La seconda vita (rock) di James Toseland
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La seconda vita (rock) di James Toseland

La carriera del due volte campione del mondo della Superbike si è conclusa nel 2011, a causa di un infortunio al polso. Oggi il pilota inglese ne inizia un'altra: quella di musicista

La passione per la musica l'ha da sempre: merito della nonna, che gli insegna a suonare il pianoforte quando è bambino. Da ragazzo, però, lascia lo studio del pentagramma perché scopre un amore ancora più grande: la moto. Con il casco in testa James Toseland dimostra subito di possedere un talento non comune. Campione del mondo della Superbikenel 2004 in sella alla Ducati e nel 2007 sulla Honda, dopo due stagioni anonime nella MotoGP con il team privato Yamaha Tech 3, il pilota inglese torna a correre tra le derivate nel 2010 sulla Yamaha. Nel 2011 passa alla Bmw ma, a causa di un infortunio al polso destro, è costretto ad abbandonare le gare prima del termine del Mondiale. Il polso malandato, per fortuna, non gli impedisce di suonare. Di suonare non aveva smesso nemmeno quando era diventato il numero uno della World Sbk, anzi, spesso coglieva l'occasione delle gare per esibirsi nel paddock o nei locali vicini insieme alla sua prima band, i Crash. Ora per il 32enne "Giacomino" - così lo chiamano ancora i tifosi italiani - è il momento di dedicarsi completamente alle note.

Hai fondato una band che porta il tuo nome, Life Is Beautiful, primo singolo dell'album, è in download gratuito sul sito ufficiale www.toselandmusic.com : è tutto pronto per la tua nuova carriera.

Sì, il mio sogno è diventato realtà e sono al settimo cielo. Ho sempre suonato e cantato da solo e con i Crash, ma adesso, senza il campionato da disputare, ogni mio sforzo è concentrato nella musica.

Da quanto tempo lavori al progetto?

Ho iniziato un anno fa circa e i risultati cominciano ad arrivare, finalmente. Non è stato facile perché ho fatto tutto da solo: mi sono messo a scrivere nuovi pezzi insieme a Toby Jepson (leader dei Little Angels, gruppo famoso negli anni '80, ndr), ho cercato musicisti validi e ne ho trovati quattro davvero eccezionali. Manca solo il contratto discografico – in questo momento di crisi le etichette disposte a investire sono poche, pochissime – ma le undici tracce del cd sono pronte e non vedo l’ora di suonarle dal vivo. Stiamo per partire in tour.

Quando, la prima data?

Tra poche ore: venerdì 19 aprile, a Butlins Skegness, nel weekend organizzato da Motorcycle News, la bibbia del motociclismo. Ci esibiremo davanti a 12mila spettatori. Non male come debutto, no?

Il pubblico di appassionati delle due ruote ti applaudirà di sicuro.

In un certo senso gioco in casa, è vero; il mio obiettivo, però, è far dimenticare a chi ascolta il mio passato da pilota. Ora io mi sento un musicista e basta, devo convincere le persone delle mie capacità artistiche. Voglio essere apprezzato per ciò che compongo, per la mia voce – perché, come se non bastasse lanciarmi in questa avventura, mi butto nel ruolo di cantante, e da leader avrò davvero tutti i fari puntati addosso – non per le vittorie in pista.

Con i concerti passerete anche dall'Italia?

Lo spero, vengo sempre volentieri nel vostro Paese e lo considero la mia seconda casa: mi riservate sempre un'accoglienza incredibile, un affetto che non ha paragoni. Per adesso, però, non abbiamo fissato date fuori dalRegno Unito: a giugno saremo i supporter dei Darkness all'Isola di Man, dove torneremo a luglio per il Festival di Mtv insieme a Primal Scream e Paloma Faith. Sarà un’emozione incredibile condividere il palco con artisti di quel calibro.

Se dovessi definire il sound dei Toseland?

Rock con qualche sfumatura pop: ci ispiriamo a leggende come Ac/Dc, Bon Jovi, Aerosmith, adrenalina pura, insomma. Ma anche ai ritmi più melodici dei Coldplay.

Tua moglie (Katie Melua, 28 anni, sposata a settembre 2012, ndr), cantautrice brava e famosa, ti ha dato una mano a scrivere i pezzi, ammettilo.

Macché, nessun aiuto, giuro. (Ride, ndr). Certo, le ho fatto ascoltare subito le canzoni: secondo me è un'artista straordinaria e tengo tantissimo al suo parere.

Cosa ti ha detto?

Le sono piaciute un sacco. Del resto, ama il rock, la sua band preferita sono i Queen, e non ho dubbi che il suo giudizio sia stato sincero: se non credesse in me non mi avrebbe spronato a entrare in studio di registrazione. E non approverebbe queste ultime settimane, trascorse a provare con la band ininterrottamente, in vista dei live!

Il tempo per dare un'occhiata alla prima gara della MotoGp l’hai trovato?

Sì, tutte e tre le classi hanno regalato grande spettacolo. Sono molto contento per la prestazione di Valentino Rossi, siamo buoni amici: ha dimostrato di essere ancora fortissimo e di poter combattere con i migliori. Credo che, se non fosse riuscito a superare Dovizioso, dal punto di vista psicologico per lui sarebbe stato un disastro. Invece ha preso grossi rischi dall'inizio e ha conquistato il secondo posto.

Il Mondiale Superbike lo segui?

Sì, naturalmente. È strabiliante lo sviluppo dell’Aprilia: Laverty e Guintoli stanno godendo di tutti i benefici del lavoro di Biaggi. Mi complimento con loro.

Quanto ti manca il paddock?

Parecchio, ho vissuto nei circuiti per 15 anni. Ecco perché, appena mi libero dagli impegni, vado a qualche tappa dei due Mondiali. Nonostante ogni volta senta un nodo alla gola: non è una bella sensazione essere lì e non montare in sella. Però frequento i piloti: Danny Kent e Gino Rea sono i miei compagni di palestra.

Non corri dal 2011: non hai mai pensato di tornare a competere?

Mai. Perché non sono in grado di vincere. Dopo l'incidente durante i test di Aragon il polso destro non si piega più completamente in avanti; fosse il sinistro, mi darei una chance perché la mentalità non è cambiata, ma il destro controlla il mezzo e deve essere al 100 per cento. Metterei in pericolo me stesso e chi mi sta accanto.

Una moto, molto speciale, però, l'anno prossimo la guiderai.

Sì, mi aspetta una sfida da brividi: su una moto-missile dotata di un motore da elicottero messo a punto dalla Rolls-Royce, proverò a battere il record di Rocky Robinson di 400 miglia orarie (circa 605 km l'ora, ndr) sul lago salato di Bonneville, negli Stati Uniti. Ho cominciato a sviluppare il prototipo con il team, tutto britannico, ma c'è ancora tanto da fare e io ne sono felice: il mio mondo resta diviso in due emisferi, musica e moto.

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Cristina Marinoni