Memoriadi, i giochi olimpici della memoria
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Memoriadi, i giochi olimpici della memoria

Per ricordare non serve talento. Matteo Salvo (il campione italiano) ha imparato con il metodo delle mappe mentali

Il 24 novembre 2012 è una data da non dimenticare. Perché ad Antalia, in Turchia, iniziano le Memoriadi i giochi olimpici per chi ha la memoria lunga. In due giorni di gare, 100 atleti, uomini e donne, provenienti da tutto il mondo si sfideranno in 11 discipline da cuocere il cervello. Si va dalla maratona dei numeri, carte da gioco “veloci”, nomi e volti, addizioni e moltiplicazioni, chilometriche cifre binarie: tutto da tenere a mente e da ripetere ai giudici di gara. Cinesi, indiani, tedeschi e britannici la faranno da padrone. Ma c’è anche l’Italia in pista. Con Matteo Salvo, 36 anni e 122esimo nel ranking mondiale dei memorizzatori (ma in alcune discipline è nella top 30), e con un record personale di tutto rispetto: 644 numeri memorizzati in 30 minuti alla maratona dei campionati inglesi.

Sport da secchioni e da fenomeni da baraccone? Nient’affatto. Le competizioni della memoria nascono vent’anni fa in Inghilterra con lo scopo di promuovere fra tutti i cittadini nuove tecniche di apprendimento. E in sostanza con l’obiettivo di usare meglio il cervello. A tirare le fila c’è Tony Busan, lo psicologo britannico inventore della teoria delle mappe mentali, alla base dei metodi moderni di mnemonica. In questi giorni Matteo Salvo si sta allenando per le Memoriadi. La palestra ovviamente è la mente. E gli attrezzi sono numeri, volti, calcoli. Quando gli riesce trascorre anche 5 o sei ore a pompare i muscoli del ricordo. Di professione Matteo fa l’educatore della memoria: ha fondato a Torino Mindperformance, un centro specializzato in strategie di apprendimento. E insegna alla gente non dimenticare, ma a trattenere in testa nomi, volti, numeri, date. I suoi allievi sono manager, studenti e anche professori universitari.

«Le gare, come per ogni attività agonistica, sono situazioni estreme - spiega - I record di memoria, le centinaia di numeri che snoccioliamo in gara non sono, e non devono essere, il riferimento per tutti. Nella vita di tutti i giorni, tuttavia, la memoria è  alla base nei rapporti con gli altri. Non ricordare un nome o un volto genera situazioni spiacevoli. Oppure si fatica da matti per studiare un codice penale o civile. Se si impara a usare la memoria tutto diventa più facile».  Per Napoleone una testa senza memoria è una roccaforte senza guarnigione. Per Davide Hume una molla che vibra nel tempo. E quella molla per Matteo Salvo va comunque esercitata. Non serve a molto studiare a memoria gli elenchi telefonici o poesie come si faceva a scuola. Lui lo sa bene, anche perché si è avvicinato al mondo dei memorizzatori proprio perché da ragazzo aveva problemi di apprendimento e di memoria.

Serve un metodo, che Matteo ha mutuato da Tony Busan. Due consigli su tutti: «Trasformare una informazione in immagine, in modo tale che quell’immagine ci riporterà al dato astratto. E poi pensare in modo strano, originale, per trattenere ciò che vogliamo». Dopo le Memoriadi, la carovana dei memorizzatori si trasferirà a Londra. Perché l’altra data da tenere a mente è il 14 dicembre. A Londra si terranno i campionati del mondo di memoria. Questa volta, tra sfide di carte veloci e recordmen cinesi - alla scorsa edizione il 21 enne cinese Wang Feng ha sbaragliato tutti  memorizzando  500 cifre in 5 minuti, saranno in due a tenere in alto il gonfalone tricolore, Matteo Salvo e Simone Rosati. Ma la compagnia potrebbe presto allagarsi. Perché Matteo Salvo sta organizzando i primi campionati ufficiali italiani di memoria. «Il nostro paese non cura abbastanza la memoria. E non solo dal punto di vista storico, ma didattico».

I campionati si terranno il 23 e 24 marzo. La data è certa e non si può dimenticare. La sede è ancora da decidersi, Roma o Torino. Questo perché, a volte, gli sponsor hanno la memoria corta.

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