Juventus-Napoli, l'arbitro è Orsato: i consigli di Agnolin
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Juventus-Napoli, l'arbitro è Orsato: i consigli di Agnolin

L'ex n°1 dei fischietti italiani racconta come si prepara e si gestisce in campo un match-scudetto

Con Rizzoli infortunato, il match-scudetto tra Juventus e Napoli è stato assegnato all'arbitro Daniele Orsato. Un ruolo avuto in passato anche da Luigi Agnolin, che ad esempio quell'8 novembre 1986 (il giorno della storica vittoria dei partenopei al Comunale, con inizio del loro volo scudetto) era in campo insieme a Maradona e Platini.

Curiosamente, trent'anni dopo l'ex n°1 dei fischietti italiani confessa di non ricordare molto di quella partita: "Beato lei che ce l’ha in mente!", esordisce quando lo contattiamo. Forse anche perché di partite come quella, e come il prossimo Juventus-Napoli dello Stadium, Luigi Agnolin ne ha vissute diverse. E ha dunque tutte le carte in regola per parlarne...

Come si approccia un arbitro a un match così importante e sentito?
"Sai che l’attenzione deve essere al massimo e hai sempre un po' di timore che un tuo errore possa condizionare l’esito finale, tradendo le attese dei calciatori e di chi ti ha mandato a fare quella partita. Anche perché sai benissimo che alla fine sarai giudicato solo per quell'eventuale sbaglio e non per tutti gli altri fischi corretti".


Anche perché in effetti un episodio può cambiare il corso di una partita e magari addirittura di un Campionato…
"Oggi come allora l’arbitro viene valutato solo su quello e a nessuno interessa la prestazione globale. Magari non hai nemmeno sbagliato per colpa tua o era una situazione al limite, ma poi finisci ugualmente sotto processo. Non è cambiato nulla rispetto a quando ero in campo io e il direttore di gara rimane sempre e comunque al centro dell'attenzione”

Come si affronta e supera questa tensione?
"L'arbitro sa che prima della partita i giudizi su di lui sono sempre positivi e che dopo dipende da quello che è riuscito a vedere in campo. Deve allora imparare a farsi scivolare addosso tutto, oppure capire perché ha sbagliato: anche gli errori servono a crescere e vanno analizzati per minimizzare il rischio di ripeterli. Gli errori fanno esperienza e l'esperienza è l’ingrediente fondamentale perché aiuta tutti a essere più sereni quando si trovano davanti un arbitro".

Esperienza come base per il carisma arbitrale, insomma...
"Il carisma si ottiene anche prendendo decisioni che possono sembrare spiazzanti. Ad esempio io oggi ammonirei anche 3-4 giocatori per volta quando circondano un arbitro, qualsiasi cosa abbia fischiato, spesso seguendo una strategia che serve a strumentalizzare un episodio e a cercare di scaricare pressione sul singolo".

Gli allenatori hanno promesso che non parleranno più di arbitri. Ci crede?
"Durerà al massimo un paio di settimane".

Che partita si aspetta tra Juventus e Napoli, anche da ex-arbitro?
"Sono due squadre che giocano bene a calcio e quindi mi attendo un confronto non muscolare, ma tecnico e tattico. Speriamo sia così e che lo spettacolo sia all’altezza delle attese, oltre ad aiutare il lavoro dell'arbitro".

Consigli particolari da dare a Orsato?
"Quelli che valgono per tutti: un arbitro deve credere in se stesso e nelle sue capacità, deve restare sereno, concentrato, e cercare di fregarsene di tutto quello che gli succede intorno. Poi sono fondamentali quei primi 4-5 minuti, in cui un arbitro deve capire come sono scese in campo le due squadre, decidere la strategia da tenere, leggere anche negli occhi dei giocatori qual è lo stato d’animo. Gli episodi capitano, ma è in quei primi minuti che si dà l’impronta alla propria direzione di gara. In questo senso, diverse volte ho visto troppa volontà di rispettare la nuova moda di fischiare il meno possibile: non sempre è la scelta giusta da fare, specie in match dall'alta posta in palio".

 

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Giovanni Capuano