La guerra senza tregua tra Juve e Palazzo
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La guerra senza tregua tra Juve e Palazzo

Da Calciopoli agli esposti sulle intercettazioni fino a Conte: storia del rapporto difficile tra i bianconeri e la giustizia sportiva

Non si sono mai tanto amati, ma negli ultimi tempi gli stracci tra Juventus, Figc e giustizia sportiva sono volati con regolarità impressionante senza che i protagonisti si siano risparmiati nulla: polemiche, accuse reciproche, provocazioni e richieste di risarcimenti davanti a un Tribunale. Un rapporto già ridotto ai minimi termini dall'estenuante braccio di ferro su Calciopoli con annessa discussione su terza stella e dintorni e che la vicenda Conte ha ulteriormente compromesso.

Il peccato originale è quello dell'estate 2006. Nasce come Calciopoli ma passa alla storia come il processo che azzera la Triade e un'epoca juventina. Sentenze durissime anche se molto ridotte rispetto alle richieste iniziali. Quanto valevano le telefonate di Moggi e Giraudo? Secondo Palazzi in pratica la cancellazione della Juventus: assegnazione a un campionato inferiore alla B (6 punti di penalizzazione), via due scudetti e radiazione per i dirigenti. Di sconto in sconto si è arrivati alla soluzione finale (serie B con 9 punti di penalizzazione e cancellazione di due scudetti) accettata, seppure con il mal di pancia,da Cobolli Gigli. Del resto il ricorso al Tar con prima quantificazione dei danni (130 milioni di euro) aveva innescato un corto circuito pericoloso con Figc, Uefa e Fifa.

Poi la lenta risalita, il processo penale e l'emersione delle telefonate di Facchetti. Ma la vera svolta ha una data precisa: 29 maggio 2010, il giorno della nomina di Andrea Agnelli a presidente dopo l'interregno Cobolli Gigli-Blanc. La Juventus dichiara guerra alla Federazione un esposto per togliere all'Inter lo scudetto 2006, la non-risposta di Abete e un vero e proprio fuoco di fila di ricorsi alla giustizia ordinaria per ottenere quella che il mondo bianconero definisce "parità di trattamento".

Sul tavolo giace una richiesta danni monstre da 444 milioni di euro per i danni subiti dalla retrocessione in serie B. Soldi che la Figc non ha e, soprattutto, braccio di ferro che avvelena i pozzi del calcio italiano. A mediare ci prova il presidente del Coni Petrucci ma il 'tavolo della pace' fallisce miseramente. Troppo distanti le posizioni.

Intanto la nuova Juve torna a vincere, ma anche questo diventa terreno di scontro. Quanti sono gli scudetti? "Non riconosciamo la matematica della Federazione e per noi sono trenta, quelli conquistati sul campo" dice Agnelli. La terza stella, però, non compare sulla maglia anche perché ufficialmente i titoli rimangono 28. Compromesso e tregua apparente perchè ci pensa Carobbio a tirare in ballo Conte e accendere il nuovo fronte.

La rissa sul mancato patteggiamento del tecnico è storia recente. La Juve si schiera con l'allenatore, sceglie un altro compromesso (il patteggiamento) dicendosi fiduciosa che la giustizia sportiva "faccia chiarezza". Accordo respinto e nuovo scambio di accuse. "Sistema dittatoriale" attacca Agnelli e questa volta Abete risponde: "Valutazioni inaccettabili". In arrivo il deferimento. Poi la sentenza, lo stop a Conte e l'assoluzione di Bonucci e Pepe. Non si accettano scommesse sul prossimo capitolo della guerra. Quote troppo basse: vincere sarebbe un gioco da ragazzi.

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Giovanni Capuano