Milan ed Inter ko: affonda la "madunina" del calcio
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Milan ed Inter ko: affonda la "madunina" del calcio

Mai così male insieme le due milanesi. Ma le malattie che le colpiscono sono diverse

Partiamo dalla fine. "Allegri non si tocca" fa sapere l'ad del Milan, Adriano Galliani. "Moratti è con noi" risponde Stramaccioni dopo la sconfitta dell'Inter in casa con il Siena. Dichiarazioni che in realtà vanno lette proprio al contrario. Allegri è mai come oggi sulla graticola e Massimo Moratti quando ha lasciato San Siro aveva la faccia buia delle giornate peggiori.

Ma cosa succede alle milanesi? I numeri sono da incubo. Dopo 4 giornate il MIlan ha solo 3 punti (frutto della vittoria a Bologna); per il resto solo sconfitte (due interne, Atalanta e Sampdoria, e quella di oggi ad Udine).

L'Inter dal canto suo non va molto meglio. I punti sono 6 (successi con Torino e Pescara, in trasferta e due sconfitte interne, con Roma ed oggi Siena). Lasciamo agli esperti di almanacchi i ricorsi storici. Ci fidiamo della nostra memoria che non ricorda una partenza così delle squadre rossonerazzurre. Le due squadre però soffrono di malattie profondamente diverse.

MILAN: Allegri si ostina a ricordare che negli ultimi due anni nessuno ha fatto i punti della sua squadra. Ha ragione. Dovrebbe però aggiungere che quella squadra non c'è più. Senza Ibra, Cassano, Seedorf, Thiago Silva, Nesta, Gattuso, Zambrotta, Inzaghi non se n'è andata solo il 90% della classe, ma forse (e questo fa ancora più male) il 100% del cuore.

I nuovi innesti di un mercato all'insegna delle vendite per motivi di bilancio, non sembrano in grado di cambiare il corso di una stagione che si preannunciava difficile e che invece sta diventando da incubo. Insomma, la squadra è quella che è dal punto di vista della testa avrebbe bisogno di un paio di settimane di stop per cacciare tutte le paure che annebbiano la testa e fanno tremare le gambe.

Peccato che però siamo nel pieno di un tour de force con partite (tra champions e camionato) ogni tre giorni. Così mercoledì a San Siro arriverà il Cagliari pronto a fare razzia a San Siro, con il vantaggio tra l'altro di non aver giocato oggi, quindi gambe riposate.

C'è poi da aggiungere che anche quella che è stata, se parliamo di dirigenti, senza dubbio la migliore società d'Italia e forse anche d'Europa comincia a mostrare crepe preoccupanti. Galliani in settimana ha dovuto anche fronteggiare (male) la lite tra Allegri e Inzaghi con foto e stretta di mano tra i due nella sala delle coppe che fa rabbrividire solo a pensarci. Perchè fino a pochi mesi fa era più semplice rubare un segreto al pentagono che far uscire una qualsivoglia notizia di problemi da Milanello.

C'è poi l'allenatore. Allegri è nervoso, si vede e si capisce. Ha accettato una sfida difficile (far bene con una squadra mediocre) ma sta mostrando limiti di personalità che uno spogliatoio purtroppo non può che percepire e mostrare in campo. Lo stile di via Turati è chiaro. Prima di esonerare qualcuno ne devono arrivare ancora di sconfitte. Berlusconi però sogna già Guardiola...

INTER: Il Triplete è ormai un foto sbiadita. E' stata l'estate degli addi e dei saluti dei campioni che hanno vinto tutto (e sui modi ci sarebbe parecchio da dire). Si è voltato pagina, per davvero. La squadra c'è, però ha un difetto evidente: prende troppi gol. E non perchè i difensori centrali faticano. Anzi.

Ranocchia, dopo un anno imbarazzante, tanto che era arrivato ad un passo dalla cessione, sta tornando quella promessa che era. E juan Jesus sta convincendo sempre più. Dalla loro poi c'è anche l'età, 44 anni in due. Il futuro è loro.

Il problema è nel modulo. L'Inter è una squadra spezzata in due: 7 difendono e 3 attaccano. Snejider, Milito e Cassano infatti la fase difensiva non la prendono nemmeno in considerazione. Certo, quando poi la palla ce l'anno tra i piedi, i pericoli fioccano. Ma dietro c'è spazio per tutti. Lo ha capito anche Stramaccioni.

"Davanti ho dei grandissimi giocatori, prima di lasciarne fuori uno volevo provarli insieme!" ha detto oggi nel dopo partita. Traduzione: dalla prossima gara solo due punte, Uno dei tre è pregato di accomodarsi in panchina. Chi? Milito? Difficile, dato che il Principe è l'unico attaccante di ruolo (Livaja è troppo acerbo). Snejider? Difficile anche questo dato che l'olandese è il giocatore di gran lunga più pagato della squadra, insomma, l'unico fuoriclasse ricnosciuto. Ed allora tocca a Cassano? Difficile anche questo, perché il carattere del barese lo conoscono anche i muri.

Sni quindi "cavoli amari" per Stramaccioni che ora dovrà trovare qual famoso equilibrio che va cercando dall'inizio della stagione. Un consiglio? A Torino l'Inter ha giocato con un attaccante in meno, è stata provicniale ma più coperta e non a caso ha portato a casa i tre punti. Forse quel modulo andrebbe riprovato un po' più spesso.

Di sicuro sia per il Milan  che per l'Inter va detta una cosa. Fino allo scorso maggio San Siro faceva paura a ogni avversario. Le piccole si presentavano come vittime sacrificali, ed avrebbero messo firme su firme per un pareggio. Oggi si presentano con il coltello tra i denti, pronte a puntare al colpo grosso.

Da oltre un decennio lo scudetto si decideva a Milano. Quest'anno, lo si è già capito, al Meazza si starà a guardare...

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