La sfida impossibile di Guardiola
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La sfida impossibile di Guardiola

Eredita una squadra perfetta costruita da Heynckes: come potrà migliorarla? Per il Barcellona è la fine di un'era - le immagini di Bayern-Barcellona - Twitter saluta il Barça - Stasera Borussia - Real

Magari al Camp Nou al Barcellona riuscirà l'impresa della storia, una rimonta per la quale non ci sarebbero aggettivi e, sinceramente, nemmeno speranze visto come il Bayern Monaco ha preso a schiaffi i catalani nell'andata dell'Allianz Arena. Magari succederà, però la sensazione netta osservando i 90 minuti della mattanza in terra tedesca si ha la netta impressione di aver assistito alla fine di un'era (quella del Barcellona) e all'inizio di un'altra.

Mai risultato è stato più meritato del 4-0 con cui il Bayern ha distrutto il mito degli invincibili. Una partita perfetta di una squadra già quasi perfetta, lanciata verso il Triplete riuscito all'Inter nel 2010 dopo aver dominato la Bundesliga e con davanti anche la finale già conquistata nella Coppa di Germania. Mai risultato fu più giusto e allora qualche domanda è lecito porla.

Il Bayern è la squadra più forte di questa Champions? I numeri dicono di sì. Ha vinto 8 delle 11 partite giocate tra girone e fase ad eliminazione diretta, sculacciato i campioni d'Italia (Juventus) e quelli in pectore di Spagna. Ha segnato tanto (26 gol) e subito poco (10). Squadra completa in tutti i reparti e matura al punto giusto pur essendo giovane. Basti pensare che questo gruppo ha giocato e perso due finali negli ultimi tre anni.

All'Allianz Arena si esalta: ha vinto 8 delle ultime 21 gare europee giocate in casa e rimane un mistero come si sia fatta ipnotizzare a maggio dal Chelsea di Di Matteo. Gomez è un terminale terrificante: con 26 reti è il top scorer del calcio tedesco in Champions. Muller ha un talento immenso e il dono della capacità di essere decisivo. Il Bayern è anche un club potente, certamente non malvisto dall'Uefa come l'arbitraggio (insufficiente) di Kassai dimostra. Almeno due gol erano da annullare.

Viene quasi da chiedersi perché i tedeschi cambino allenatore se non fosse che Heynckes molla e Guardiola era il meglio disponibile sul mercato. Verrebbe da dire che sarà difficile per Pep fare meglio, ma la sua bravura si può leggere a specchio nel crollo del Barcellona che esce con le ossa rotte dal confronto con il Bayern. Non tutto era imprevedibile, però. Quella di Monaco è la terza sconfitta stagionale in Champions e le partite vinte (5 su 11) sono incredibilmente sotto la soglia del 50%.

Alla vigilia si era detto e scritto che il Barcellona avrebbe sfidato una squadra altrettanto tecnica (era seconda proprio ai catalani per possesso palla in Champions), ma allo stesso tempo molto fisica, con ben quattro 'torri' sopra il metro e 80 contro il solo Busquets. Si sapeva che Messi era in condizioni fisiche limitate e che sarebbe servito qualcosa di diverso dal solito tiki taka. Vilanova ha presentato il Barcellona di sempre e ha perso. Due gol su quattro sono nati da sponde aeree, Messi ha camminato per il campo e il possesso palla (63% nel primo tempo) è risultato sterile più che mai.

I campanelli d'allarme dei turni precedenti non sono stati ascoltati. Contro il Milan era servita l'impresa al ritorno nel Camp Nou e contro il Psg la qualificazione è arrivata grazie a due pareggi e alla rete in più segnata a Parigi oltre che al contributo del solito Messi: con lui in campo parziale di 2-0 per il Barca, senza di 1-3. A Monaco la Pulce ha giocato quasi per onore di firma e con l'argentino normalizzato non c'è stato scampo. Per trovare uno choc simile bisogna tornare al 4-0 dal 18 maggio 1994, Atene, finale contro il Milan di Capello. Anche quella volta i blaugrana furono vittime della loro incapacità di essere diversi da se stessi: quella notte segnò la fine dell'era Cruijff.

Il trionfo del Bayern arriva nella giornata dell'annuncio dell'acquisto del talento tedesco Mario Goetze dal Borussia Dortmund per 37 milioni di euro cash. Guardiola dovrà essere molto bravo per trovargli spazio nella macchina perfetta che Heynckes gli lascerà in eredità. Chi dovrà uscire per fargli spazio? Forse Robben, ma la rosa davanti è talmente di primo livello da far girare la testa. Il contrario del Barcellona che è naufragato senza che il suo tecnico tentasse di pescare dalla panchina un jolly per ribaltare la partita e il senso della semifinale.

Magari al Camp Nou vivremo la 'remontada' perfetta e i catalani scriveranno una pagina di storia del calcio. Oppure non accadrà. Di sicuro all'Allianz c'è stato il passaggio di consegne tra il passato e il futuro. Una consolazione anche per noi. In fondo la Juventus i quattro gol li ha incassati in 180 minuti. Ma che nessuno si metta a paragonare Giovinco a Messi...

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Giovanni Capuano