L'Inter a Thohir? I disperati...
Lifestyle

L'Inter a Thohir? I disperati...

La fine dell'era Moratti (se mai finirà) colpirà soprattutto certi giornalisti ed un barista

Moratti vende l'Inter. Thohir compra l'Inter. A Milano si respira un'aria strana. I tifosi non sanno cosa augurarsi, divisi tra la voglia di vedere un po' di denaro fresco entrare nelle casse nerazzurre (che stanno vivendo il calciomercato più fiacco degli ultimi 25 anni) e l'amore (o gratitudine) verso un uomo e la sua famiglia gli unici in grado di portare l'Inter sul tetto d'europa e del mondo.

C'è però qualcuno che sicuramente pagherà duramente questo cambio di proprietà: i giornalisti sportivi sponda beneamata ed un barista.

Nel mondo del giornalismo sportivo infatti, dal suo arrivo alla presidenza, c'è un'abitudine, un vero e proprio rito denominato "Casa Moratti". Ecco in cosa consiste... Il giorno dopo, ma anche quello prima, di una partita dei nerazzurri ogni caporedattore di Milano (che sia carta stampata, agenzie, radio e tv) dà il seguente comando: "Vai alla Saras a sentire cosa dice Moratti". O meglio: L'Inter ha vinto, ci vuole la gioia di Moratti. Ha perso? Serve la rabbia. Hanno dato un rigore alla Juventus? Commento che poi vira su Calciopoli. Per non parlare del calciomercato...

Ed il nostro cronista parte. Così ecco il gruppetto di 12-15 colleghi che si ritrova ai piedi della Galleria de Cristoforis (a due passi dal Duomo) per un appuntamento che, a furia di ripetersi per almeno due tre volte la settimana ha fatto nascere con il passare di mesi ed anni amicizie, e persino qualche amore.

Il passaggio dal pettegolezzo alla leggenda metropolitana poi è breve. Perché l'attesa (o "posta", come si dice in gergo) a volte è davvero lunga e per ingannarla alla fine si finisce con l'esagerare nel fare considerazioni di ogni tipo. Su tutte quella che vorrebbe il patron dell'Inter uscire dal suo ufficio verso le 14, non prima,  "...perché deve guardare alla tv la sua "telenovela" preferita...".

Il gioco ha funzionato per anni perché Moratti, per galanteria e volontà personale, un commento non l'ha mai negato a nessuno, ed anche le volte che usciva senza dire una parola (il 10% dei casi) lo faceva con garbo e stile. Mai una parola grossa, mai uno scatto d'ira. Ed al capo redattore la cosa non importava, perché il silenzio era a modo suo anche quella una notizia... Così per anni "Casa Moratti" ha permesso di riempire pagine di quotidiani ed ore di trasmissioni sul calcio che altrimenti si sarebbe fatto fatica...

Così si capisce perché nelle redazioni siano in molti a sudare freddo. Se il buongiorno si vede dal mattino infatti Erick Thohir sembra un osso piuttosto duro. E' infatti riuscito ad arrivare a Milano senza che nessuno si accorgesse del suo atterraggio (malgrado i nostri cronisti di sopra abbiano fatto le loro telefonate di controllo agli aeroporti), ed è rimasto per 24 ore in un albergo regalando al mondo solo una sua fotina sfocata fatta con un cellulare, da lontano.

Ma non è solo nelle redazioni che si preannuncia un periodo nero. "Casa Moratti" infatti aveva un suo luogo, i suoi protagonisti, i suoi riti e soprattutto il suo bar (con tavola fredda) di riferimento. Evitiamo il nome, per motivi di privacy, ma possiamo garantirvi che ha fornito cibi, bevande, ed una toilette in ogni periodo dell'anno. Dal prosciutto e melone con acqua naturale dell'afa estiva, all'arrosto con verdure bollite e caffè per l'inverno con un incasso (fisso e garantito) non sottovalutabile.

Quindi, se a Milano in questi giorni vedete delle facce disperate, non potete sbagliarvi: o è un cronista sportivo con specializzazione nerazzura, o il proprietario di un bar. Non vi resta che consolarlo

I più letti

avatar-icon

Andrea Soglio