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Moratti, la guerra a Thohir e l'idea del ritorno all'Inter

Non esclude di essere nuovamente presidente con Suning, ma prima va liquidato l'indonesiano. In gioco 60 milioni di euro

L'ammissione di Massimo Moratti sulla tentazione di tornare presidente dell'Inter e sulla volontà dei cinesi di compiere questo passo (prima volta in assoluto che l'ex patron non chiude la porta), apre lo scenario sul futuro del club nerazzurro che dal 2013 sta vivendo una lunga fase di transizione societaria. Grandi manovre ad alto livello tra Milano e la Cina, con l'attuale socio di minoranza in uscita e il vecchio proprietario, al momento senza portafoglio, che sembra non veder l'ora di liquidarlo per poter rientrare dalla porta principale.

Un intreccio che si svilupperà nei prossimi mesi e che si è riacceso con le parole di Moratti sulla possibilità di accettare la proposta già formulata da Suning un paio di mesi fa. Non un'autocandidatura, ma un segnale preciso ai cinesi. Del resto siamo alla vigilia dell'approvazione di un bilancio che dovrebbe essere negativo, ma leggermente migliore rispetto a quello del 30 giugno 2015 quando il civilistico si era chiuso con -73,9 e il consolidato a -140. Se confermato, Thohir avrebbe concluso la sua mission e potrebbe essere liquidato nel rimanente 31,05% delle quote che ha in mano.

Moratti e il feeling mai scattato con Thohir

Che il feeling tra Moratti e Thohir non sia mai scattato è cosa nota. L'ex patron imputa all'indonesiano una gestione senza slanci e senza investimenti ("Forse ha trovato un giocattolo più grande di quello che pensava"), incompatibile con le passioni di un uomo che in un ventennio ha gettato nella società oltre un miliardo di euro. Thohir, che ha già fatto una buona plusvalenza rispetto al 2013, potrebbe essere liquidato valutando 60-70 milioni di euro il restante 31,05% che poi potrebbe tornare a Moratti tutto o in parte, magari anche con il coinvolgimento dell'amico Tronchetti Provera.

Lo statuto prevede che sino a quando sarà azionista con almeno il 10%, Thohir abbia il diritto di veto su molte decisioni nodali e conservi l'opzione di riacquisto in caso Suning voglia cedere le sue azioni. Scenario al momento impensabile, mentre è molto più concreto quello di un addio del magnate indonesiano.

Suning e la necessità di un uomo forte a Milano

I cinesi non hanno mai nascosto la stima per Moratti e, soprattutto, sono pienamente consapevoli della necessità di avere a Milano un uomo forte che conosca la realtà del calcio italiano e possa essere il punto di riferimento nel club. Steven Zhang, figlio 25enne di Mister Suning, sta per trasferirsi in pianta stabile, ma il richiamo all'ancoraggio è stato fatto recentemente anche da una voce sempre importante nelle stanze dell'Inter come Tronchetti Provera.

E' evidente che il nuovo Moratti non potrà avere mano libera come in passato, quando decideva tutto e rischiava i propri soldi. Si tratterebbe di una presidenza non di facciata, operativa, ma strettamente in collegamento con la proprietà cinese. L'uomo del Triplete ha fatto capire che sarebbe onorato e che è a disposizione per la triangolazione che taglia fuori Thohir. Il resto è storia ancora da scrivere.

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Giovanni Capuano