Lotito e la guerra dei biglietti: prezzo doppio per la Juve
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Lotito e la guerra dei biglietti: prezzo doppio per la Juve

La Lazio punta al super-incasso, i tifosi protestano e il club fa (mezza) marcia indietro. Ma ha ragione, visto l'Olimpico deserto per protesta

Chi ha ragione tra Lotito e i suoi tifosi nella guerra del grano che si è innescata in vista della partita tra Lazio e Juventus, in programma all’Olimpico subito dopo la sosta della nazionale? A pelle viene da rispondere a favore dei tifosi, visto che non c’è partita tra chi paga per assistere a uno spettacolo e chi oggi lo governa, trascinando lentamente il nostro calcio nel baratro. Questa volta, però, la vicenda merita un approfondimento perché la libertà di impresa, in questo caso la libertà di un presidente di massimizzare i profitti, ha delle ragioni nei confronti del desiderio dei tifosi di scegliere liberamente quando e come seguire la squadra allo stadio. La vicenda è nota e sta facendo discutere soprattutto dentro il Grande Raccordo Anulare. In vista della gara contro la Juventus, Lotito ha praticamente raddoppiato il prezzo dei biglietti per tutti i settori dell’Olimpico, dalle curve fino alla tribuna.

Niente agevolazioni e niente ingressi scontati. Sospese le iniziative con l’unica eccezione dei tradizionali biglietti ridotti. Proteste dei tifosi e parziale retromarcia per le curve, che invece dei preventivati 36 euro costeranno 25, contro i 16 abituali. Un autogol o una scelta economicamente inattaccabile? Vada per la seconda, a costo di vedere un Olimpico semi deserto di colori biancazzurri e riempito di juventini del centro e sud Italia. Lotito ha il diritto di ricavare il massimo possibile da una partita irripetibile, con la Lazio terza e i campioni d’Italia ospiti. I tifosi hanno avuto tutta l’estate per abbonarsi e condividere lo sforzo economico della società, che in estate ha scelto di non vendere nessuno investendo su una squadra competitiva. Non l’hanno fatto e i motivi sono noti. Adesso vale la legge del mercato, per la quale un singolo tagliando di un evento costa certamente di più, molto di più, di quanto valga confuso in una tessera. Stop.

I laziali dovrebbero essere grati a Lotito per come conduce dal punto di vista finanziario il club e per il peso politico che è stato capace di costruire attorno a sé, e di conseguenza attorno alla Lazio, in questi anni. La guerra al padrone ha prodotto sinora, come principale vittima, la società stessa. L’Olimpico è semi vuoto da troppo tempo: 30.970 la media spettatori delle prime cinque in casa, come accade ormai da un lustro. Gli abbonati sono vicini al minimo storico (17.225) e spesso vanno allo stadio, insieme ai pochi paganti, per contestare il presidente chiedendogli di andarsene. Che Lotito decida che il prossimo 23 novembre per farlo debbano tirare fuori dal portafogli un po’ di più non ha nulla di scandaloso. La Lazio è sua e di nessun altro. Chi starà fuori potrà sempre ripensarci l’estate prossima.

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Giovanni Capuano