EuroJuve, che frenata: di chi è la colpa?
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EuroJuve, che frenata: di chi è la colpa?

Con Conte in Europa viaggia alla media di 1,63 punti a gara contro i 2,35 del campionato. Turn over, disattenzione e avversari (non sempre) superiori: ecco perché i bianconeri si perdono nel confronto europeo

Se si dovessero applicare i parametri europei, lo spread bianconero tra Italia ed Europa segnerebbe un preoccupante -0,72. Quasi un punto in meno a partita tra la media di quelli raccolti nelle 103 gare di serie A con Antonio Conte in panchina e quelli racimolati nelle 19 disputate tra Champions ed Europa League nelle ultime due stagioni. Dato incontrovertibile della difficoltà che l'armata bianconero incontra non appena mette piede fuori dai nostri confini. Smette di dominare e diventa una squadra qualsiasi. Magari il ritorno al Franchi ribalterà risultato e qualificazione contro la Fiorentina, ma la sensazione è difficile da cancellare e rischia di trasformarsi in un tormentone per nulla gradito ai tifosi juventini.

I numeri sono impietosi. Nelle 103 partite con Conte in panchina la Juventus ha raccolto in serie A 243 punti (2,35 di media) che in questa stagione sono 72 in 27 gare (2,66). In Europa il passo diventa lento: 31 punti in 19 gare (media 1,63) che quest'anno sono addirittura solo 13 in 9 (1,44). Difficile allontanare l'impressione di una squadra a due velocità, come se il confronto con la competizione europea prosciugasse forze e idee. Colpa certamente del peso che Conte ha sempre dato alla vittoria dello scudetto, sempre indicato come obiettivo primario della stagione e sul quale si sono concentrate le scelte di squadra e società.

Qualcosa sembrava dover cambiare quest'anno dopo il k.o. contro il Bayern Monaco di un anno fa. Invece il cammino si è complicato sin dall'inizio e l'atterraggio sul pianeta-Europa League è stato morbido all'inizio (Trabzonspor) e durissimo poi. Sullo scivolone casalingo contro i viola pesa anche la condizione fisica in calo (anche se Conte smentisce), però la formazione iniziale era imbottita di seconde linee e i big sono rimasti a guardare oppure sono entrati quando la gara volgeva al termine. Sarà così anche al Franchi? Può essere, perché Conte è stato sempre coerente nella gestione della sua rosa, però la tentazione di tentare la rimonta con i titolari è forte e il recupero di Tevez da infortunio potrebbe essere uno stimolo in più.

Di sicuro le difficoltà europee non sono legate solo alla qualità delle avversarie. Non ci sono state solo Chelsea, Real Madrid e Bayern Monaco sulla strada di Conte in questi due anni. I passi falsi sono arrivati per paradosso contro squadre normali, alla portata dei bianconeri. L'elenco è lungo: Shaktar Donetsk (2-2 in casa), Nordsjaelland (1-1 fuori), Copensaghen (1-1), Galatasaray (2-2 a Torino e 1-0 a Istanbul). C'è un altro dato che colpisce ed è quello del rendimento casalingo. In Europa anche lo Stadium smette di essere un fortino. Se in campionato la striscia di vittorie da record è, ad esempio, a quota 14, nelle coppe cambia tutto: 2 successi e 3 pareggi quest'anno e 5 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta in due stagioni. Anche questa è sindrome europea?

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Giovanni Capuano