Rosberg
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La Mercedes domina con Rosberg e... alla F1 servono nuove regole anti-noia

4 vittorie su quattro gare per il tedesco. E se per alcuni i cicli fanno parte del gioco, per altri (incluso Hamilton) occorre sperimentare altre formule

Nico Rosberg per quattro. Anzi, per sette. Tante sono le vittorie di fila del pilota tedesco al volante della Mercedes tra la fine del campionato 2015 e l'inizio della stagione in corso. Il figlio di Keke, ex vassallo del compagno di squadra Lewis Hamilton, dominatore assoluto degli ultimi due mondiali e ora alle prese con una jella che nemmeno Paperino, ha trovato il modo e i tempi per mettere tutti in riga. E' soltanto l'inizio, si dirà, ché la Ferrari preso o tardi sistemerà i limiti di affidabilità e lotterà fino all'ultimo giro per strappare alla Mercedes il monopolio della Formula 1. Possibile, anche se non probabile a giudicare dalla differenza di prestazioni mostrate in qualifiche e in gara. A Maranello dicono però che è tutto sotto controllo, che Roma non è stata costruita in un giorno e che da qui al capitolo finale di Abu Dhabi ne vedremo delle belle. Dicono. Nell'attesa di novità fuori e dentro i box, è iniziato ufficialmente a Sochi, in occasione del Gran premio della Russia, il valzer degli sbadigli. Film già visto: noto il finale, nota la trama. Le emozioni si consumano nel pronti e via della partenza, con il doppio tamponamento di Daniil Kvyat ai danni di un incolpevole Sebastian Vettel, e in qualche scaramuccia appena accennata nelle retrovie. Poi, monologo Rosberg. Che vince, anzi, stravince. E lo chiamano spettacolo. 

Da tre anni la Mercedes si presenta in pista con una monoposto che poco o nulla ha da spartire con le altre. E' più veloce, è più affidabile, come corre lei nessuna mai. Ad Hamilton va il merito di averne interpretato al meglio qualità e intenzioni, ma la lotta era impari sin dalle premesse, con un divario al limite dell'imbarazzante e certo, pure della noia, perché quando una gara viene decisa alla terza curva c'è poco da fare: resisti per la passione e nascondi sotto il cuscino il divertimento sperando in un domani migliore. Domani che i vertici della Formula 1, con a capo l'inossidabile Bernie Ecclestone, hanno provato a ravvivare all'inizio della stagione con una modifica nello svolgimento delle qualifiche che è stata bocciata al secondo tentativo, con tanti saluti a chi l'aveva pensata. L'obiettivo era manifesto: rendere più avvicente la lotta per la pole agli spettatori sugli spalti e a quelli sul divano di casa. E' andata malissimo, come ampiamente previsto da buona parte degli addetti ai lavori. D'accordo, tanti applausi alla Mercedes per aver sviluppato una macchina capace di travestirsi da missile. Ma poi c'è tutto il resto. C'è uno sport che perde spettatori corsa dopo corsa e non ha ancora capito come conquistare nuovi appassionati. E la sensazione, sempre più diffusa, è che il regolamento cambi ogni anno per non cambiare mai.

Per Giancarlo Minardi, ex direttore d'orchestra della scuderia che portava il suo nome e ora attento osservatore dei fatti della F1, non è un problema di regole, bensì di cicli. "Rosberg sta mettendo a frutto il lavoro che ha fatto nella parte finale dello scorso campionato - spiega Minardi a panorama.it - E' il pilota più in forma e carico, al contrario di Hamilton, che invece segna il passo tra guai di ogni tipo. La supremazia della Mercedes? E' evidente e durerà probabilmente ancora a lungo, per il divertimento meglio concentrarsi sul gruppo di inseguitori, che anche in Russia hanno fatto vedere cose interessanti. La Formula 1 va a cicli. Oggi va forte la Mercedes. Ieri è stato il turno della Red Bull di Vettel e prima ancora della Ferrari di Schumacher. Vince chi lavora meglio e la superiorità si ribalta soltanto con molta pazienza. Inutile appellarsi al regolamento. Vero, potrebbe cambiare qualcosa nelle qualifiche, ma in fondo è giusto che venga premiato chi va più veloce. E poi sono convinto che le cose andrebbero diversamente se al posto della Mercedes ci fosse la Ferrari. Perché non mi risulta che ci fossero molti sbadigli quando Schumacher vinceva una gara dopo l'altra senza trovare una grande resistenza da parte degli avversari".

Eppure, ad agitare le mani in segno di insoddisfazione è lo stesso Lewis Hamilton, che nel corso di un'intervista rilasciata ad Autosport, ha fatto sapere che è arrivato il momento di fare indossare nuovi abiti alla F1. "Credo che dovremmo usare questa stagione come un'opportunità per provare alcune idee che possano dare una scossa al fine settimana. Magari ai fan non piaceranno, ma almeno vedranno che abbiamo provato a fare qualcosa e che stiamo pensando a novità per il 2017", ha detto il britannico. Che poi ha aggiunto: "Non bisogna avere paura di provare cose nuove, ad esempio le nuove qualifiche in Australia non andavano bene e sarebbe stato meglio sostituirle sin da subito. L'abbiamo fatto dopo ma nel frattempo non è arrivata nessuna idea nuova. Negli ultimi 10 anni da giovedì a domenica non è cambiato quasi nulla, ma sarebbe invece divertentissimo se il formato cambiasse a ogni Gp. C'è bisogno di smuovere un po' le acque". L'avesse detto nel biennio precedente, quando dettava legge sulle piste di tutto il mondo mentre Rosberg raccoglieva margherite a causa di problemi tecnici da mani nei capelli, sarebbe tuttavia stato senza dubbio più convincente. 

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Dario Pelizzari