Malmoe-Juventus: i 7 elementi che possono fare la differenza
MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images
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Malmoe-Juventus: i 7 elementi che possono fare la differenza

Bianconeri obbligati a vincere per accedere agli ottavi della Champions. Dal campo al modulo, ecco cosa potrebbe cambiare l'inerzia della gara

IL CAMPO

Il terreno di gioco dello Swedbank Stadium fa acqua da tutte le parti. Non è un prato che potrebbe/dovrebbe ospitare una gara della Champions League, lo dicono i bianconeri, lo riconoscono gli svedesi, che però fanno spallucce e dimostrano di non preoccuparsene oltremodo. Tutto chiaro: dai primi vagiti del calcio vale l'equazione campo così così uguale a partita in salita per la squadra più abile con il pallone tra i piedi. E poi c'è il ricordo amaro di Istanbul che pesa come un macigno sulle gambe dei giocatori di Allegri. Guardare avanti e non pensare, l'unico traguardo possibile. 

I PRECEDENTI DEL MALMOE

Dall'edizione 2011 a oggi, il fortino del Malmoe è stato violato soltanto una volta, l'ultima. Storia del 4 novembre scorso: l'Atletico Madrid di Diego Simeone fa il corsaro in Svezia e torna a casa con i tre punti (0-2). Prima di questo scivolone, il Malmoe aveva messo in fila, sul palcoscenico della Champions, 5 vittorie e 2 pareggi. Per carità, le squadre affrontate dal club svedese non sono state di altissimo profilo, eppure vale la pena prendere coscienza che non sarà una passeggiata. 

CAMPIONATO FINITO

Il Malmoe ha da poco messo in archivio il suo secondo trionfo consecutivo in campionato, il terzo negli ultimi cinque anni. In Svezia, dal 2010 a oggi, gli uomini del tecnico norvegese Age Hareide - 61 anni, ex commissario tecnico della Nazionale del suo Paese – fanno la voce grossa ormai da un lustro. E anche quest'anno hanno bollato la cartellino del titolo con 6 lunghezze di vantaggio dal IFK Goteborg. Tuttavia, l'ultima giornata del torneo si è disputata il primo novembre, vale a dire 25 giorni fa, e a questi livelli una pausa così lunga dalle sfide settimanali può pesare non poco sia sulle gambe, sia sulla testa. 

IL MODULO DI ALLEGRI

Da quando l'allenatore toscano ha dato libero sfogo alle proprie convinzioni in materia di modulo, trovando il modo di fare digerire alla squadra bianconera il 4-3-1-2 che tanto gli è caro, la Juve ha preso il volo, macinando prestazioni da 7 in pagella e convincendo i protagonisti fuori e dentro il campo della bontà dell'idea. Con i due laterali a spingere in fase offensiva e il trequartista a suggerire l'ultimo passaggio alla coppia di attaccanti è tutto un altro vedere. Ora si può dire: Allegri ha mollato la presa dai dettami di Conte e ha scelto di andare per la sua strada. Per il momento, ricca di piacevolissime sensazioni. 

LA CONDIZIONE DEI BIANCONERI

Pogba, soprattutto, ma pure Tevez, Pirlo, Marchisio e Pereyra. La cura Allegri per i malanni possibili di inizio inverno ha prodotto risultati straordinari. Lo dimostrano le condizioni fisiche di alcuni dei suoi giocatori più rappresentativi, che nelle ultime gare di campionato hanno fatto il diavolo a quattro, raccogliendo applausi a scena aperta. Come dire, non potrebbe andare meglio. Se nel giorno dell'insediamento avessero chiesto ad Allegri di firmare un patto con la sorte per arrivare a giocarsi la gara decisiva per l'accesso agli ottavi in questo stato di forma, lui non ci avrebbe pensato un attimo, c'è da giurarci.

IL MAL DI TRASFERTA

Juve pirata in Italia e timida al limite dell'imbarazzo in giro per l'Europa. La squadra bianconera non vince una gara in trasferta nella Champions League dal 12 febbraio del 2013. Allora, fu il Celtic a cadere sotto i colpi di Matri, Marchisio e Vucinic. Tre a zero per la Vecchia signora e tutti a casa, a brindare e sperare. Da quella sera, però, sono state soltanto lacrime e dolori. La sequenza è da film dell'orrore: 2-0 a Monaco contro il Bayern, 1-1 a Copenaghen, 2-1 a Madrid nella tana del Real, 1-0 a Istanbul contro il Galatasaray di Mancini, 1-0 nella Madrid di Simeone, 1-0 nel fortino dell'Olympiakos sul Pireo. Cinque sconfitte e un pareggio in sei gare. Per cambiare l'inerzia del percorso, è necessario sbancare Malmoe. 

IL COLPO ARTURO

La doppietta contro il Cesena, il gol rifilato al Palermo, poi briciole di classe e di talento che si sono bagnate sotto il cielo di Torino contro l'Olympiakos. A tempo scaduto, la possibilità per Vidal di mettere la ciliegina sulla qualificazione. Tiro, respinta del portiere, traversa. Greci battuti 3-2, ma ancora in corsa per il passaggio del turno. E Juve in preda a una crisi di nervi per aver mancato il colpo da k.o. Per ragioni diverse, Vidal non è ancora riuscito a prendere per mano la squadra di Allegri. Il suo talento non si discute e nemmeno la sua determinazione. Tuttavia, il popolo bianconero si aspetta altre cose dal cileno più forte che abbia mai messo piede in Italia. Capiterà in Svezia?

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Dario Pelizzari