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La rivincita di Murray, re di New York

Regala alla Gran Bretagna il primo Slam dopo 76 anni. Battuto Djokovic in una finale drammatica. Storia del talento che non vinceva mai

Andy Murray ce l'ha fatta e con lui piange di gioia tutta la Gran Bretagna che da 76 anni non riusciva a festeggiare la vittoria in uno Slam del tennis. Murray ha infranto la maledizione di Fred Perry, battuto Djokovic in una delle finali più belle e tirate di tutti i tempi agli Us Open e cancellato quasi un secolo di amarezze e sconfitte per la nazione che è stata la culla del tennis ma che aveva poi smarrito la strada del successo.

La partita contro il numero uno serbo è stata un concentrato di fatica ed emozioni: 7-6 7-5 2-6 3-6 6-2 il risultato in 4 ore e 54 minuti, uno appena in meno del record del 1988, ma così intensa di essere stata decisa solo alla fine quando fatica e un guaio muscolare hanno piegato la resistenza di Djokovic che dal 3-2 per Murray ha messo a segno solo 2 punti contro i 12 dello scozzese.

Prima, però, gli scambi erano stati violentissimi. Anche 54 colpi per assegnare un singolo punto (record nel primo set) con un tie break da primato per una finale a Flushing Meadow. Vale la pena elencare questi numeri perché si è giocato con il campo spazzato da un vento fortissimo in condizioni quasi proibitive per Murray e Djokovic che, invece, hanno regalato spettacolo ai 27mila di Flushing Meadow.

Per Murray è la prima vittoria in un torneo dello Slam. La inseguiva da sempre ed era diventato una specie di incubo per un tennista dal talento sopraffino ma schiacciato dalla presenza in circuito di Federer, Nadal e Djokovic. Lo scozzese ha vinto alla quinta finale, proprio come Ivan Lendl, suo maestro e allenatore. Lo avevamo lasciato sull'erba di Wimbledon in lacrime prima per la sconfitta contro Federer nel torneo maledetto degli inglesi e poi con al collo la medaglia d'oro delle Olimpiadi vinte sempre contro lo svizzero. Si è sbloccato e il successo a New York lo proietta in una nuova dimensione.

Murray è ora il numero 3 al mondo dietro a Djokovic e Federer e davanti a Nadal. Sono i quattro più forti e sono anche i giocatori che si sono divisi i tornei dello Slam nel 2012 così come non accadeva dal 2003 (Agassi, Ferrero, Federer e Roddick). "Le condizioni erano davvero difficili dopo il terzo e quarto set perché lui mi metteva molta pressione e in passato avevo perso sempre" ha raccontato Andy, questa volta senza piangere, dopo la vittoria. E Djokovic: "Non era la mia giornata. Ho fatto il massimo ed è stato un match bellissimo e tremendo".

Reuters

Murray bacia il trofeo degli Us Open, prima vittoria in uno Slam

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Giovanni Capuano