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Marchionne e la nuova Ferrari "in salita"

Con Leo Turrini analizziamo le parole d'esordio a Maranello del nuovo n°1 della Rossa e lo scontro a distanza con Luca Cordero di Montezemolo

“Il 2015 sarà un anno difficile che ci metterà a dura prova. Abbiamo un ritardo che ci porteremo dietro tutta la stagione. Una stagione in salita”. La “prima” di Sergio Marchionne al tradizionale brindisi con la stampa internazionale in quel di Maranello è una doccia fredda da togliere il fiato. Per i contenuti, perché il neo-presidente della Ferrari ha ammesso che il prossimo campionato non potrà essere carico di sorrisi per il Cavallino. L'onestà, prima di tutto. Ma anche e soprattutto per la forma, perché l'amministratore delegato di Fca ha spedito al suo predecessore Luca Cordero di Montezemolo una lettera colma di cattivi pensieri. Altro che buoni propositi natalizi. La pensa così anche Leo Turrini, giornalista da sempre attento alle vicende della Formula 1.

Dall'entusiasmo al limite del possibile di Luca di Montezemolo al realismo senza fronzoli di Sergio Marchionne. In Ferrari è cambiato anche il modo di fare comunicazione.
“Ho vissuto l'era di Montezemolo in prima persona. Con lui alla guida dell'azienda è stato quasi un quarto di secolo meraviglioso, sia per i risultati in pista sia per la crescita esponenziale dell'azienda. Credo sia giusto sottolineare che negli ultimi dieci anni la Ferrari è diventata il bancomat della Fiat. Ora è iniziata un'era nuova, quella di Marchionne, che ieri abbiamo visto per la prima volta a Maranello nei panni ufficiali di presidente. E' tutto un altro mondo, vedremo nei prossimi anni quali saranno gli effetti del suo lavoro”.

“Abbiamo rinnovato tutto, si ricomincia. Quel che temo di più è il fatto che siamo partiti tardi per scelte fatte da altre persone”. Marchionne punta il dito su Montezemolo e non nasconde la mano. 
“Marchionne ha spiegato in maniera definitiva, al di là delle decisioni strategiche che riguardano l'azienda e la sua quotazione in Borsa, perché riteneva l'epopea di Montezemolo fosse conclusa. Ha letteralmente 'asfaltato' il suo predecessore. Dicendo che: 1) la stagione 2014 è stata una catastrofe, e su questo non possiamo che essere tutti d'accordo; 2) le scelte fatte nel 2014 hanno implicato ricadute terribili nel 2015, che sarà un anno in salita; 3) non ci si poteva permettere un capo del reparto corse, vedi Mattiacci, che non aveva una competenza specifica per quel ruolo nel momento in cui era necessario rilanciare la scuderia; 4) per i regolamenti che ci sono attualmente, è tutto sbagliato. Insomma, Marchionne ha presentato un panorama di rovine. Questa è la sua versione. Ci tengo a dire che a mio parere il nuovo presidente della Ferrari avrebbe anche rendere omaggio a Montezemolo, responsabile della conquista di 14 titoli mondiali. Era un atto dovuto e non l'ha fatto. Peccato”.

L'ex presidente della Ferrari non ha alcuna intenzione di fare la vittima designata. Poco fa, ha fatto sapere all'Ansa: “Non intendo raccogliere tali provocazioni. I successi sportivi, superiori a quelli conseguiti da qualunque altra squadra, la forza ed il prestigio raggiunto dal brand nel mondo ed i risultati economico-finanziari che sono stati fondamentali per il Gruppo FCA e che quest'anno saranno i migliori nella storia dell'Azienda, parlano da soli”. I bilanci fuori e dentro la pista dicono che ha ragione lui.

“E' la verità. Per l'azienda Ferrari quelli recenti con Montezemolo sono stati gli anni migliori di sempre. Il bilancio 2013 è andato benissimo e il 2014 non sarà da meno. Marchionne non ha il senso della storia. Aveva tutto il diritto di scegliere un altro manager per ragioni diverse, ma non doveva ignorare cosa ha rappresentato Montezemolo per la Ferrari. Ripeto: ho trovato imbarazzante che al suo debutto da presidente Marchionne abbia soltanto parlato male dei risultati negativi della pista nel 2014. La gente non è stupida. Evidentemente, ci sono problemi tra loro che noi non conosciamo. La conferma è arrivata poco dopo, quando Marchionne ha aggiunto che si sarebbe opposto alla candidatura del suo predecessore a capo dell'area commerciale della Formula 1, perché l'avrebbe considerata inopportuna. Ma che senso ha?”.

“Se vinceremo quattro gare saremo in paradiso”, ha detto Marchionne a proposito della stagione 2015. L'ultima volta che è stato raggiunto (e superato) un simile traguardo correva l'anno 2010. Come era più che prevedibile, il prossimo sarà un anno in salita.
“Anche se può dispiacere al tifoso, considero l'uscita di Marchionne un atto di onestà intellettuale. Siccome le regole non cambiano, è impossibile pensare che venga colmato in pochi mesi il distacco con la Mercedes. Chiunque conosca un minimo la realtà dell'automobilismo, sa che le cose non potrebbero andare diversamente. Puoi sperare di avvicinarti, nulla più. La Ferrari di oggi vive una situazione simile a quella che precedette l'arrivo di Montezemolo nel 1993. Allora come oggi è necessario ricostruire. Fece benissimo Montezemolo, che in pochi anni riuscì a trasformare la Ferrari in una realtà stimolante e avvincente, vediamo cosa farà Marchionne”.

Nel frattempo, Arrivabene ha fatto sapere di “non essere il mago Oronzo”. Cosa dovrà fare per sistemare i guai della Rossa nel minor tempo possibile?
“Arrivabene non è chiamato a vincere subito. Deve piuttosto dimostrare in pista che la Ferrari sta riducendo il gap con la Mercedes, che si sta avvicinando a chi adesso domina. Se ce la fa, fra un anno i migliori tecnici e i migliori piloti della Formula 1 torneranno a essere stimolati a lavorare a Maranello. E per far questo non bisogna essere il mago Oronzo. L'obiettivo per il 2015? Fare quello che la Williams ha fatto quest'anno. Sarebbe già tantissimo”.

Convinto della campagna acquisti di Maranello? L'ultimo arrivo è Jock Clear, ex spalla di Lewis Hamilton alla Mercedes. Prenderà il posto di Pat Fry.
“Sono molto più convinto della campagna cessioni. Arrivabene si è reso conto che c'erano persone che in Ferrari avevano fatto il loro tempo. Da qui, l'addio di Tombazis e Fry. Come si fa quando si entra in un nuovo appartamento, è necessario aprire le finestre e far entrare aria nuova. Peccato che dopo quanto è successo negli ultimi mesi era pressoché impossibile convincere i migliori tecnici in circolazione a sposare il progetto Ferrari. Quando Maranello avrà una programmazione credibile, anche questo problema verrà risolto. Marchionne ha detto che la sua filosofia aziendale è promuovere i numeri 2, ma non avrebbe potuto dire diversamente. A Maranello non è ancora tempo per i numeri uno”.

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Dario Pelizzari