Le Olimpiadi? Si vincono anche con la mente
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Le Olimpiadi? Si vincono anche con la mente

Allenamento mentale, autostima e consapevolezza: i segreti per un podio sicuro

Allenamento mentale? E’ la medicina miracolosa dell’atleta”. Ignazio Surra, coach e formatore professionista di manager e sportivi, non ha dubbi: per formare un grande campione bisogna lavorare soprattutto sul cervello.

“Sono tre le aree sulle quali occorre formare uno sportivo che deve affrontare le gare olimpioniche: allenamento tecnico, allenamento fisico e allenamento mentale. E senza una adeguata formazione della mente non si raggiunge nessun risultato. E’ provato”

Qual è la caratteristica principale sulla quale un coach deve lavorare per ottenere risultati e performance eccellenti da uno sportivo?
La passione  è il motore centrale. E’ il piacere, il divertimento che deve provare l’atleta a trasformarsi nella motivazione intrinseca che determina il risultato finale positivo. Lo sportivo deve pensare: mi alleno per avere alte prestazioni e non devo vincere per guadagnare.

Allenare la mente, come e in che cosa consiste?
Serve a semplificare la vita e le performance dello sportivo. Lavorare sulla mente significa portare l’attenzione sui fattori che sono sotto il controllo diretto dello sportivo. L’atleta deve sempre domandarsi “che cosa posso fare io” e concentrarsi sulle sue capacità, sull’avversario, sulla situazione e l’attimo che sta vivendo. In sostanza, deve rendersi impermeabile all’esterno, ai giudizi dei giornalisti, degli pseudo esperti e deve fortificare la sua autostima.

E il campione come può raggiungere questa sicurezza?
Sono tre i punti fondamentali sui quali devono focalizzarsi gli olimpionici in gara: 1)avere un obiettivo chiaro e una motivazione molto forte; 2)sapere dove sono adesso, quindi la consapevolezza della loro preparazione, e  quanto dista da loro stessi l’obiettivo che si sono prefissati di raggiungere; 3) Saper costruire una strategia. Sembra sciocco ma il terzo punto è fondamentale quanto un allenamento tecnico oppure fisico.

In che cosa consiste e come si può costruire una strategia?
La strategia si costruisce  prendendo consapevolezza delle proprie sensazioni e aumentandone il controllo ovvero, la capacità di poter controllare tutto quello che sta accadendo. Insomma, lo sportivo con la mente allenata riesce a controllare se stesso e la situazione, esempio la gara diretta o la sfida diretta, al 100% indipendentemente dal contesto che lo circonda.   In questo caso la sensazione di stress e ansia diventa inversamente proporzionale alla sensazione di potere e controllo che lo sportivo ha sull’ambiente.

Quali sono le problematiche che riscontra più frequentemente nei campioni che si rivolgono a lei?
La carenza della passione. Ad esempio, i calciatori, dimenticano le sensazioni di piacere provate sui campetti di calcio prima di diventare dei lavoratori del pallone. E’ la trasformazione tra passione e mestiere che rovina il campione. Quando la passione si trasforma in mero lavoro, si perdono i risultati.  Un altro aspetto, molto importante, è che l’atleta deve rendersi consapevole che ogni giorno non può raggiungere lo stesso risultato o lo stesso obiettivo.

Quanto può influire sul risultato finale l’allenamento mentale?
A voler minimizzare, possiamo dire un buon 30%. La mente è capace di fare grandi cose e operare notevoli cambiamenti sulla persona e i suoi atteggiamenti  e  di conseguenza  sul risultato finale di una gara o di una competizione.

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Nadia Francalacci