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MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images
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Milan in crisi, ecco perché lo scontro tra Montella e Mirabelli non serve

I risultati che non arrivano, squadra senza gioco e dubbi sul mercato estivo. Allenatore e società con due idee diverse su come risollevare il Diavolo

Il pareggio contro l'Aek Atene accolto dai fischi di San Siro segna un ulteriore aggravamento della crisi di gioco e risultati del Milan. La china è pericolosamente in discesa e non si vede uscita dal tunnel, perché ora i rossoneri hanno anche smesso di vincere le partite contro le squadre sulla carta inferiori come avevano fatto, invece, nella fase d'avvio della stagione.

Le tre sconfitte consecutive di campionato contro Sampdoria, Roma e Inter stanno lasciando il segno. Qualche allarme era scattato anche contro il Rijeka nella notte del folle suicidio e della rete salva-Montella di Cutrone. I greci, più organizzati rispetto ai precedenti avversari d'Europa League, se ne sono andati da Milano con un punto meritato al di là della reazione nervosa nella ripresa che si sarebbe potuta concretizzare con un gol.

Motivi per essere preoccupati ce ne sono in abbondanza, dunque. Il calendario non aiuta perché prima della sosta proporrà la trasferta contro il Chievo e il crash test con la Juventus e il ritardo in classifica dalla zona Champions League non consente alcun margine d'errore. Ma prima ancora dei numeri, è la sensazione di scollamento a suggerire di essere già al bivio dell'intera stagione rossonera. Con sullo sfondo uno scontro nemmeno celato tra Montella e il direttore sportivo Mirabelli: due posizioni diverse esplose in maniera esplicita prima della gara con l'Aek Atene.

Le critiche di Mirabelli a Montella

Mirabelli ha parlato sul prato di San Siro pochi minuti prima del fischio d'inizio e i suoi sono stati siluri verso il tecnico. Al quale, va ricordato per amore di cronaca, Fassone aveva confermato "fiducia estrema" dopo la sconfitta nel derby provando a valorizzare i lati positivi della prestazione del Milan contro l'Inter.

"Ognuno di noi ha un tempo, non ce l'ha solo Montella ma ce l'abbiamo tutti. Anche Montella dipende dai risultati come tutti noi, è il rischio del nostro lavoro" ha attaccato il ds, evidentemente poco allineato con il capo della società. E poi critiche durissime all'atteggiamento della squadra "non scesa in campo" a Marassi e nel primo tempo del derby e "uscita dal campo" negli ultimi venti minuti contro la Roma.

Al di là delle parole, critiche indirizzate senza dubbio al responsabile tecnico del gruppo e cioé Montella già di suo alle prese con la difficile costruzione di una squadra che ha cambiato tantissimo e sulla quale ci sono aspettative di centrare immediatamente la qualificazione alla Champions League.

La risposta di Montella a Mirabelli

Montella ha risposto cercando di stemperare gli animi anche se non deve essere stato facile, avendo appena incassato i fischi di San Siro e i mugugni dei tifosi sul suo lavoro. Si è detto non concorde con le critiche alla squadra, ha condiviso la necessità di fare uno scatto in fretta per dare la svolta alla stagione e ha provato a scherzare sul pressing di Mirabelli che ha seguito il secondo tempo dietro alla sua panchina.

Una tattica del sorriso sin qui poco produttiva. Sul campo Montella sta facendo più fatica del previsto ad assemblare la sua macchina e il gioco sta involvendo invece che migliorare. Il Milan paga molti errori individuali e la crisi di alcuni giocatori che dovevano essere leader e trascinatori (Bonucci prima di tutti), ma le responsabilità del tecnico ci sono e non possono essere nascoste dietro a questi sbagli.

Uno scontro che non serve al Milan

Di sicuro il copione di un dirigente che critica apertamente il suo tecnico e lo mette in discussione e sotto pressione così non serve a nessuno, tanto meno al Milan di oggi. Qual è il pensiero reale della società? Quello espresso da Fassone con la fiducia riconfermata o quello di Mirabelli? Critiche così dirette e aperte sono uno sprone o una causa di destabilizzazione ulteriore di un ambiente già fragile?

La sensazione è che Fassone si fosse pentito per la durezza delle esternazioni dopo la sconfitta con la Sampdoria che avevano messo sotto il riflettore la posizione di Montella. Mirabelli è andato oltre e la dissonanza tra le due strategia comunicative è evidente. Difficile in questo modo continuare a negare che anche l'estate del calciomercato da 230 milioni di euro non sia stata un momento di confronto (scontro?) tra due letture diverse di quanto serviva al Milan.

Se davvero il responsabile del progetto tecnico (Mirabelli) e quello della squadra (Montella) viaggiano su due binari paralleli destinati a non incontrarsi mai, meglio che sia fatta chiarezza. Per il bene del Milan che rischia di buttare via la stagione della rinascita e che uscirebbe con le ossa rotte da una bocciatura europea e in campionato. Non solo per questioni sportive, come è noto conoscendo gli impegni finanziari assunti con il closing.

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Giovanni Capuano