L'attesa a Berlino, spavalderia e paura
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L'attesa a Berlino, spavalderia e paura

Nella capitale tedesca prima del match tra poesie, sfottò e timori dell'ennesima beffa azzurra

da Berlino - Andrea D'Addio

La Germania ha paura dell’Italia e per esoricizzarla, come sempre, si affida alla spavalderia. Non sono bastate le famose affermazioni di Matthias Sammer che, da commentatore, poco prima della semifinale di Dortmund del 2006 affermò convinto: “Sono sicuro che vinceremo, siamo i più forti”, l’approccio tedesco è sempre lo stesso, si parla di vittoria ancora prima che questa sia arrivata, una mentalità ben diversa da quella di noi italiani che, per scetticismo ed umilità, parliamo eventualmente di trionfi solo dopo il triplice fischio.

La storia si ripete e chiunque abiti a Berlino (la comunità italiana è grande ed in continua crescita) è costretto a sentire ogni giorno i proclami degli amici tedeschi che ripetono quanto già detto da Franz Beckenbauer: “L'Italia nei tornei ha per noi l’effetto dello spauracchio, ma stavolta l’avversario non ha importanza”

Sulla stessa falsariga viaggiano i titoli dei giornali, un tripudio di “Ora facciamo i conti” (Bild), “Buon Appetito Jogi” (nomignolo per il mister Löw utilizzato dal Berliner Kurier in sovrimpressione sull’immagine  di una pizza) e “Finale arriviamo” (BZ). Persino l’elefantessa Nelly dello zoo di Hodenhagen, erede del polpo Paul, ha contribuito ad alimentare l’eccitazione predicendo la vittoria tedesca alzando la sua zampa anteriore destra.

La Germania del resto non vede l’ora di vincere e non solo questa partita, ma l’europeo in generale. C’è una grande voglia di gridare Deutschland, Deutschland!!! e di sventolare ancora una volta quelle bandiere per tanti anni esposte sempre con un minimo di timore, non fosse mai che qualcuno fraintendesse il tifo con i rigurgiti di un nazionalismo troppo noto al mondo intero.

Le cose erano già cambiate nel 2006 con il mondiale “in casa” e la svolta definitiva si era avuta due anni fa, quando la giovane nazionale multikulti formata da Löw sembrava rappresentare al meglio una nuova idea di volk, di certo non ariano e tedesco al 100%, almeno nell’accezione storica del termine. Manifestazioni come il mondiale o l’europeo vengono vissute come un evento sociale a cui è impossibile sottrarsi, schermi e maxischermi sono ovunque, dalla panetteria turca alla reception dell’hotel, dalla kneipe (la tipica taverna tedesca dove si passa la serata al bancone a trangugiare birra) alle piscine comunali, per non parlare delle bandierine, spesso attaccate anche su tutti e quattro i finestrini delle auto. Il nero rosso e giallo della bandiera sono un forte richiamo commerciale e così ci si trova negli ipermercati a comprare un barbecue che sulla confezione fa il tifo per la nazionale o una versione del gioco di carte Uno che al posto dei numeri mette i volti dei giocatori, per non parlare degli orsetti di peluche che minimano il dribbling di un tedesco su di un povero polacco mentre l’arbitro scimmia osserva il tutto.

Sarebbe una bella delusione perdere ancora una volta in semifinale ed il fatto che l’ostacolo contro cui infrangersi si chiami ancora una volta Italia aumenta l’intensità del possibile dramma. Per fortuna, c’è anche chi sdrammatizza come i dipendenti del supermercato Centro Italia di Berlino che su una lavagnetta hanno scritto “Indipendentemente dal risultato di calcio, noi comrpreremo sempre le auto tedesche e voi le nostre leccornie” o come l’ironico giornalista Franz Josef Wagner che ci ha dedicato una speciale poesia pubblicata sulla Bild

Cari italiani,

ancora voi.

Con il vostro vino, la grappa, gli spaghetti all’arrabbiata, il tiramisù.

Ciao bello.

Non abbiamo mai vinto contro l’Italia.

Noi vi crediamo romantici, ma in realtà siete spietati.

La sconfitta più amara l’ho subita a 18 anni sulla spiaggia di Rimini.

Un italiano mi ha portato via la fidanzata. Spietato e romantico. Non devo certo raccontare quando ci si senta soli sull’asciugamano in questi casi.

L’italiano è un pirata. L’italiano ti ruba la donna dall’asciugamano ed allo stesso modo ti segna un goal.

L’italiano s’inginocchia davanti alla Vergine Maria, davanti a Dio ed allo stesso tempo è un killer.

Che partita ci aspetta?

Io ho paura per i nostri “bravi” ragazzi.

Cordialmente,

Franz Josef Wagner

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