La prova del '10' di Giovinco: in azzurro con la maglia negata nella Juventus
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La prova del '10' di Giovinco: in azzurro con la maglia negata nella Juventus

Sebastian l'ha scelta per il debutto nelle qualificazioni mondiali. L'eredità tabù di Del Piero e quella leggera di Cassano

Sebastian Giovinco si è preso la maglia che Conte gli ha fin qui negato. La 'numero dieci' sulle sue spalle nello stadio di Sofia in Bulgaria per la prima del cammino verso Brasile 2014 è anche un messaggio alla Juventus. E' pronto a raccogliere l'eredità di Del Piero e a vestire i panni del leader tecnico anche in bianconero e per dimostrarlo ha scelto la ribalta più difficile, quella con gli occhi di tutti gli italiani puntati addosso.

Non un'investitura di Prandelli ma un gesto comunque pesante. Perché per tradizione la scelta del numero di maglie in nazionale è un momento autogestito all'interno dello spogliatoio. Comincia il giocatore con il maggior numero di presenze e si procede via via a scendere. Giovinco, che era il decimo con le sue 10 presenze, ha scelto la 'numero dieci'.

Via libera da parte del gruppo e di capitan Buffon. Anche in questo caso un via libera che pesa perché nella nazionale in campo a Sofia c'è molto di bianconero: sette titolari e la presenza spirituale di Chiellini. Una vera ItalJuve di cui Prandelli rivendica i meriti, ma che potrebbe trasferire gli equilibri trovati in partita anche a Vinovo dove la 'dieci' di Del Piero è rimasta un tabù. Si era candidato Bendtner ma è stato respinto al mittente. A Giovinco sarebbe piaciuto però la questione non si è mai posta e la sensazione, tra un top player e l'altro, è che Sebastian fosse sempre un po' precario al centro del progetto di Conte.

L'avvio di stagione ha cancellato questo dubbio. La doppietta di Udine ha lanciato Giovinco nelle gerarchie bianconere: lui e Vucinic sono la coppa titolare di Conte con o senza maglia numero dieci sulle spalle. Ora Prandelli cerca di sfruttare anche in nazionale il momento del fantasista che raccoglie qui l'eredità di Antonio Cassano. Il barese, escluso eccellente di queste prime convocazioni del nuovo corso, è stato per due anni il numero dieci della nazionale. Presente in 20 delle 28 gare di Prandelli, perno delle coppie con Balotelli (8 volte), Rossi (5 volte) e Pazzini (4 volte) con qualunque modulo. Prandelli lo aveva lasciato a casa quasi solo nei mesi bui del problema cardiaco.

Giovinco dopo Cassano vale anche un'investitura in prospettiva mondiale. Il ct ha dimostrato di essere allenatore che cambia molto ma che ama anche tenere punti fermi e la storia di Cassano in questi due anni lo dimostra. Ecco perché la 'dieci' sulle spalle di Giovinco pesa il doppio. Fare bene significa prendersela per sempre. In azzurro e, magari, in bianconero.

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Giovanni Capuano