mondiali germania 2006
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Mondiali 2006 alla Germania perché corrotti 4 membri Fifa

A formulare l'accusa l'autorevole settimanale Spiegel, secondo il quale ci furono pagamenti sottobanco per aggiudicarsi l'evento

Non c'è pace per la Fifa e l'onda lunga degli scandali si allunga fino al Mondiale del 2006, quello organizzato dalla Germania e vinto nella finale di Berlino dall'Italia. Quando Blatter si rifiutò di consegnare la coppa agli azzurri che in terra tedesca erano arrivati accompagnati dai veleni di Calciopoli. Lo ricordate? Manifestazione perfetta dal punto di vista organizzativo, un successo di pubblico ed economico che ha lasciato alla Bundesliga l'eredità di stadi meravigliosi e di nuova generazione da cui è partita la rinascita del calcio tedesco.

Ora sull'assegnazione di quel Mondiale si allunga l'ombra della corruzione: un pagamento da 9,5 milioni di euro dietro il quale si nasconderebbe il prezzo della corruzione. A versarli su un conto segreto aperto da Wolfgang Niersbach, oggi numero uno della federacalcio tedesca e all'epoca presidente del comitato organizzatore, il capo di Adidas Roberto-Louis Dreyfuss, poi scomparso nel 2009.

Denaro utilizzato per corrompere quattro delegati asiatici tra i 24 che votarono l'assegnazione del Mondiale alla Germania: 12-11 contro il Sudafrica poi risarcito tra le polemiche nel 2010. La vicenda è stata tirata fuori dal settimanale Der Spiegel con particolari inediti e che rischiano di causare un autentico terremoto nel calcio europeo, già provato dallo scandalo Fifa e dalla posizione di Michel Platini, cui la Germania ha confermato a fatica la fiducia in attesa del processo del Comitato etico in vista delle elezioni di febbraio.

Secondo il giornale tedesco uno dei quattro corrotti sarebbe il sudcoreano Chung Moon-joon, appena squalificato dalla Fifa perchè risultato coinvolto in un altra vicenda di voti e mazzette per l'edizione 2022 in Qatar. Dreyfuss riebbe poi parte dei soldi nel 2005 attraverso un versamento da 6,7 milioni di euro della Dfb alla Fifa per un progetto culturale mai realizzato effettivamente. Il denaro finì invece sui conti di Dreyfuss in Svizzera.

E' su quel movimento che la Dfb ha aperto un'inchiesta interna arrivando alla conclusione che tutto si è svolto nella massima regolarità e rimandando al mittente tutte le accuse, bollate come illazioni. Le polemiche, però, non sono destinate a placarsi in fretta e quanto emerso rischia di rendere ancora più torbido il momento politico intorno a Fifa e Uefa.

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Redazione