire che quello di Indianapolis è un circuito spettacolare. Sia per il circuito in sé sia perché gli Stati Uniti sono un altro dei nostri grandi punti di riferimento. Ci sono stato anche quest'anno e per me è sempre un piacere andare da quelle parti. E poi c'era Iannone, che non sta attraversando un momento felice e che deve fare il possibile per rialzare la testa. Faccio il tifo per i piloti di casa nostra e sarei felice di vedere Iannone andare forte. Quel 'I want you' sul casco del pilota Ducati rappresenta proprio questo: vogliamo puntare su di te, vogliamo che tu sia carico. Perché il nostro sostegno ce l'avrai sempre". 

Tanta America e pure un omaggio a Kubrick: sul casco trova infatti spazio anche il severissimo sergente Hartman di "Full Metal Jacket".

"Sì, vero, l'abbiamo disegnato - io e i raggazzi che lavorano con me - in modo che avesse un fare ironico. Volevamo rappresentasse un incitamento, uno stimolo a fare bene. Il film di Kubrick è uno dei più amati dalla mia generazione (ndr, Alle ha 38 anni). Per noi tatuatori, poi, è un ottimo riferimento per gli Stati Uniti. Quando penso agli americani, mi vengono in mente 'Arancia meccanica', Elvis Presley e, per l'appunto, 'Full Metal Jacket'. Per la verità, però, devo dire che fino all'ultimo sono stato indeciso tra il sergente Hartman e Frankenstein junior. Ha vinto il primo perché il secondo era difficile da inserire su un casco motociclistico". 

È il primo casco che disegni?

"No, ne avevo già disegnati o suggeriti altri. Diciamo però che quello per Iannone è il primo casco che vedo realizzato sulla base di una mia idea originale. Ho fatto altre cose in ambito motoristico, come ad esempio le T-shirt per Tony Cairoli (ndr, il campione del mondo di motocross). Ma un progetto simile no, non ero ancora riuscito a portarlo a termine". 

Il tuo rapporto con la MotoGP?

"Molto diretto, perché seguo le corse in giro per il mondo spesso e volentieri. Sono andato diverse volte in Qatar, a Brno, a Barcellona, al Mugello. Quest'anno sono andato anche a vedere i test di inizio stagione a Jerez de la Frontera. Sono amico dei meccanici di Valentino Rossi e di Marc Marquez, li vado spesso a trovare nel paddock e ammetto di essere un ospite privilegiato. Mentre in passato sono stato molto vicino a Marco Simoncelli".

Puoi dirci di più del tuo rapporto con il "Sic"?

"Ci siamo visti molte volte. Ero con lui anche quando ha vinto il Mondiale in Malesia (ndr, 2008). Ho anche la maglietta che mi ha regalato in quell'occasione, ma non l'ho mai messa, ho preferito incorniciarla. Insomma, era un mio amico a tutti gli effetti. Sono sempre stato molto vicino al suo modo di intendere le corse in moto. Mi piaceva molto la sua idea di declinare la vita nel quotidiano, giorno per giorno. Il nostro motto, il mio e delle persone che lavorano con me, continua a essere 'live fast, die fun' (ndr, vivi come se fosse il tuo ultimo giorno)".

Pedrosa, Lorenzo, Rossi, Marquez, chi occupa il primo posto della sua personale classifica di gradimento?

"Lorenzo per me è il n°1. Ha qualcosa più degli altri. E' un fenomeno, non saprei cosa altro aggiungere. E poi, a mio parere c'è Stefan Bradl, che considero uno dei piloti più completi della MotoGp. Mi piace un sacco, anche per come si pone nei confronti delle gare. È sempre molto umile ma allo stesso tempo determinato. Credo che Cecchinello (ndr, team leader di LCR) abbia trovato un pilota super. Chiaro, anche nelle moto è il business che fa andare avanti le cose. Per cui, mi auguro per lui che presto gli venga consegnata una moto che gli permetta di giocarsi le gare fino in fondo".

Troppo facile immaginare che tra i suoi clienti siano in molti coloro che le hanno chiesto un tatuaggio che ha a che fare con la MotoGp...

"Proprio così, sono tantissimi. Che mi chiedono soprattutto di trovare delle soluzioni curiose e magari inedite per tatuargli sul corpo i numeri del loro campione. Inutile dire che il 46 di Valentino va per la maggiore. E come dicevo prima, tra i miei clienti ci sono anche moltissimi addetti ai lavori, dai meccanici agli ingegneri di pista. Sono in molti a essere passati dal mio studio. E non posso che esserne felice, ovviamente". 

Le richieste più curiose per un tatuaggio a tema motoristico?

"Un pistone su entrambi i polpacci, per dare la sensazione di movimento. Poi il motore della Ducati che esce dal petto. Ma c'è anche un caro amico che mi ha chiesto di tatuargli la chiave di accensione sulla tempia. E per entrare nei primati, c'è pure chi si è fatto tatuare tutta la carriera di Valentino Rossi sul corpo: fantastica, proprio come nella realtà". 

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Dario Pelizzari