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ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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Lukaku e la fatica di entrare nell'Inter

Due gol segnati ma il gigante belga non è ancora integrato nel gioco di Conte. Pochi palloni toccati, condizione fisica da migliorare

Nessuna bocciatura perché è troppo presto, ma l'entrata di Romelu Lukaku nel mondo Inter è stata meno scintillante di quanto l'attaccante belga potesse immaginare e sperare. E' vero che alla voce 'gol segnati' il nuovo numero nove nerazzurro può già scrivere il numero 2 grazie al tap in vincente contro il Lecce e al rigore decisivo di Cagliari; però le prestazioni sono ancora lontane da uno standard continuo e soddisfacente.

Problemi fisici (contro l'Udinese ha giocato con la schiena bloccata), condizione da trovare dopo un'estate vissuta in attesa che si concretizzasse l'addio al Manchester United, ma anche e soprattutto una squadra e il suo centravanti che non hanno ancora imparato a conoscersi fino in fondo.

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C'è un numero che fotografa alla perfezione lo stato attuale ed è quello dei palloni toccati da Lukaku: 90. In 354 minuti in campo spalmati nelle prime tre gare di campionato e nello sfortunato debutto di Champions League contro lo Slavia Praga. In pratica il belga è coinvolto pochissimo nel gioco dei nerazzurri, tocca la sfera mediamente ogni 4 minuti, fa a sportellate spesso e volentieri con i difensori e quando si trova il pallone sui piedi non è nemmeno precisissimo nell'appoggio se è vero che le statistiche di Lega e Uefa segnalano complessivamente solo 44 passaggi completati con successo.

Lukaku dovrebbe lavorare molto per i compagni (quello che si accusava Icardi di non fare), ma in questa prima fase il risultato finale è un attaccante slegato rispetto al resto della squadra. La partita con lo Slavia Praga è stata la sintesi: solo 16 volte è stato raggiunto da imbeccate degli altri e in 6 casi si è trattato di palloni lunghi gettati nel suo raggio d'azione da Handanovic o D'Ambrosio. Troppo poco per esaltarne le qualità.

L'altro numero che certifica le difficoltà di inserimento è quello dei tiri in porta: uno contro il Lecce (gol), 2 a Cagliari (compreso il rigore vincente) e poi più nulla. Scena muta con Udinese e Slavia. Non un andazzo accettabile per un attaccante che in carriera ha segnato 238 gol tra club e nazionale belga, andando in doppia cifra in Premier League per sette stagioni consecutive.

Tutto può essere ricondotto alla necessità di lavorare sul suo inserimento e di rifinire una condizione fisica ancora insufficiente, però una delle chiavi di crescita dell'Inter - forse la più importante - è questa perché sarà soprattutto dai gol di Lukaku che passeranno le chance di vivere una stagione competitiva fino a maggio in Italia ed Europa.

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Giovanni Capuano