MotoGp, Laguna Seca: Marquez re, Rossi podio
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MotoGp, Laguna Seca: Marquez re, Rossi podio

Lo spagnolo della Honda, all'esordio sulla pista californiana, raccoglie il terzo successo della stagione e si porta a più 16 da Pedrosa. Secondo un Bradl da applausi, terzo il Dottore. LE PAGELLE - il video del sorpasso a Rossi al "cavatappi" -

9 - Marc Marquez. Il castigamatti della Honda non ha dato retta al suo maestro. Diceva Valentino Rossi nella conferenza stampa della vigilia: "Il consiglio più sincero che posso dare a Marc è per quest'anno di prenderla con calma, studiare la pista curva per curva, senza strafare. Così torna l'anno prossimo e vince". Certo, come no. Come se Marquez badasse alla convenienza del momento, alla prudenza di un risultato importante ma non leggendario. La partenza però va male. Il leader del Mondiale, secondo ai blocchi, viene messo sotto da almeno due colleghi. Uno dei due si chiama, guarda un po', proprio Valentino. Che quasi non ci crede di vedersi il tornado alle spalle e comincia a tirare a più non posso per fare la gara su Bradl. Per la serie, meglio guardare avanti che se guardo indietro mi viene il mal di mare. 

La favola dura poco. Perché al Cavatappi Marquez ne combina una delle sue. Con Valentino a portata di gomme, lo spagnolo stacca in curva cieca - roba da mettersi le mani sugli occhi per non vedere come finisce - e infila il Dottore all'interno, con un taglio che si conclude fuori pista, in mezzo alla ghiaia. Rossi guarda e sorride, pensando alle prodezze di un tempo (chi ricorda il duello con Stoner?) e al talento da applausi del suo avversario. Che da lì in poi ingaggia una lotta selvaggia con Bradl, che si conclude al giro numero 18. Marquez spara e Bradl affonda. Come ai tempi della Moto2. E' un attimo. Marc "el conquistador" tiene a bada la sua Honda come farebbe un fantino con il suo cavallo. Una carezza, un colpo di reni e il tacco che infiamma. Fino al trionfo. Buona la prima. Laguna Seca ha un nuovo re. 

8 - Stefan Bradl. Vedere Lucio Cecchinello saltare a quel modo dopo l'arrivo sul traguardo del suo protetto fa capire quanto di buono ci sia nel giovane di Augusta. Che prima sorprende tutti con una pole da standing ovation pure se Marquez scivola e vola via. E poi fa il diavolo a quattro per metà gara riuscendo a tenere dietro per una decina di giri il missile della Honda ufficiale. Una lotta sul filo del rasoio che Bradl porta avanti con la determinazione di un veterano. Senza considerare che la sua Honda è un po' meno strepitosa di quella del collega di pista. Il loro duello vale il prezzo del biglietto. Una battaglia che Bradl non poteva vincere. Ma che guerriero. E questo è soltanto l'inizio. Nei prossimi tempi ne vedremo delle belle, questo è certo. 

7 - Valentino Rossi. La verità del Dottore sta tutta in una frase che il pilota di Tavullia lancia alla stampa dal paddock di Laguna Seca. "Questi ragazzi vanno forte. Non so sia io più lento di cinque o sei anni fa, ma loro si sono evoluti e io ora faccio fatica", la dichiarazione che rende merito al tempo e al nove volte campione del mondo. Finalmente le cose girano per il verso giusto nei giri che definiscono la griglia di partenza. Rossi approfitta del momento così così di Lorenzo e Pedrosa e parte quarto, dietro a Bautista, Marquez e Bradl. A semafori spenti, fa a sportellate come un leone per passare davanti. E ci riesce. Per un paio di giri è secondo. Poi arriva Marquez e addio sogni di gloria. Bautista bussa con insistenza alla sua porta nell'ultima parte della gara ma lui non apre. Si difende Valentino. E conquista i punti che gli permettono di scavalcare Crutchlow al quarto posto della classifica generale. Diciamo la verità: sicuri potrebbe andare molto meglio?

7 - Alvaro Bautista. La pista di Laguna Seca premia le Honda sulle Yamaha per via della migliore risposta dei pneumatici. Alvaro lo sa e ne approfitta. Sin dalle qualifiche, centrando una prima fila che fa entusiasmo e speranza. Poi, è arrembaggio. La partenza non è bellissima, ma lo spagnolo recupera al volo. Prima su un Lorenzo in debito di ossigeno. Quindi su Valentino, che trova il modo di non farlo passare fino al traguardo. A meno due dalla bandiera a scacchi, Rossi pensa al Mugello (fuori gara a causa proprio di Bautista) e comincia a pregare. Alvaro fa l'amico. Ci prova ma non insiste. Come dire, "dai, così siamo pari". 

7 - Dani Pedrosa. E' arrivato sulla pista californiana quando i colleghi stavano già sistemando le ultime cose prima di salire in moto per il giro inaugurale. Perché voleva tirare il fiato prima di immergersi in una nuova avventura. Acciaccato e colmo di farmaci per via dei guai rimediati al Sachsenring, aveva una voglia matta di fare bene senza cadere in un nuovo disastro. E allora, tanta forza di volontà e concentrazione a pieno regime per tagliare il traguardo con dignità e soddisfazione. Probabilmente, non potrebbe andare meglio. Pedrosa parte settimo e per tutta la corsa scalcia come può per dare noie a chi lo precede. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dani riesce a stare al passo degli altri pur avendo macinato nel weekend meno della metà dei chilometri. Finirà quinto. Considerando le premesse, un'ottima prova. 

6 - Jorge Lorenzo. Un'infiltrazione di antidolorifici dopo l'altra, senza soluzione di continuità, per soffocare come possibile il forte dolore alla spalla sinistra e per dargli la concentrazione necessaria per finire la gara. Lorenzo ci prova. Correre altri rischi sarebbe stato inutile, anzi, dannoso. E allora, altro giro, altra corsa. Il campione del mondo in carica viene addomesticato a dovere per ruggire sì, ma non troppo. Prudenza, ecco la parola chiave della sua spedizione californiana. Quella che non aveva avuto in Germania e sappiamo tutti come è andata a finire. A Laguna Seca non va in scena il miglior Lorenzo di sempre, ma una sua copia in ciabatte e felpina di lana. Obiettivo centrato. Tutti felici. Anche la mamma. 

5 - Cal Crutchlow. Alzi la mano chi riesce a spiegare dove è finito Cal il britannico. Che ha fatto bene nella prima parte del weekend e poi si è perso tra i sorrisi delle grid girl e la solita caduta nelle prove libere. Le qualifiche, faticosissime. E poi la gara. In cui Crutchlow non fa altro che difendere la settima posizione che riesce a fare sua al termine del primo giro (partiva quinto). Punto. Tutto il resto è noia. 

4 - Ducati. Vedere Dovizioso e Hayden che fanno a sportellate per guadagnare l'ottava posizione strappa quasi il sorriso. Perché altro non si può fare con una moto che non ingrana come dovrebbe e che, soprattutto, mal digerisce le modifiche che i meccanici di Borgo Panigale le propongono spesso e volentieri. Diceva Dovi dopo le prime libere: "Ho il telaio nuovo, ma non so se per merito suo sembra che la situazione sia un po' meglio del solito". Tanta gioia per un terzo tempo che non si spiegava altrimenti. In gara, però, tutto da rifare. Con una moto che balla anche sul rettilineo. Così è se vi pare. 

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Dario Pelizzari