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Mirabelli: "La mia verità sul Milan, Ronaldo, Raiola, Donnarumma e Bonucci"

L'ex ds rossonero rivela i retroscena di una stagione vissuta pericolosamente. Errori e successi fino all'addio di Yonghong Li

Un anno vissuto pericolosamente ma anche in maniera entusiasmante. La grande occasione della carriera dopo la gavetta (lunga) in provincia. In prima fila a trattare campioni con un budget da centinaia di milioni di euro e l'obiettivo di ricostruire il Milan sotto la proprietà cinese. Non è andata a finire bene, come si è scoperto nel luglio scorso, ma Massimiliano Mirabelli rivendica con forza il lavoro fatto nei suoi quindici mesi alla guida dei rossoneri.

Direttore sportivo, braccio armato di Fassone e della proprietà cinese. Mirabelli, ancora sotto contratto con il club anche se non ricopre più il ruolo operativo, si è raccontato a cuore aperto a Sportitaliain una lunga intervista in cui ha ripercorso la sua stagione milanista rivelando alcuni retroscena inediti delle trattative più calde. Fino all'ultimo giorno, quello in cui ha pensato di poter portare al Milan niente meno che Cristiano Ronaldo prima di fermarsi all'evidenza che si trattava di un'operazione non sostenibile.

Ecco la verità di Massimiliano Mirabelli su un anno molto veloce e tormentato di storia del Milan. Partendo proprio dal fondo e da quella trattativa impossibile per CR7 poi finito alla Juventus:

"Avevo preso Ronaldo ma poi..."

“L'attaccante che stavo prendendo e che avrebbe fatto venire giù San Siro era Ronaldo. Era un'operazione pensata con Jorge Mendes, ne abbiamo parlato e l'avevamo fatta sotto traccia. Era nata grazie ai buoni rapporti con Mendes e sapevamo che Cristiano poteva avere problemi a Madrid. Si era parlato di tutto, per quanto riguarda la parte tecnica era stato fatto tutto ma il portafoglio non è nostro. Yonghong Li voleva chiudere, noi siamo stati responsabili e ci siamo accorti che non era sostenibile. Se avessimo avuto una grande proprietà come oggi lo si prendeva”.


"Raiola voleva 30 milioni per far rinnovare Donnarumma"

"Con Raiola non c’è odio o guerra. Ognuno cercava di tutelare il proprio interesse. Mino ha fatto tante cose con il Milan e aveva un approccio diverso, era abituato in maniera differente. Il problema principale era trattenere Donnarumma, tutti si chiedevano chi avrebbe fatto il rinnovo dicendo che non si poteva perderlo.

Raiola non aveva rinnovato col Milan prima perché aveva delle pretese per il suo rinnovo, richieste da 30-40 milioni di euro per rinnovare Donnarumma. Si parlava di queste cifre, richieste che per me sono assurde ma che oggi sono legittime. Alla fine siamo arrivati alla firma senza spendere un euro in commissioni o altro. Arrivati alle mani? No, assolutamente ma i toni sono stati a volte accesi, anche a casa sua a Montecarlo.

Il milione concesso al fratello di Gigio? Qualcosa bisognava pur concedere. L'arrivo di Reina? E' importantissimo perché è stata un'opportunità in un momento in cui eravamo quasi sotto ricatto da parte di Raiola su Donnarumma. Situazione imbarazzante nella quale si è scelto di tutelare il club”.

"Montella meritava di restare, ma Conte..."

“Siamo arrivati il 16 aprile e abbiamo finito una stagione complicata in cui Montella aveva fatto comunque un buon lavoro. Meritava la chance di restare, adesso è facile dire che è stato un errore. E’ vero, però, che ci abbiamo riflettuto non poco". E in quel poco c'è stato anche il tentativo di prendere Antonio Conte, reduce dalla vittoria della Premier League sulla panchina del Chelsea. Una suggestione durata qualche settimana: "Abbiamo ascoltato Conte, ci abbiamo parlato con un contatto diretto senza, però, arrivare a una trattativa”.

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"Orgoglioso di Gattuso, paga il fatto di essere partito dalla gavetta"

“Sono orgoglioso di aver fatto questa scelta per professionalità, competenza e amore che Rino e il suo staff mettono ogni giorno a disposizione del Milan. Quando si parlava di cambiare allenatore, la proprietà cinese non voleva dare l'impressione all'esterno la sensazione di un ridimensionamento e mi hanno detto di non guardare al budget: io ho insistito che Gattuso sarebbe stato l'allenatore del futuro e non un traghettatore. Critiche? Anche lui paga il fatto di aver fatto la gavetta. Molti vogliono solo ed esclusivamente iniziare dall'università, lui è partito dall'asilo e sta dimostrando di valere”.

"Volevo Aubameyang ma la prima scelta di Montella era Kalinic"

“E' risaputo da anni il rapporto che avevo e la volontà di portare con me Aubameyang. Ci siamo visti più volte ed era il mio unico obiettivo, ma mentre cercavo di fare questa trattativa bisognava ascoltare anche le idee dell'allenatore che ha sempre dichiarato di gradire come prima scelta Kalinic. Poi quando c'è stata l'opportunità di Bonucci non ci sono stati più i soldi per fare Aubameyang”.

"Bonucci non è stato un flop, ma dargli la fascia..."

“Bonucci non può certamente essere considerato un flop. Difendo quell’acquisto. Ha detto che è stato un errore? Ci sono modi e tempi, oggi parla anche per riconquistare la gente e sono dichiarazioni di comodo. Lui era convinto di venire al Milan. Dargli la fascia è stato un errore ma non perché non sia un ragazzo spettacolare, ma perché c'erano altri prima di lui con più gare con il Milan”.

"Andrè Silva avrà un futuro importante"

“Sarà tra le tre plusvalenze maggiori della storia del Milan. L’ho preso a 38 milioni ma sapevamo che era un assegno circolare. Il prestito al Siviglia con diritto già fissato? Non entro nel merito di operazioni che non ho fatto io, però noi abbiamo agito sapendo che il Milan andava ricostruito anche prendendosi alcuni rischi. Andava ringiovanito e alcuni giocatori non hanno ancora espresso tutto il loro valore, ci vuole tempo. Mi spiace per Andrè Silva, avrà un futuro importante”.

E sugli altri acquisti discussi della sua gestione: "Rodriguez è un giocatore che non ruba l'occhio ma è uno dei migliori per interpretazione del ruolo. Rido quando vedo che tanti gli danno 5 o 5,5 mentre per me sarebbe da 8. Non è bello da vedersi, però è essenziale. Calhanoglu? E’ un grandissimo talento che ha fatto vedere per il 40% il suo potenziale

"Non prenderei Ibrahimovic al Milan"

“Oggi non lo prenderei. Raiola l'aveva offerto anche a noi, ma scaldare il cuore dei tifosi perché lui è stato un grande campione non basta. Io dissi di no perché il Milan ha bisogno di inserire elementi per crescere e costruire un nuovo ciclo e non puoi farlo con Ibra che ha una certa età. Paquetà? Lo conoscevo anch'io, è un giocatore di buon talento ma non ci avrei fatto un grande investimento. Fabregas? L'abbiamo trattato anche noi, sicuramente è un grande giocatore”.

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Giovanni Capuano