Kovacic, da fenomeno a meteora

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Kovacic, da fenomeno a meteora

Con Stramaccioni, il giovane centrocampista croato dell'Inter, era diventato un titolare inamovibile. Con Mazzarri, le cose sono cambiate. In peggio. Per lui, ipotesi prestito a gennaio

Largo ai giovani, ma soltanto a piccole dosi, perché devono avere il tempo di maturare e perché se si bruciano con prove al limite della sufficienza è un danno per tutti. Lo ripete da tempo Walter Mazzarri, tecnico dell'Inter che con Erick Thohir ha varato la linea verde, un intendimento che nasce dall'esigenza di abbassare in modo drastico l'età media della rosa nerazzurra e pure il monte ingaggi. Insomma, Mazzarri tira da una parte e Thohir dall'altra. Il primo ha spesso badato alla carta d'identità dei giocatori al suo servizio, scegliendo in diverse occasioni di dare spazio a coloro che avevano più esperienza. Il secondo ha dichiarato a gran voce che la strada è segnata e indietro non si può tornare: giovane è bello, giovane è meglio. Al centro di questo confronto, che secondo alcuni non tarderà a regalare sorprese più o meno gradevoli, c'è Mateo Kovacic, anni 19, una delle promesse più credibili del calcio internazionale.

Il giovanissimo centrocampista croato, già nel giro della Nazionale maggiore, è sbarcato a Milano via Zagabria (Dinamo) nel gennaio 2013 in cambio di circa 12 milioni di euro, mica bruscolini. Di lui si è sempre detto un gran bene. Ha un'ottima visione di gioco, sa saltare l'uomo come pochi altri colleghi della sua età e ha i numeri per fare la differenza anche nella Serie A. E' un regista avanzato, Kovacic, un Del Piero con più gambe e meno velleità da bomber. Andrea Stramaccioni, allora al comando della legione interista, spese per il suo nuovo gioiellino parole cariche di stima e di affetto. “Abbiamo trovato anche una struttura di gioco in cui Kovacic è fondamentale. Ha le caratteristiche da playmaker che cercavo”, disse l'ex tecnico dell'Inter, poco prima del siluramento firmato Massimo Moratti.

Dalle parole, ai fatti. Kovacic impiega poco più di un mese a convincere Strama. Il giovane croato fa il suo esordio con la maglia neroazzurra il 3 febbraio nella sconfitta esterna a Siena. Poi, torna in campo per altri due spezzoni di campionato (altre due sconfitte, con Fiorentina e Bologna), e sposta gli equilibri fuori e dentro il campo. Tanto che dal 30 marzo, storia del ko casalingo con la Juventus, Kovacic non salta più una partita in campionato. Da allora, per lui, novanta minuti, sempre. Anche in Coppa Italia. L'Inter fa acqua da tutte le parti, ma Kovacic riesce a salvarsi dalla caccia alle streghe che inevitabilmente prende forma dalle parti della Pinetina.

Con l'arrivo di Mazzarri le cose cambiano e non di poco. Se con Stramaccioni, Kovacic era diventato uno dei punti di riferimento del centrocampo interista, un elemento imprescindibile a cui affidare il pallino del gioco, bello da vedere e pure efficace, con l'ex allenatore del Napoli non è andata altrettanto bene, anzi. Lo dicono i numeri: Mazzarri preferisce inserire il giovane croato a gara in corso, spesso e volentieri. Un suo impiego dal primo minuto escluderebbe quelli in contemporanea di Alvarez e/o Guarin e WM non vuole rinunciare all'argentino e al colombiano, per nessuna ragione al mondo. Il confronto con il recente passato è impietoso. Con Strama, Kovacic ha giocato in campionato 13 partite, di cui 11 da titolare. Totale minuti: 1025. Con Mazzarri, sempre 13 partite, ma soltanto 5 da titolare. Totale minuti: 526. Ovvero, la metà.

Da qui, la pazza idea dell'Inter che presto potrebbe diventare un vero e proprio progetto di mercato: girare Kovacic in prestito a gennaio. Per consentirgli di ritornare protagonista, per permettergli di mostrare al ct della Croazia, Niko Kovac, che meriterebbe eccome un biglietto per Brasile 2014. Con Mazzarri, che l'anno scorso, a Napoli, ha applicato lo stesso canovaccio con Lorenzo Insigne, oggi uno dei più graditi di Rafa Benitez, è difficile che le cose migliorino a stretto giro di posta. E allora, ecco che la gita fuori Pinetina per la seconda parte della stagione farebbe probabilmente bene un po' a tutti, Kovacic compreso, si intende. Si dice che la Juventus sarebbe felice di accoglierlo tra le sue file per dare il cambio ad Andrea Pirlo. Ma non succederà. Thohir, pure se fresco di poltrona da primo della classe, ha già capito che alcune riflessioni è meglio non farle. Nemmeno a bassa voce.

Twitter: @dario_pelizzari

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Dario Pelizzari