"Ma LeBron è stato anche fortunato"
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"Ma LeBron è stato anche fortunato"

Il giudizio di Alessandro Mamoli sul trionfo di Miami: "Stagione irripetibile anche se James si è sbloccato". Nella gara decisiva tripla doppia per l'uomo atteso da tutti come il predestinato a raccogliere l'eredita di Michael Jordan

D'ora in poi non chiamatelo più 'perdente'. Rimarrà il prescelto per sempre e da oggi anche vincente con davanti una carriera ancora tutta da disegnare perché conquistare il primo anello Nba a 27 anni apre le porte a un futuro da grandissimo. La notte di LeBron James è stata dolce come quella di Miami. Tripla doppia per il primo titolo: 26 punti, 11 rimbalzi e 13 assist. Una prestazione mostruosa che ha trascinato i suoi al successo 121-106 (serie chiusa sul 4-1) contro Oklahoma City che sembrava pronta a vincere e che invece si è schiantata su Miami. Profeta e arma di questo gruppo l'uomo che un anno fa era uscito distrutto dalla finale persa contro Dallas e oggi può gustarsi la rivincita. Cosa cambierà d'ora in poi per LeBron James e per l'Nba? L'abbiamo chiesto ad Alessandro Mamoli, voce di Sky per il basket americano.

E' esagerato parlare di consacrazione per LeBron?

"A me non piacciono queste divisioni in fazioni. Chi ama il basket non poteva non apprezzare LeBron nemmeno quando perdeva e a maggior ragione continuerà ad apprezzarlo adesso".

Ha vinto perché ha risolto i suoi problemi?

"E' indubbio che avesse dei problemi altrimenti col potenziale che ha sarebbe arrivato prima al titolo. Credo che abbia cambiato modo di giocare. Ci hanno messo un po' perché anche nella prima parte di questi playoff non era stato così convincente. Poi, però, hanno deciso di metterlo lungo vicino al ferro e la squadra ha cominciato a giocare per lui. In quella posizione LeBron ha fatto la differenza"

Ha trovato finalmente una sua dimensione?

"Bisognerà vedere se sarà in grado di continuare a esprimersi così e poi bisogna anche avere il coraggio di dire che è stata una stagione particolare. Non si tratta di fare le pulci a un successo straordinario, ma è giusto chiedersi quante altre volte capiterà, ad esempio, di affrontare una serie come quella contro Boston senza quattro giocatori in cui comunque rischi di andare fuori. Diciamo che LeBron e gli altri sono stati bravi a fare tesoro delle esperienze dell'anno scorso ma è meglio attendere la controprova per dire se potranno aprire un ciclo"

Sta per aprirsi l'era di LeBron come ce ne sono state altre in passato di grandi campioni?

"Troppa fretta. Ci sono state coincidenze favorevoli che hanno spinto Miami al successo. Diciamo che è frutto al 70% di meriti e al 30% di fortuna che è una componente fondamentale ma non va sottovalutata"

Ha vinto a 27 anni. Tardi ma nemmeno troppo...

"Anche Michael Jordan aveva conquistato il primo anello alla stessa età. Vincere lo aiuterà certamente perché gli consentirà di sbloccarsi dal punto di vista psicologico anche se deve essere consapevole che ora tutti inizieranno il gioco dei paragoni con i grandi della storia Nba. Imparerà a reggere la pressione. In fondo doveva dimostrare soprattutto a se stesso di poter vincere e superare insicurezze che erano legate al modo in cui veniva impiegato"

Possiamo dire che da oggi inizia per lui una nuova fase della carriera?

"Certo e sarà una carriera da giocatore finalmente dominante. Su questo non ci sono dubbi. Però nessuno vince da solo e nemmeno LeBron James potrà farlo nei prossimi anni. Molto dipenderà anche da come si rinforzeranno le avversarie e da come cambierà il panorama della Nba".

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Giovanni Capuano