MotoGp, le pagelle del Gp di Catalogna
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MotoGp, le pagelle del Gp di Catalogna

Voto 9 a Marquez per la settima vittoria consecutiva in stagione, ma anche al ritrovato Pedrosa e al combattivissimo Valentino Rossi. Lorenzo sufficiente ma confuso

MARC MARQUEZ – Voto 9

Sette su sette. Sette volte primo nelle prime sette gare della stagione. A 21 anni e 118 giorni, il missile terra-aria di Cervera ha staccato l'ennesimo tagliando che vale un pezzo di storia della MotoGp. Mai nessuno è riuscito a fare meglio di lui. Nemmeno il Valentino Rossi superstar del 2002, che prima di raggiungere quota sette centri consecutivi ha dovuto aspettare i 23 anni e 155 giorni. Marquez vince sempre, anche quando commette un paio di errori che avrebbero potuto tagliare le gambe al pilota più esperto. Anche quando la sua Honda, al centesimo trionfo nella MotoGp, non è un passo avanti alla Yamaha per tenuta e velocità. Anche quando è costretto a sfidare la sorte in sorpassi da brividi perché deve misurarsi con avversari che sfrecciano veloci (quasi) come lui. Al Montmelò abbiamo visto un Marquez bravo, anzi, bravissimo, ma non impossibile. E il guaio, per gli altri s'intende, sta tutto qui. Perché se il fuoriclasse spagnolo riesce ad avere la meglio sui colleghi anche in gare apertissime fino alla fine non resta che tirare giù il cappello e aspettare che decida di cavalcare uno scooter per qualche gara. Ammesso e non concesso che il giovane satanasso non trovi il modo di graffiare anche così.

VALENTINO ROSSI – Voto 9

Straripante al Mugello e superlativo a Barcellona. Per tre quarti della gara, il Dottore ha smesso il camice d'ordinanza per vestire la tuta da esploratore spaziale. Regolarissimo nell'incedere e con una determinazione e un coraggio alla Kevin Costner di “Balla coi lupi”, il mago di Tavullia è stato protagonista di una prova maiuscola, costringendo sull'attenti la coppia di squali targati Honda, probabilmente anche un po' sorpresi dalla velocità del Vale nazionale ma pure convinti che presto o tardi sarebbe successo. Sì, perché il Rossi 2014 ha una grinta che riporta alla mente le mirabilia del campionato 2009, quando macinava prestazioni da urlo in sella a una Yamaha M1 da copertina. Rossi c'è e in fondo c'è sempre stato. Al Montmelò, più che mai, la conferma che potrebbe correre fino ai 40. In Ducati aveva perso il sorriso e la convinzione nei propri mezzi. In Yamaha è tornato a ruggire e a lottare curva dopo curva. Merito della moto, certo, ma anche e soprattutto di un talento senza tempo che conquista e incanta. Dopo di lui, la MotoGp sarà un'altra cosa.

DANI PEDROSA – Voto 9

Già detto e già scritto. I tre filibustieri del Montmelò hanno dato vita a una gara mozzafiato che ha inchiodato al divano i milioni di appassionati in tutto il mondo e avrebbero meritato di salire insieme sul gradino più alto del podio. Marquez, Rossi e pure Pedrosa, che è tornato a mostrare gli artigli dopo mesi di mugugni e di scivoloni da antidolorifico. Il sospetto c'è e fa piacere: la battaglia senza esclusione di colpi con il compagno di squadra potrebbe aver restituito al fedelissimo Honda la fiducia nei propri mezzi, smarrita in anni di rincorse e di fughe mai decisive. E' da 8 stagioni tra i quattro piloti più veloci del motomondiale, chissà se prima o poi riuscirà a scrollarsi di dosso l'etichetta di fenomeno a singhiozzo.

JORGE LORENZO – Voto 6,5

Questa volta è partito benissimo. Come un razzo. Tanto che alla prima curva ha fatto ciao agli avversari e ha preso in mano le redini della corsa. Tutto sembrava girasse a suo favore. Al Mugello è stato meraviglioso e le premesse perché il duello infinito con Marquez prendesse forma anche al Montmelò c'erano tutte. Peccato però che tempo qualche giro e l'entusiasmo abbia lasciato il posto all'insofferenza. Lorenzo è stato colpito e affondato dalla baldanza dei tre sovrani di Barcellona, che l'hanno prima ripreso, poi abbandonato per giocarsi la vittoria in un finale al cardiopalma. L'anno scorso c'era lui a fare a sportellate con Marquez per il titolo iridato. Ma le cose cambiano, talvolta non in meglio. Lorenzo, confuso e infelice.

Twitter: @dario_pelizzari

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Dario Pelizzari