Mazzola saluta Aurelio Milani: "Grande punta, era un riferimento"
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Mazzola saluta Aurelio Milani: "Grande punta, era un riferimento"

L'attaccante giocò in nerazzurro tra il 1963 e il 1965, per lui 29 partite e 7 gol: il ricordo del compagno di quegli anni

Se ne è andato la scorsa notte Aurelio Milani, attaccante della grande Inter di Helenio Herrera che, fra il 1964 e il 1965 vinse due Coppe dei Campioni e due Intercontinentali. L'Inter ha affidato il suo saluto al sito ufficiale: "Negli occhi e nella memoria, la sua carriera all'Inter, la sua dedizione per questi colori, la gioia che ha saputo trasmettere a milioni di tifosi e appassionati di calcio, diventando mito con la Grande Inter. Centravanti classico, dotato di grande fisico e con un gioco generoso, sempre al servizio della squadra, Milani e' stato decisivo anche nella finale di Vienna contro il Real Madrid nel
1964, regalando una perla da ricordare per sempre. La societa' si stringe attorno alla moglie Ida e alle figlie Mariella e Simona, in questo momento di dolore".

Abbiamo cercato Sandro Mazzola, protagonista assoluto in quella squadra dei miracoli, per chiedergli un commento e un ricordo. Non pensavamo saremmo stati noi a dargli la triste notizia: "Non lo sapevo, lo vengo a scoprire adesso, mi piange il cuore".

Eravate uniti come compagni?
"Si, ma è una brutta notizia per tutti gli interisti, in che anno era nato Aurelio?"

Nel 1934...
"Otto anni in più di me, che dispiacere. Lo ricordo sempre con affetto e stima, abbiamo giocato diverse partite ed è stato fondamentale per me".

Che stile di gioco aveva?
"Era un punto di riferimento per tutto l'attacco, in ogni partita faceva a guerra con i difensori e alzava la squadra permettendo gli inserimenti dei compagni".

Anche i suoi, quanti assist le ha fatto?
"Parecchi, cercavamo spesso lo scambio, grazie a lui ho fatto diversi gol. Lo piango, ma di lui avrò sempre un bel ricordo. E' davvero una brutta notizia".

La grande Inter di Helenio Herrera

La grande Inter: Sarti, Facchetti, Guarneri, Bedin, Burgnich e il capitano Picchi. Accosciati da sinistra Jair, Mazzola, Peiró, Suárez e Corso

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Matteo Politanò