Lucchinelli: “Lorenzo? Se ha paura faccia altro”
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Lucchinelli: “Lorenzo? Se ha paura faccia altro”

Per l'ex gloria delle due ruote tricolori, il campione della Yamaha non ha attenuanti per giustificare il pessimo avvio di stagione nella MotoGp

Un lampo al Mugello, quando ha tenuto testa finché ha potuto a sua maestà Marc Marquez, un sussulto di tutto rispetto a Termas de Rio Hondo, in una gara apertissima fino all'ultima curva, poi il silenzio, rotto qua e là da rincorse che hanno prodotto più sbadigli che applausi. Per non parlare della partenza in solitaria ad Austin, un salto nel vuoto per un pilota del suo talento. Nelle prime otto gare della stagione, Jorge Lorenzo ha smesso gli abiti del fuoriclasse per indossare quelli meno confortevoli e gradevoli della comparsa. Per il campione del mondo 2012 - che ad Assen ha tagliato il traguardo al 13° posto, ritiri a parte il peggior risultato della sua carriera nella MotoGp - è un momento no. Cosa gli sta succedendo?

“Quest'anno sembra la brutta copia del bel pilota che era quando andava forte – spiega a panorama.it, Marco Lucchinelli, re della 500 nel 1981 - Avrà anche dei problemi, però ha sempre una moto che può e deve stare davanti. E sì, sarà pure stato onesto a dire che ha paura di cadere, ma se le cose stanno così può anche smettere e stare a casa, nessuno lo obbliga a prendere soldi in questo modo. Se corri in moto a questo livello, devi farlo perché ti diverti e perché vuoi arrivare davanti agli altri, altrimenti meglio fare altro”.

“Siccome non lotto per il mondiale, l'idea di potermi fare male come un anno fa mi ha ha fatto chiudere il gas”, le parole che chiudono il cerchio.

“Se non corre per il titolo, dovrebbe avere la mente libera per dimostrare di non essere da meno dei migliori. Ai miei tempi si ragionava così. Per meritare le moto ufficiali e i soldi, si dava il gas e si faceva tutto il possibile e pure di più per far vedere quanto si valeva. E' troppo facile prendere solo il buono. I piloti oggi possono dire quello che vogliono e va sempre bene tutto. Non è mica così che funziona”.

Ad Assen, il pilota della Yamaha ha fatto fatica ad avere la meglio su Danilo Petrucci, la conferma che qualcosa non torna.

“Non è ammissibile che una moto ufficiale faccia questa fatica. D'accordo, Lorenzo ha dei problemi che per lui non saranno facili da affrontare, ma non è parlandone che si risolvono. Deve dare gas fino in fondo e senza riserve. Valentino ha 36 anni, su di lui possiamo dire di tutto ma è ancora lì che dimostra di avere la voglia di stare davanti. Che Lorenzo prenda esempio dal suo compagno di squadra”.

Un infortunio come quello di cui è stato vittima Lorenzo può davvero condizionare pesantemente le prestazioni in pista?

“Si è rotto una clavicola, a me è successo otto volte. Non è che per questo ho smesso di correre o avevo paura di dare il meglio in gara. Lorenzo non ha battuto la testa, anzi, subito dopo l'infortunio è tornato in pista e ha fatto benissimo. Quindi, bravo quando fa i miracoli, ma adesso sembra quei giocatori di calcio che si lasciano cadere dopo aver ricevuto un calcetto. Non è più tempo delle parole, servono i fatti”.

Dalle pacche sulla spalla dei primi tempi alle frecciate a mezzo stampa delle ultime settimane: tra il Dottore e Lorenzo è finito l'idillio.

“I due piloti della Yamaha hanno sempre fatto fatica ad andare d'accordo. Si sono ritrovati in squadra senza fare salti di gioia. Non si piacevano prima e non si piacciono nemmeno ora. Sono in competizione e sentono la pressione. Succede sempre così. Tra Marquez e Rossi non ci sono problemi perché la differenza d'età è grandissima. Si sopportano perché lo spagnolo vede in Valentino il campione che ammirava quando era piccolo e il Dottore vede in lui il suo erede. Altrimenti, le cose andrebbero diversamente, ne sono convinto”.

Rinnovo sì, rinnovo no, rinnovo forse. Lorenzo vuole correre ancora per la Yamaha, ma alle sue condizioni. Se continua così, farà fatica a spuntarla.

“Per come la vedo io, se non comincia a fare sul serio può andare altrove. Se fossi il responsabile corse della Yamaha, ragionerei in questi termini. Altro che seguire le sue indicazioni e aspettare la sua decisione. E poi, se cambia, può solo andare indietro, perché in Ducati e in Suzuki gli toccherebbe fare degli sviluppi e in queste situazioni si cade sempre di più. Insomma, quando le cose non girano per il verso giusto, si diventa ancora più antipatici e brutti”.

Twitter: @dario_pelizzari

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Dario Pelizzari