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Milan-Juventus, che spettacolo ma oggi non chiamatelo derby d'Italia

Il dominio bianconero che non pare finire e la crisi della Milano rossonero. Quante cose sono cambiate in 15 anni dalla finale di Manchester...

La storia dice che Milan-Juventus è il vero derby d'Italia: la squadra più titolata a livello internazionale (Milan) contro quella che da sempre domina in Serie A (Juventus). Una sfida dal fascino immenso, una di quelle capace di richiamare grande attenzione anche nel resto del mondo e che ha celebrato una finale di Champions League a Manchester nell'ormai lontano 2003.

Sono passati quindici anni. Un'eternità, anzi due ere calcistiche nelle quali il Milan si è tolto qualche soddisfazione non da poco (su tutte la Champions League di Atene 2007) e la Juventus è finita all'inferno prima di tornare più forte che mai. Dominante. La sua striscia di scudetti consecutivi è arrivata a quota 7 e non pare destinata a interrrompersi presto.

Milan e Juventus si ritrovano di fronte. E' ancora il derby d'Italia? Possiamo definirla la partita più importante della stagione del nostro calcio e, anche in prospettiva su tempi ragionevoli, la rivalità che farà da motore allo sviluppo di tutto il movimento? La risposta è no. Purtroppo per il calcio italiano che al momento ha smarrito il suo derby.


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Ecco perché Milan-Juve non è più il derby d'Italia

La verità è che tra Milan e Juventus c'è oggi troppa distanza per poterlo considerare veramente il confronto dei confronti per il calcio italiano. Un gap impietoso. Al netto dell'andamento di questa stagione (in cui ci sono già 10 punti tra Allegri e Gattuso), nel settennato del dominio bianconero la Juventus ha racimolato 181 punti in più del Milan. Come giocare due campionati in più dei rivali che dal 2014 ne prendono almeno 28 ogni anno con il record di 45 nel 2013 e un preoccupante 31 nello scorso torneo.

Se proprio si deve cercare un avversario credibile, meglio rivolgersi a Roma e Napoli che sono state le uniche a impensierire la banda di Allegri nel corso della sua cavalcata. E per il futuro, sembra più solida e immediata la candidatura dell'Inter targata Suning per immaginare un club con la stessa potenza.

Troppo distanti oggi Juventus e Milan, in campo e fuori: la guerra del fatturato e dei bilanci vede Torino battere Milano per distacco. Elliott ha ridato stabilità economica ai rossoneri e ha evitato lo choc dell'esclusione forzata dall'Europa del calcio però il percorso di risalita sarà lungo ed è al momento appena accennato.

A livello politico-sportivo oggi Agnelli conta più di qualunque dirigente rossonero. Ha un ruolo in Europa e alleanze in Italia che il Milan coltivava un tempo, prima dello tsunami 'cinese' di Li. E' proiettato all'espansione mentre il Milan sta riorganizzandosi adesso per uscire dal tunnel.

Perché si passa parlare di derby d'Italia manca, poi, anche l'elemento della rivalità a tutto campo. L'estate del mercato con lo scambio Bonucci-Higuain (con aggiunta di Caldara) che ha consentito a entrambi i club di risolvere un problema trasformandolo in opportunità è l'emblema della situazione attuale. Mai la Juventus avrebbe ceduto Higuain se avesse pensato di darlo a una diretta concorrente e mai il Milan avrebbe fatto lo stesso con Bonucci.

Milan-Juventus non è oggi il derby d'Italia ma non per questo non può regalare emozioni e sorprese. Basta tornare al 2016 e al doppio ko bianconero, prima a Milano (gol di Locatelli) poi a Doha nella Supercoppa che ha rappresentato il punto più alto della storia recente del Milan. Da quel giorno (23 dicembre 2016) ha vinto sempre la Juventus: 5 volte su 5, compreso il poker nell'ultima finale di Coppa Italia che passerà alla storia per le papere di Donnarumma. Ora un nuovo capitolo.

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Giovanni Capuano