Aleix Espargaró: "La moto è come un libro, mi rilassa"
Stefano Biondini
Lifestyle

Aleix Espargaró: "La moto è come un libro, mi rilassa"

Intervista a ruota libera con uno dei piloti più originali e veloci della MotoGP, atteso questa stagione al definitivo salto di qualità

L'adrenalina è la benzina di un pilota, ma ad Aleix Espargaró - catalano, classe 1989- correre in moto fa anche l'effettoopposto: "Mi mette in pace con me stesso e il mondo", ci rivela subito.

Di solito, invece, come sei?
"Molto agitato! Se ho un'ora libera, mi metto a fare sei cose diverse. Sono così da sempre, anzi, da piccolo ero un vero tormento e mia madre era disperata. In classe non stavo fermo un attimo, per fortuna nel rendimento non davo problemi: con lo studio me la cavavo abbastanza e non sono mai stato bocciato. Mi sono placato un po' proprio dalla prima volta che ho aperto il gas".

Le due ruote per te sono un tranquillante, insomma.
"Perché non vorrei essere da nessun'altra parte. Amo la moto alla follia e, con le manopole tra le dita, mi sento una meraviglia".

Se non fossi diventato un pilota?
"Forse sarei un giornalista sportivo. Adoro lo sport, seguo qualsiasi disciplina, anche se ho un debole per il calcio - da buon catalano, tifo Barcellona - e scrivere. Per adesso a dire il vero non ho scritto una riga, ma un giorno sono sicuro che mi dedicherò a un'autobiografia. Soltanto se avrò del materiale interessante, eh, non voglio pubblicare un libro noioso, che io stesso non leggerei!".

Perché ti piace anche leggere?
"Sì. Anche la lettura mi rilassa molto e mi torna utilissima per ingannare il tempo: tra i viaggi in aereo, i trasferimenti in auto e le sere nel motorhome, i momenti vuoti sono parecchi. Risultato: finisco un libro al mese".

Qual genere preferisci?
"Le storie degli atleti. Il mio ritorno alla vita, l'autobiografia di Lance Armstrong, mi aveva letteralmente conquistato per il racconto toccante dei periodi difficili vissuti durante la malattia e la rinascita incredibile. Non un campione: per me il ciclista americano era un uomo straordinario, un esempio da seguire. Peccato che poi sia scoppiato il caos sul doping: mi è davvero crollato un mito".

L'ultimo libro al quale invece ti sei appassionato?
"Tutti gli ultimi tre. Un altro modo di vincere di Pep Guardiola, quello di Jorge Mendesdes - il procuratore più potente in circolazione: tra i calciatori di cui si occupa, Cristiano Ronaldo - che si intitola La clave Mendes. E Open, di Andre Agassi. La sua storia mi ha sconvolto: se ha detto la verità, era un pazzo!".

Agassi ha vinto trofei su trofei ma, già da ragazzino, sognava di abbandonare la racchetta. Tu, magari dopo un infortunio, hai mai pensato di appendere il casco al chiodo?
"No, e non c'è pericolo che mi capiti in futuro. Lui odiava il suo sport, io non potrei vivere senza le emozioni che mi regala il mio. Cosa farei senza un motore che romba?".

Come trascorri il tempo, quando sei lontano dal paddock?
"Mi alleno, soprattutto in bicicletta. Poi io e mia moglie Laura (Montero, ndr) passeggiamo a lungo con Pippa e Zuki - come Suzuki - due beagle che mi riempiono di felicità e pace. Cucino volentieri, lo trovo un ottimo sistema per allentare i nervi, e i miei spaghetti con le vongole, un goccio di vino bianco, senza pomodoro, sono molto apprezzati dagli amici: c'è sempre qualcuno che suona il campanello di casa e si ferma a cena. In poche parole, sono uno di compagnia: stare solo nei tanti mesi del Mondiale mi basta e avanza!".

A proposito di moglie: ti sei sposato giovanissimo, nell'agosto del 2014...
"Eravamo fidanzati da 8 anni e 3 mesi, mi è sembrata la decisione giusta da prendere. Non mi sono pentito per niente. Con lei sono più sereno: mi dà stabilità e mi aiuta ad abbassare i ritmi. Anche in circuito, infatti, durante questo Mondiale sento molto la sua mancanza".

Si è stancata di seguirti in giro per autodromi?
"No, a bloccarla è l'università: tra un paio di mesi si laureerà in architettura ed è impegnatissima con la tesi. Spero che mi seguirà nelle gare conclusive del Campionato. Sai come chiamo Laura? La mia virgola: solamente lei riesce a mettere una pausa al mio moto perpetuo".








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Cristina Marinoni