Le Olimpiadi non sono ancora iniziate, ma a Londra i conti già non tornano
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Le Olimpiadi non sono ancora iniziate, ma a Londra i conti già non tornano

Il calcio non fa vendere biglietti? Si riduce la capacità degli stadi. A Londra è già tempo di tagli

Meno 8 giorni all’inizio dei Giochi di Londra. Nella city, sale la febbre per l’evento atteso da anni. Il sistema organizzativo inglese prova a reggere, pur tra mille difficoltà, il peso dell’entusiasmo olimpico. I guai sono all’ordine del giorno e coinvolgono un po’ tutti. Comitato organizzatore, certo, ma non soltanto. Il business la fa da padrone, e i conti già non tornano

Ridotta la capienza degli stadi olimpici. Mezzo milione di biglietti validi per l’accesso alle gare del torneo di calcio sono stati ritirati dalla vendita per mancanza di take-up, richiesta. Il pallone alle Olimpiadi interessa ma anche no, praticamente da sempre. L’organizzazione ha dovuto procedere di conseguenza, rivedendo la capacità degli impianti per ragioni di sicurezza. Per Sebastian Coe, presidente del comitato organizzatore di Londra 2012, non si tratta di una notizia inattesa, tutt’altro.  

“Abbiamo venduto tagliandi per le partite di calcio più di qualsiasi altro avvenimento sportivo – ha dichiarato il numero 1 dei Giochi -. Per l’incontro tra Gran Bretagna e Nuova Zelanda, valido per il tabellone del torneo femminile, abbiamo venduto circa 38 mila biglietti. Un dato di tutto rispetto se si considera che per la finale femminile di Fa Cup 2012, che si è disputata all’Emirates Stadium di Londra, ne sono stati invece venduti appena 5 mila. In ogni caso, sapevamo che l’attrattiva del calcio alle Olimpiadi è sempre una sfida”.

Tagliata la cerimonia inaugurale allo Stadio Olimpico. Per permettere agli spettatori, questa la motivazione ufficiale, di tornare a casa in tempo con i mezzi pubblici. Tutto chiaro, quindi, almeno qui. E invece, no. Per il Sun , le ragioni sono altre. E riguardano la carenza di guardie di sicurezza agli ingressi e alle uscite degli impianti. Un problema che darà origine, molto presumibilmente, a code lunghissime e a probabili ritardi nel programma del cerimoniale. Dunque, via a 30 minuti di spettacolo. Danny Boyle, il regista che ha studiato la coreografia del giorno più importante di Londra da 60 anni a questa parte, la firma di Trainspotting e di tanti altri successi in pellicola, ha dovuto rinunciare al finale con gli acrobati in bicicletta.

A proposito dello spettacolo in programma, confermatissima la presenza di cavalli, cane, oche e pecore sul manto erboso dell’Olimpico. Che si trasformerà, per l’occasione, in una fattoria in stile old school, con tanto di recinti, laghetti e nubi artificiali che faranno scendere pioggia vera. Intorno, sulla pista di atletica, sfileranno le rappresentative delle nazionali coinvolte. A chiudere la cerimonia di apertura, un ospite illustre e profondamente inglese, Sir Paul McCartney, l’ultimo erede dei Beatles.

Sponsor olimpici sotto pressione per rinunciare alle  agevolazioni fiscali previste dal Comitato olimpico internazionale a  beneficio delle aziende non britanniche impegnate in modi e forme  diverse nel grande ingranaggio a cinque cerchi. Una generosa copertura  fiscale valida per 7 mesi o poco meno, dal 30 marzo all’8 novembre di  quest’anno. E aperta soltanto a tutti i brand che sono riusciti a farsi  accreditare dall’organizzazione olimpica come “non resident companies”.  Secondo Richard Murphy, direttore di Tax Research Uk, intervistato stamane dall’Indipendent ,  le mancate entrate per l’applicazione di questa sorta di scudo fiscale  pro aziende estere ammonterebbeo a circa 10 milioni di pounds, che  corrispondono a circa 12,7 milioni di euro.

“Le Olimpiadi sono  fondate su un ideale di partecipazione – ha dichiarato Murphy -. E le  tasse dovrebbero seguire lo stesso principio, che ognuno faccia la sua  parte. L’agevolazione prevista per queste aziende mina le basi  dell’ideale olimpico e mette le Olimpiadi al di fuori della società”. La  protesta viaggia anche su Internet. E’ in linea una raccolta firme a  cui hanno già aderito più di 160 mila persone. L’obiettivo? Spingere gli  sponsor di Londra 2012 a rinunciare alle agevolazioni fiscali e a  pagare il dovuto. Coca Cola e McDonald’s avrebbero già  fatto sapere di essere disposte a non aderire ai benefici previsti dal  Comitato olimpico internazionale. Le Olimpiadi generano business  milionari, vietato sbagliare.

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Dario Pelizzari