Laura Biondo, Maradona in gonnella
La campionessa di freestyle racconta la sua passione per il pallone e quel concorso per sole donne da lei organizzato
Si chiama Laura Biondo, ha 24 anni, è nata in Venezuela ma le sue origini italiane sono evidenti. Dal cognome e dalla passione per lo sport tricolore per eccellenza: il calcio. No, il tifo per la Juventus o la Nazionale non c’entra: Laura è un vero fenomeno con il pallone ai piedi, al punto che il libro dei Guinness ha segnato ben due record a suo nome. E non solo, perché la sua specialità è il freestyle e con i suoi trick spettacolari – tra colpi di testa, giochi di spalle e tocchi di ginocchia – fa volteggiare la sfera di cuoio (ma anche palline da tennis e da ping pong) come un’acrobata.
Non capita spesso che una ragazza sappia palleggiare come Maradona. Come ha cominciato?
Per caso, nel 2007: stavo facendo pratica da sola e un freestyler mi ha invitato a unirmi al suo gruppo. Prima giocavo a calcio, sulle orme di mio fratello ma, appena ho scoperto il freestyle, ho abbandonato il campo: a divertimento non c’è paragone!
Nonostante si dedichi alla disciplina da pochi anni, è già diventata una campionessa: a ottobre ha partecipato alla finale del Mondiale Red Bull Street Style a Lecce e in autunno ritenterà di conquistare il titolo a Tokyo.
In Puglia ero l’unica a rappresentare l’Italia: per me è stato un grande onore. Sono venuta qui la prima volta a 13 anni e mi sono sentita subito a casa. Ecco perché ho deciso di trasferirmi definitivamente a Verona, dove abito dal 2005.
Quanto si allena?
In vista di una gara, almeno tre ore al giorno, tra esercizi in palestra e con la palla. Nonostante mi giochi tutto in 90 secondi, il tempo che ho a disposizione in una competizione.
E quando non si esercita, cosa fa?
Disegno; da piccola sognavo di lavorare alla Disney, e studio. Mi piacerebbe diventare una manager organizzatrice di eventi e sono iscritta alla Facoltà di Economia e Commercio. Fuori corso: il tempo che mi rimane per i libri è scarso, tra sedute in palestra, esercizi con il pallone e gare.
La fatica è parecchia ma le soddisfazioni non mancano. Come il doppio record grazie al quale è entrata nel libro dei Guinness due anni fa.
Sì, i 43 All around the world (mentre la palla è in aria, il piede che l’ha lanciata esegue un cerchio intorno e la riprende, ndr) e i 176 palleggi di testa in un minuto restano imbattuti. Sono molto orgogliosa dei miei due primati.
Un’altra soddisfazione sarà vedere le facce stupite dei ragazzi che la vedono in azione.
In effetti, spesso restano a bocca aperta. C’è chi sta zitto perché soffre il complesso di inferiorità e c’è chi non dice una parola per ammirazione.
Sono di più i primi o i secondi?
I secondi che, quando metto il pallone a terra, mi riempiono di complimenti.
Dica la verità: ha uno stuolo di ammiratori.
Una ragazza che se la cava a calcio esercita un certo fascino sui maschi, lo ammetto. Pensi che ho ricevuto persino una proposta di matrimonio! (ride, ndr). “Laura, sei la mia donna ideale, sposami!” mi ha urlato un fan.
Lei l’ha trovato il suo uomo ideale?
Non ancora. Di sicuro sarà sportivo ma non un “collega”. Anche se ammiro tantissimo i miei compagni d’avventura – sogno di diventare brava quanto loro, che sono a livelli esagerati – e ad alcuni mi lega un’amicizia splendida, preferisco evitare i tipi famosi. Amo la vita tranquilla, lontana dai riflettori.
T-shirt, calzoncini e scarpette sono la sua tenuta da lavoro: fuori dalla palestra cosa indossa?
Premetto che non sono una patita dello shopping – fosse per me, gli outlet chiuderebbero tutti! – e il mio idolo è Mia Hamm, la calciatrice numero uno in assoluto, non una top model (ride, ndr). Di solito vesto casual, leggings o gonne gipsy e maglie, ma per le occasioni speciali metto volentieri l’abito elegante con un bel tacco dieci. E ho un debole per orecchini e collane, che cambio spesso.
Non è un maschiaccio, insomma.
No, anzi: cerco di portare un tocco femminile anche mentre palleggio.
Cioè?
Come nei trick, non lascio niente al caso nemmeno nel look. La coda di cavallo è d’obbligo per questioni di praticità e per evitare che mi diano fastidio in azione ma li tengo sempre in ordine con il gel e mi piace cambiare spesso il taglio. Poi, abbino la divisa a scarpe e smalto. Per la mia preferita, fucsia e rosa, scelgo lo smalto nero in contrasto; quando indosso quella bianca e rossa, preferisco la french manicure bianca con i brillantini.
È stato difficile entrare in un mondo maschile come quello del pallone?
Be’, di sicuro non è stato facile. Però, se dimostri talento, impegno e voglia di imparare, i ragazzi ti spalancano la porta e ti rispettano. L’ambiente del freestyle è splendido: siamo una tribù in cui ci si aiuta reciprocamente. Tra noi non c’è invidia: ci alleniamo insieme per migliorarci.
Ai ragazzi invidia qualcosa?
Il fisico, molto più potente e robusto. Rispetto a loro, io parto con uno svantaggio notevole.
Una dote, invece, tutta femminile?
La grinta, proprio perché dobbiamo compensare le doti naturali che ci mancano. Per riuscire in questa specialità, noi ragazze dobbiamo metterci il triplo della costanza e del lavoro. Non a caso, siamo soltanto una quindicina in tutto il mondo e, tra queste, quelle che eccellono si contano sulle dita di una mano.
Lei non teme di certo la concorrenza: Female Online Bash, il primo concorso online riservato alle ragazze, è una sua idea.
E gareggio, naturalmente! La fase finale si svolgerà a marzo con cinque giudici internazionali che voteranno. Questa è la prima edizione e abbiamo ricevuto un buon numero di video in cui le partecipanti mostrano le loro performance. L'obiettivo è lo stesso del portale ufficiale del freestyle femminile I Am A Female Football Frestyler che si trova su Facebook e di cui sono amministratrice con altre appassionate: far aumentare le quote rosa nella disciplina. Più siamo, meglio è: il livello crescerebbe e quindi ne gioverebbe lo spettacolo. In più, sono sicura che lo spirito di solidarietà tutto femminile ci permetterebbe di instaurare splendide amicizie e... unire le forze per superare i ragazzi!