Torna il Milan di Berlusconi
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Torna il Milan di Berlusconi

Ecco perché il presidente, dopo anni passati a delegare, ha deciso di ricominciare a guidare e comandare il "suo Milan" - lo speciale sul calciomercato -

Qui comando io. Tre semplici parole per ribadire la propria autorità in casa rossonera. Silvio Berlusconi ha deciso di impossessarsi, nuovamente, dello scettro in casa Milan e, alla stregua di un monarca, ha imposto le proprie decisioni. A partire dalla non conferma di Max Allegri, che al presidente non è mai piaciuto granchè. Come dimenticare l'etichetta di "semplice maestro" il giorno della presentazione a Milanello tre anni fa o la lezione sul come pettinarsi dinanzi alle telecamere nel post-partita di un Milan-Juventus.

Al di là di queste schermaglie dialettiche Berlusconi non ha mai apprezzato il gioco avaro di spettacolarità del tecnico livornese, capace sì di vincere lo Scudetto 2011 ma con il Milan dei tre mediani. Una formazione in cui furono sacrificati sull'altare della fisicità e del dinamismo talenti cristallini come Andrea Pirlo e Ronaldinho, due pupilli del Cavaliere. Le voci di un possibile riassestamento dei quadri societari, emerse in queste ore, sono state fatte filtrare ad arte proprio da Berlusconi per rimettere tutti al loro posto.

Le acrobazie verbali di Galliani in primis, ma anche di molti giocatori in difesa di Allegri non sono piaciute al patron che già dallo scorso inverno ha promesso la panchina del club di via Turati a Clarence Seedorf. Una scelta volta ad un organizzazione più moderna della società, fautrice di questa politica la figlia Barbara che sta ottenendo sempre più spazio e potere in seno alla compagine rossonera. Un Seedorf al quale proprio il tycoon Mediaset ha consigliato a gennaio di cedere il Monza in modo tale da togliersi la grana della formazione monzese che ha regalato più amarezze che vittorie (due retrocessioni consecutive) al fuoriclasse olandese.

Il legame con i brianzoli dell'attuale (ancora per poco) giocatore del Botafogo avrebbe rischiato di rendere inviso, di riflesso, lo stesso Berlusconi in quello che rappresenta uno degli storici feudi elettorali di leader del PDL. Un Seedorf poliglotta e cittadino del mondo calcistico (4 Champions League vinte con tre squadre diverse) in risposta ai beceri cori razzisti sempre più spesso campeggianti negli stadi italiani, al fine di rendere così il Milan, oltre che il club più titolato al Mondo, anche un modello sociale.

Un Silvio Berlusconi che ora vorrebbe maggior spazio ed autorità per Filippo Galli. Alcune situazioni clientelari con procuratori vicini alla galassia milanista non sarebbero affatto piaciute al numero uno del Diavolo, che ha demandato alla figlia Barbara un riassestamento dirigenziale. Per questo motivo sei giorni fa in via Turati si è tenuto un vertice fra Barbara Berlusconi, lo stesso Filippo Galli, Ariedo Braida ed Adriano Galliani.

Più spazio a Barbara Berlusconi e autonomia a Filippo Galli: a dirigere le operazioni dall'alto, di nuovo in prima persona, Silvio Berlusconi. Per gli altri dirigenti ruoli cuciti su misura, tuttavia meno libertà di manovra sul mercato. Perchè da ventisette anni a comandare in casa Milan è uno solo.

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Nicolò Schira

Esperto di mercato TuttoLegaPro.com. ViceDirettore TuttoB.com. Reporter di Calciomercato su Panorama.it. Nel 2013 Sportitalia

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