Lo sport più amato alle Olimpiadi? Il sesso
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Lo sport più amato alle Olimpiadi? Il sesso

A Londra ed al villaggio olimpico non si parla (e non si fa) d'altro. Come in passato...

Sesso. E’ stato l’argomento più gettonato della vigilia olimpica, perfino un po’ troppo anche se irresistibile è sempre la tentazione di frugare sotto le lenzuola altrui. Belli, giovani, pieni di muscoli e di ormoni. Una specie di gita scolastica per adulti, per come la vede qualcuno. Poi senza nemmeno la possibilità di comunicare con il mondo, chiusi lì dentro nel villaggio blindato. Ma cosa faranno mai? Voli di fantasia, che non è peccato. Tanto più se, non richiesta, una bellissima come Hope Solo, un nome e un programma, portiere della nazionale americana di calcio, dice che lì dentro di tromba come ricci.

Apre il vaso di Pandora e tutti ci tuffiamo come tanti pesci curiosi. E la domanda diventa obbligatoria ogni volta che hai a che fare con qualcuno che alle Olimpiadi c’è stato.

Lasciamo stare Federica Pellegrini, troppo banale: a sentire lei, come esce dalla piscina si infila le scarpe col tacco e corre in camera da letto.

Uno credibile per molti motivi è Aldo Montano che non ha più bisogno di troppa pubblicità sulle sue virtù. Dice Aldone che lì dentro si fa, si combina. Basta guardare alla montagna di preservativi che, ormai abitudine, viene paracadutata su quelle palazzine chiuse al mondo. . Montano ha anche precisato che una buona metà almeno finisce in gavettoni. Ed è la metà che ai curiosi interessa meno.

C’è Pietro Mennea che racconta come l’impossibilità di resistere alla tentazione gli costò una medaglia. Tutti quanti ammettono che chi va all’Olimpiade per fare l’atleta (la stragrande maggioranza), cede sì volentieri ai piaceri della carne, ma solo dopo aver gareggiato. E i piaceri della carne sono poi, quelli che uno preferisce, perché modi per festeggiare ce ne è più d’uno.

Si racconta ad esempio che gli atleti russi, preferiscono fare da soli (ma no, che avete capito??). Nel senso che dopo le gare si chiudono in stanza con una cassa di vodka. Per i latini la musica è per fortuna un po’ diversa: lì sì ci danno, in modo molto più sano, tra brasiliani, spagnoli, italiani. Una faza una raza. Ci allineiamo volentieri, anche se solo con il pensiero. Ma non pensiate che siano solo un branco di porcelloni.

Ad esempio l’amico Andrea Zorzi che di Olimpiadi e relativi villaggi ne ha girati tre come atleta, ammette candido di aver adoperato una valanga di preservativi ma solo a scopo palloncino pieno d’acqua. “Però al villaggio olimpico conobbi mia moglie”, aggiunge Andrea, maestro di eleganza e di poesia.

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Carlo Genta