Ecco perché il Milan ce la può fare
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Ecco perché il Milan ce la può fare

Scaramanzia, precedenti, arbitro e tattica: il Barcellona fa paura ma può anche finire bene

E' difficile ma non impossibile e questo è già un successo. Sarebbe un'impresa anche se non aprirebbe le porte a una discesa fino a Wembley perché questo Milan non sembra comunque costruito per vincere la Champions e il discorso non cambierebbe anche compiendo il capolavoro di eliminare il Barcellona chiudendo l'era di una delle squadre più belle e forti di sempre. Si può fare? Certo che si può. Cacciare Messi dalla Champions uscendo indenni dall'inferno del Camp Nou per infilarsi dritti nella storia. Si può eccome. Ecco perché:

1 - IL BARCELLONA IN CRISI E' UNA NOVITA'

Non si era mai visto da quando Guardiola ne ha preso possesso e l'ha costruito. E' vero, difficile sostenere che una squadra che ha già virtualmente vinto la Liga sia in crisi. Però è un po' come l'effetto del primo pugno messo a segno da Rocky contro Ivan Drago. Lo hanno preso a San Siro dove pensavano di passeggiare e ha lasciato il segno cancellandone le sicurezze. Hanno perso due volte contro il Real Madrid in una settimana e ora sono loro ad avere paura.

2 - GIOVENTU' E SPIRITO DI SACRIFICIO

Siccome è impensabile andare al Camp Nou e provare a fare la partita, l'unico disegno tattico sarà quello della sofferenza lasciando al Barcellona il possesso palla e cercando di renderlo in tic toc orizzontale privo di spunti. Allegri lo ha già fatto un anno fa: leggere gli score statistici delle sfide (2-2 e 3-1) a Barcellona con dominio dei blaugrana (34 tiri in porta) ma anche la sterile incapacità di deciderlo al di là degli episodi. Un anno fa senza un paio di rigori generosi... Oggi il Milan è giovane e corre tantissimo, meglio attrezzato di quello di Ibra a questo tipo di partita.

3 - L'ESEMPIO DI INTER E CHELSEA

Del resto c'è chi ce l'ha già fatta: Mourinho nel 2010 e Di Matteo nel 2012 hanno sfidato i marziani guardandoli negli occhi e sono usciti a pugni alzati. In entrambe le occasioni il Barcellona ha schiumato rabbia e promesso sfracelli ed entrambe le volte è stato trafitto da partite tatticamente perfette ed umili. Allegri ha anche un altro vantaggio: un anno fa Berlusconi pretendeva un Milan che "facesse il giuoco" anche al Camp Nou. Adesso l'allenatore è libero di fare come gli pare. Se l'è guadagnato sul campo.

4 - IL TRIDENTE PER FERMARE GLI ESTERNI

Il Barcellona ha bisogno di una partita perfetta. E' una macchina costruita su un gioco corale in cui gli esterni bassi (Dani Alves e Jordi Alba) sono quasi attaccanti aggiunti. Allegri non rinuncia al suo tridente offensivo e la mossa costringerà Roura a un pizzico di attenzione per evitare di lasciare praterie a El Shaarawy, Niang e Boateng che in contropiede possono fare malissimo. Certo, manca Pazzini col suo lavoro sporco per tenere su il pallone. Però il presupposto per fermare l'ingranaggio esiste.

5 - MESSI CI TEME

Lo ripeto: Messi ci teme. Altrimenti non si spiegherebbe come mai nelle ormai numerose sfide contro squadre italiane è riuscito a trovare la via della rete solo su calcio di rigore. Nulla su azione. E le sue pagelle contro di noi sono nettamente al di sotto della media stratosferica cui è abituato.

6 - I CATALANI NON SONO SUPERSTIZIONI

Nell'aprile 2010 tappezzarono Barcellona e il Camp Nou con il termine 'Remuntada'. Dovevano vendere cara la pelle etc... etc... Come è andata è noto. Non ci hanno pensato su due volte e oggi hanno rispolverato il vecchio slogan aggiornandolo ai tempi (è diventato #remuntada). Siamo sinceri: chi non ha sorriso in questi giorni vedendolo ovunque? A Napoli non se lo sarebbero nemmeno sognati.

7 - ARBITRA KASSAI

E allora? Arbitra Kassai ed è un numero uno (ma questo era logico) che rispetto ai suoi colleghi top non è un arbitro dal cartellino facile. In 22 gare di Champions arbitrate ne ha tirato fuori solo uno per somma di ammonizioni (82 gialli). Non è un dettaglio considerati i precedenti. Il Barcellona giocherà molto anche sulle provocazioni. Sono forti e abili a costruirsi il vantaggio numerico. Spesso le loro qualificazioni si sono decise anche così. Kassai è una garanzia.

8 - QUEI 14 PRECEDENTI...

In Catalogna hanno provato a mettere in fila i numeri e si sono convinti che si può fare. Nelle ultime 28 sfide di Champions giocate dal Barcellona al Camp Nou ben 9 volte è uscito un risultato che stasera qualificherebbe i blaugrana spendendo a casa il Milan e in 5 casi si andrebbe ai supplementari. Giochino statistico quasi inutile. Noi lo ribaltiamo. Ci sono 14 precedenti in cui il finale lo condannerebbe. E guarda caso è successo anche quando contava davvero. Quindi percentuale fifty-fifty. Al grande Barca non è mai riuscita una rimonta. Mai.

9 - GIOCANO SENZA ALLENATORE

La Champions è la competizione dei dettagli e non avere in panchina il proprio allenatore è più di un dettaglio. I limiti di Roura si sono già palesati tutti. Mai visto un tecnico trascorrere la partita attaccato al telefono e alle chat da New York. Si perde il senso dell'immediato e può costare carissimo. L'argomento era tabù fino a due settimane fa e adesso se ne parla apertamente. Brutto segno: significa che i giocatori percepiscono questa assenza.

10 - E POI PERCHE' NON DOVREBBE FARCELA?

Sì, perché? In fondo all'andata il Milan ha vinto meritatamente e portato a casa un risultato pesante. Segnare un gol al Camp Nou chiuderebbe i conti. Ma anche non subirne nei primi 45 minuti renderebbe la notte del Barcellona un'affannosa rincorsa. E poi questa squadra non ha addosso nessuna pressione: chi potrebbe criticarla in caso di eliminazione?

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Giovanni Capuano