Lotito e l'inutile guerra della Juve
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Lotito e l'inutile guerra della Juve

La polemica tra Marotta e Lotito, ripulita dalle questioni personali sul titolo di studio del primo e sulla pericolosità sociale del secondo, segnala che la vicenda della guerra politica per la poltrona della Figc è entrata nella sua seconda fase, quella in cui tutti, favorevoli o contrari della calda estate delle banane, stanno iniziando a lavorare ai fianchi il governo debole di Tavecchio. Il potere di Lotito, esibito in maniera così evidente nella settimana azzurra al fianco di Conte, spaventa molti. Il presidente della Lazio, però, è un autentico fuoriclasse perché, mentre tutti discutevano della tuta esibita sul prato del San Nicola e del numero delle bottigliette d'acqua da imbarcare al check-in, ha approvato in un mese i due punti del programma riformatore che più gli interessavano con un blitz degno di una guerra lampo.

La prima questione era certamente condivisa da tutti i presidenti di club e, dunque, non ha sollevato scandalo: c'era da cancellare la temuta discriminazione territoriale e restituire le società alla trattativa con i gruppi ultras senza il terrore di squalifiche e penalizzazioni. Fatto e approvato in tempo utile per la prima di campionato. Il secondo punto, invece, era più delicato ma Lotito si è mosso come un carrarmato. Aveva in testa di far passare le multiproprietà per legittimare la sua politica (Lazio, Salernitana e - qualcuno sussurra - anche il Bari) e le multiproprietà sono state inserite nel pacchetto di riforme.

Marotta che lo attacca arriva fuori tempo massimo. Come sarebbe andata a finire era scritto con chiarezza a pagina 14 del programma elettorale di Tavecchio: "... le seconde proprietà possono offrire nuove risorse in termini di formazione dei giovani e spesso possono salvaguardare anche importanti realtà calcistiche territoriali altrimenti destinate a scomparire". Chiaro no? Il Lotito-pensiero messo per iscritto e approvato al primo momento utile.

Ah sì, Marotta dice anche che nel programma erano citate pure le seconde squadre. Ha ragione, ma deve aver letto male, perché la citazione esiste ed è allo stesso modo chiara: "Se le seconde squadre sono un concetto che deve ancora essere verificato e approfondito anche in una prospettiva di comparazione con altre realtà europee...". La Juve ha votato contro Tavecchio, ma i desiderata della Lega di serie A per il candidato Tavecchio risultano essere stati scritti da Lotito e Agnelli insieme. Quindi o Marotta non parla con Agnelli, oppure la Juventus è clamorosamente fuori tempo massimo nel rivendicare oggi una cosa che era già scritta nella pietra.

PS - Non si hanno notizie della reazione in casa-Inter (che invece Tavecchio e il suo programma lo ha votato). Siamo fermi al comunicato di benvenuto al nuovo presidente nel quale si sottolineava l'utilità delle "seconde squadre per trovare sbocchi immediati ai giovani". Scritto così. Testuale. Nemmeno loro avevano letto il programma sottoscritto.

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Giovanni Capuano