La Superbike vola in Algarve
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La Superbike vola in Algarve

Tra i saliscendi di Portimao, la lotta al vertice sarà una faccenda a quattro tra Kawasaki e Aprilia

Portimao, ottavo round del Campionato Mondiale Superbike. L'osservato speciale della tappa portoghese tornerà ad essere Tom Sykes che, con la terza doppietta dell'anno, ha spazzato via tutti i dubbi che avevano circondato il suo avvio di stagione. Già vincitore su questo stesso tracciato nel 2012, il pilota britannico ha allungato con decisione le distanze dai due piloti che lo tallonano, Sylvain Guintoli e Loris Baz, distaccati rispettivamente di 39 e 41 punti.

Grande attenzione anche nei confronti di Marco Melandri che, ad oggi, risulta essere il pilota più prolifico di successi sulla pista portoghese. Il suo distacco dal vertice della classifica è ampio, ma le buone prestazioni registrate nelle ultime gare rivelano un feeling sempre in crescita con la sua Rsv4 e lasciano ben sperare per il prosieguo del Campionato.

Per l'altro top rider italiano, Davide Giugliano, si tratta del ritorno sul circuito in cui fece il suo esordio, nel 2011, in Superbike.

IL CIRCUITO - Considerato dai piloti come uno dei tracciati più belli del circus per via dei suggestivi cambi di pendenza e delle curve cieche, Portimao è entrato a far parte del calendario iridato nel 2008, subito dopo essere stato inaugurato. Disegnato dall'architetto Ricardo Pina, misura 4.592 metri con il rettilineo d’arrivo di 835 metri e con 9 curve a destra e 6 a sinistra.

LE GOMME - Negli ultimi anni, l’asfalto dell’Autódromo Internacional do Algarve ha perso parte del suo grip e, in generale, è uno dei circuiti che più esalta la capacità dello pneumatico di lavorare in condizioni molto differenti. "La parte del tracciato più dura per gli pneumatici - ci spiega Giorgio Barbier, Race Director Pirelli, fornitore unico del Mondiale - è l’ultima curva lunga 350 metri e con un tempo di percorrenza di circa 6,5 secondi, a causa infatti dell’ampio raggio di curvatura, circa 150 metri, la moto è in costante accelerazione e passa da 150 a 250 Km/h con un angolo di piega di 50° circa.

Al contrario le curve 5, 8, 11, 13, e 14 hanno un raggio di curvatura molto piccolo, approssimativamente 30 metri, in cui il pilota deve frenare fino ad una velocità molto ridotta. Percorsa metà curva, la moto richiede allo pneumatico posteriore, che è molto freddo, una forte accelerazione longitudinale fino a 1G con un angolo di piega di 50°. Gli pneumatici sono particolarmente freddi soprattutto quando si inseriscono nelle curve a sinistra, le numero 5 e 13".

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Luciano Lombardi