Monzagate: parte il toto-nomine
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Monzagate: parte il toto-nomine

In pole-position il ticket Sciacca-Campana

Tribunali, asfalto, cambiamenti al vertice. Gira tutto intorno a questi tre elementi la vicenda che nelle scorse settimane ha messo l'autodromo lombardo al centro delle cronache. Partiamo dalla fine, con l'emergere delle prime indiscrezioni sulla successione nel management della struttura, in vista della prossima assemblea dei soci dell'Ac Milano prevista per mercoledì prossimo.

Circolano già con una certa insistenza i nomi di un'accoppiata: Walter Sciacca, nel ruolo di direttore generale, e Giorgio Campana a capo della direzione tecnica. Quest'ultimo, direttore di gara, vanta una pluridecennale esperienza sui circuiti di tutto il mondo, mentre Sciacca, che in veste di AD  risollevò le sorti dell'Autodromo di Imola, verrebbe chiamato nuovamente come "uomo della provvidenza" a ridare lustro alla struttura in uno dei momenti più bassi della sua storia, con l'obiettivo primario di riuscire nella mission impossible di predisporre le cose al meglio in vista dell'appuntamento clou dell'anno, il GP di Formula 1 , fissato a settembre.

Nella stessa assemblea dell'11, dovrebbe essere noto anche il destino di Paolo Guaitamacchi, attuale presidente della società che gestisce l'impianto monzese.

Al centro del tutto, lo ricordiamo, ci sono i problemi all'asfalto che, a quanto sembra, hanno provocato diverse cadute in uscita della curva Parabolica nell'ultimo GP della Superbike , lo scorso maggio. Tra tutti i fattori in gioco, questo è il fronte che appare di più facile risoluzione: i lavori di ripristino del tratto incriminato dovrebbero essere ultimati entro la fine del mese. Dovranno eliminare le cinquanta e passa "bolle" responsabili della trasudazione d'acqua in superficie e della conseguente mancanza di grip sull'asfalto. Ancora non è chiaro se gli interventi si limiteranno alla riasfaltatura e alla messa a punto di un nuovo sistema di drenaggio nella sola Parabolica oppure verranno estesi anche al tratto che interessa la curva Ascari.

Dagli esiti più imprevedibili il fronte legale, anche se le intercettazioni tra i responsabili dell'Autodromo (Enrico Ferrari, Giorgio Beghella Bartoli e Stefano Tremolada) che a quanto pare erano a conoscenza del problema ma non fecero nulla per intervenire rendono sempre più probabile la conferma dell'ipotesi di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, un reato che prevede fino a 5 anni di carcere.

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Luciano Lombardi