Juve da Champions League a Manchester: riscatto o crisi
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Juve da Champions League a Manchester: riscatto o crisi

Dopo l'avvio choc in campionato, ecco la trasferta più difficile del girone. Allegri in emergenza torna al modulo di Conte

La finale di Berlino dista 101 giorni, quella di Milano è lontana otto mesi, ma vista da Manchester sembra così distante da essere quasi irraggiungibile. Troppo presa la Juventus a ritrovare se stessa per immaginare un cammino fino all'atto conclusivo della Champions: c'è da digerire l'inizio choc del campionato e trovare un risultato che sappia di riscatto. Fondamenta su cui far partire davvero il nuovo ciclo juventino, mettere a tacere critiche e dubbi e cominciare la lenta risalita.

Un piano alternativo non esiste e la consapevolezza che la tana del City sia il posto peggiore dove fare questi pensieri finisce per essere un vantaggio: impossibile sbagliare approccio o mancare di convinzione e concentrazione. Se una Juve vera esiste ancora, all'Etihad la vedremo subito in campo, altrimenti è tutta un'altra storia.

Allegri naviga nell'emergenza praticamente dal primo giorno di ritiro. La ricaduta (più grave) di Marchisio all'adduttore destro lo priva del faro rimasto a centrocampo per tutto il ciclo di partite fino alla prossima sosta della nazionale e lo mette con le spalle al muro. Chi al posto del Principino? Poi ci sono le difficoltà improvvise di una difesa che pareva imperforabile e i dubbi sull'attacco. Un menu che rischia di essere indigesto, ma che al tecnico livornese serve per legittimare la sua leadership su un'ambiente che dopo il punticino in tre giornate all'avvio della stagione ne ha rimesso in discussione ruolo e capacità.

Carattere, alibi e quei messaggi in codice

Le ultime settimane sono trascorse tra progetti, polemiche e qualche messaggio in codice lanciato tra società, allenatore, giocatori e viceversa. La sintesi l'ha fatta come al solito capitan Buffon parlando del fastidio che si prova per chi si piange addosso. Richiamo a chi si è lasciato andare al pessimismo dell'anno di transizione e, forse, anche a chi ha sottovalutato la portata della rifondazione tecnica in mezzo al campo. La Juventus di Berlino sommava nell'undici titolare 528 gettoni europei ed era una corrazzata blindata a tutto; quella di Manchester si ferma a 379 e deve dimostrare di avere i nervi d'acciaio prima ancora dei muscoli.

Come tradizione la società è compatta con Allegri e lo staff tecnico: un blocco unico per affrontare la prima vetrina europea dove, per una volta, anche a livello di mercato i bianconeri sono stati all'altezza delle big europee con i 114 milioni di euro investiti sul mercato estivo (134 spesi e una ventina incassati): non gli oltre 200 del Manchester City, ma i soldi non sono tutto se è vero che dal 2010 a oggi la Juventus ha speso la metà degli sceicchi di Mansour ma ha vinto infinitamente di più. Il messaggio, insomma, è che bisogna guardare l'avversario negli occhi senza farsi intimidire se si vuole che questa sia la stagione della conferma della Juventus nella Top8 europea.

Emergenza a centrocampo, torna il 3-5-2

Detto che anche Pellegrini non se la passa bene e deve rinunciare ad Aguero, Zabaleta, Clichy e Delph (ma recupera Sterling e Silva in extremis), l'infortunio di Marchisio costringe Allegri a tornare al passato. A Manchester si rivedrà la Juventus con il 3-5-2 di contiana memoria con Lichtsteiner ed Evra larghi sulle fasce, Pogba interno e un regista di ordine e fosforo davanti alla difesa. Non Pirlo, ovviamente, ma Hernanes che con il Chievo non è piaciuto ma che rappresenta l'unica opportunità visto che anche Padoin, uomo scelto con Udinese e Roma, non è nella lista Champions.

La novità è rappresentata dal probabile debutto del francesino Lemina, grande fisico e cattiveria agonistica, preferito agli strappi in profondità di Pereyra e alla solidità di Sturaro. Lui e Pogba al fianco di Hernanes, con il francese 'Miaster 100 milioni' caldamente pregato di ripresentarsi ai livelli che lo hanno spinto sul mercato con quotazione record cancellando la copia sbiadita delle ultime apparizioni.

Un tentativo di mettere centimetri e chili di muscoli al centro perchè in Europa si gioca un calcio con un'intensità che la Juve di questo inizio stagione nemmeno conosce. L'azzardo è che ne esca una squadra troppo difensiva con i soli Morata, Mandzukic e Pogba a cercare l'assalto alla porta di Hart. Andasse male, i fucili della critica sono già spianati.

Le probabili formazioni in campo alle 20,45

MANCHESTER CITY (4-2-3-1): Hart; Sagna, Cmpany, Mangala, Kolarov; Yaya Tourè, Fernandinho; Navas, Silva, De Bruyne; Sterling. Allenatore: Pellegrini

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini; Lichsteiner, Lemina, Hernanes, Pogba, Evra; Morata, Mandzukic. Allenatore: Allegri

ARBITRO. Skomina (Slovenia)

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Giovanni Capuano