Londra 2012, salto a ostacoli tra i divieti
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Londra 2012, salto a ostacoli tra i divieti

Niente strette di mano, no ai matrimoni ed ai piedi nudi sul podio. Cosa "non fare"

Paese che vai, usanza che trovi, ma in questo caso alle tradizioni anglosassoni si uniscono timori legati al fatto di ospitare le Olimpiadi. E' per questo che chi si allena per Londra, deve anche prepararsi a conoscere tutte quelle regole messe bianco su nero apposta per i Giochi olimpici.

Un vademecum che inizia dal divieto agli atleti britannici di stringere le mani a rivali o membri di delegazioni stranierie, motivato dal medico ufficiale della Federazione olimpica inglese, il Boa. Secondo Ian McCurdie, infatti, il rischio di contagio e trasmissione di malattie e' molto alto: "Evitare le strette di mani per i nostri atleti - ha spiegato il dottore inglese - significa anche ridurre il rischio di infortuni e malattie causate dalla mancanza di igiene".

Mani in tasca o sui fianchi, dunque, sembrano suggerire gli esperti britannici, mentre e' possibile che in occasione delle premiazioni qualcuno si presenti sul podio a piedi nudi. In questo caso, pero', l'igiene non c'entra nulla. A "pesare" infatti sono gli sponsor. La squadra sportiva britannica indossa divise griffate Adidas, ma alcuni degli atleti inglesi piu' forti, dal ciclista Mark Cavendish al corridore Mo Farah, hanno contratti di sponsorizzazione personali con Nike o Puma, soprattutto per quanto riguarda le scarpe. Per evitare controversie in occasione delle premiazioni, dunque, potrebbe accadere che i corridori in questione scelgano di non indossare scarpe al momento di salire sul podio, come fece - ma per ben altri motivi - Abele Bikila, che vinse la maratona ai Giochi di Roma 1960 calcando il terreno scalzo.

Di tutt'altro genere il divieto che e' stato invece imposto dall'Home office del Regno Unito, ossia 'ente preposto al rilascio dei visti di soggiorno. Durante le due settimane dei Giochi olimpici e' stato infatti deciso allenatori, atleti e accompagnatori in genere avranno l'assoluto divieto di sposarsi e/o unirsi civilmente. La messa al bando di nozze e cerimonie gay non e' motivata da ragioni sportive, bensi' dal timore che qualcuno tra i 20 mila rappresentanti delle delegazioni olimpiche che saranno a Londra dal 27 luglio approfitti del soggiorno per chiedere la cittadinanza britannica.

Ecco dunque il divieto: "Mentre si troveranno nel Regno Unito, atleti e loro accompagnatori non potranno iscriversi ad alcun programma di studi, ne' sposarsi, ne' formare unioni civili" si legge nel documento ufficiale della UK Borders Agency. Ma se in molti hanno stortato il naso per questa che e' stata vista come limitazione alla liberta' personale, esiste almeno un precedente. In occasione dei Giochi del Commonwealth del 2002, infatti, l'intera delegazione della Sierra Leone fece perdere le proprie tracce non appena sbarcata a Manchester. Trenta persone svanite nel nulla, cosi' come due atleti 16enni che lo scorso anno sparirono dall'aeroporto, appena giunti dal Camerun, in occasione di una manifestazione sportiva giovanile.

Dalla sfera civile a quella religiosa, in occasione delle Olimpiadi di Londra il Comitato organizzatore e il Cio devono fare i conti anche con il ramadan, che iniziera' il 20 luglio per terminare il 18 agosto, dunque esattamente in coincidenza con la manifestazione sportiva. Un periodo durante il quale agli atleti musulmani e' imposto sono imposti il digiuno e il divieto di assumere liquidi dall'alba al tramonto. Un bel problema se si tiene presente che a fine luglio le temperature saranno elevate e per gli sportivi (e non solo) non bere rappresenta un alto rischio di disidratazione.

Ma ce n'è anche per la cucina. Niente carne per i cinesi: "c'è il rischio di ingerire il clenbuterolo, sostanza dopante che si trova facilmente nella bistecca" è stata la motivazione della delegazione di Pechino.

Su questo il Locog e il Cio non si sono pronunciati, anche se il numero di sportivi di fede islamica dovrebbe aggirarsi sui 3 mila su un totale di 11 mila atleti presenti a Londra.

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Eleonora Lorusso