Londra 2012: la festa dell'indifferenza
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Londra 2012: la festa dell'indifferenza

C'è poco calore in città. Ma in fondo gli inglesi sono questi. Prendere o lasciare

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Questa storia potrebbe essere raccontata in due modi completamente diversi.

Si potrebbe parlare di una città in festa, estatica di fronte alla coreografia di una cerimonia olimpica definita senza pari, a gioire davanti all'orologio di Trafalgar Square che segna ormai lo 0.00.00.

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Oppure si potrebbe parlare di una città indifferente, con appena un centinaio di persone a Piccadilly Circus dove solo uno schermo era dedicato all'apertura e l'unica manifestazione di entusiamo dimostrata sono stati i fischi, molto antisportivi, al passaggio della delegazione americana.

Dei bar che non accolgono la gente e se non ordini entro due minuti ti chiedono di uscire, seppure mezzi vuoti, del poco traffico, della totale assenza del gioioso clamore dei clacson e del vuoto silenzioso e triste di Waterloo Place. Il discorso stesso di Sebastian Coe è stato privo dell’enfasi e soprattutto della passione che ci si attendeva, forse, in fondo, è nell’animo di questo popolo essere poco appassionato e ruvido, come un maglione di shetland.

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In ogni caso benvenuti a Londra e comunque vada the show must go on.

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