Josefa Idem: la mia preparazione in famiglia
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Josefa Idem: la mia preparazione in famiglia

L'atleta, alla sua ottava olimpiade, si nasconde lontano dai clamori del villaggio olimpico. E spiega quale sarà il suo futuro dopo le gare

A due passi da Windsor e Hegam, nel bel mezzo della campagna inglese, altro che villaggio olimpico: è qui che ti aspetti di incontrare un mito, ed è proprio qui che Josefa Idem sta completando gli allenamenti per la sua ottava olimpiade. E lo fa in un modo speciale, circondata da persone speciali: la sua famiglia.

Classe 1964, tedesca di nascita e canoista da quando aveva 11 anni. Dal 1990 gareggia per l’Italia ed ha al suo attivo 38 medaglie tra Olimpiadi, Campionati del Mondo e Europei. Josefa Idem, Sefi, come ama farsi chiamare, è mamma, moglie, campionessa e donna di cultura, ma di questo fenomeno che tutti definiscono l’Ottava Meraviglia ciò che colpisce è la serenità che riesce a trasmettere.

Ventidue campionati del mondo, 22 manifestazioni tra mondiali e Olimpiadi consecutive con al centro due gravidanze, con una piccola sosta "politica" nel 2005 quando è stata assessore allo sport del Comune di Ravenna. Dopo questa parentesi Sefi riprende la sua vita sportiva e dal 2006 al 2008 raggiunge le performance più alte in assoluto, a 44 anni.

Si pensi che ha iniziato a fare risultati a 32 anni e in Germania la davano morta a 24. A 36 ha vinto le Olimpiadi, a 37 ha doppiato due mondiali a 38, incinta di cinque settimane, ha fatto due terzi posti, a 39, appena partorito, si è qualificata quinta al mondiale. E, come se non bastasse, a 40 anni è arrivata seconda ad Atene.

La sua partecipazione alle Olimpiadi di Londra del 2012 detta un record assoluto nello sport femminile, che eguaglia il primato italiano maschile dei cavalieri Piero e Raimondo D'Inzeo. Lei dice che la colpa (o il merito) della sua presenza qui è dei giudici di gara, che a Pechino le negarono la medaglia d’oro per soli 4 millesimi di secondo.

Tenace come è, non poteva non prendersi la rivincita ed eccola qui serena e motivata. Pronta a gareggiare con atlete che non erano ancora nate quando nell’84 a Los Angeles vinse il bronzo di coppia.  

Accanto a lei il marito e allenatore Guglielmo Guerrini. I due si conoscono a Praga mentre Sefi si preparava per i mondiali e lui seguiva un corso di educazione motoria. Lui folgorato, lei da convincere ma davanti ad unpiatto di spaghetti piccanti e dopo una settimana di corteggiamenti la scintilla tra il simpatico romagnolo e la timida tedesca finalmente scocca.

Guglielmo ha le idee molto chiare sullo sport. Vorrebbe farne un momento politico perché lo sport è fondamentale per un Paese che vuole crescere sui valori e che intende combattere il disagio giovanile. Politica e dirigenti sportivi professionisti, al fine di migliorare la salute dei cittadini abbattendo i costi sulla società.

Quando sei a parlare con Sefi e Guglielmo, la presenza discreta e profonda dei due figli ti avvolge. Anche loro sono da record olimpico. Janek ha 17anni, frequenta il liceo classico e non ama far sapere che la sua pagella ha la media del 9. Parla invece volentieri di quanto gli piaccia il tennise quanto desideri andare a studiare a Berlino.“Le Olimpiadi sono uno sforzo di tutta la famiglia” dice il primogenito, che era nella pancia della mamma da dieci settimane mentre lei vinceva il bronzo ai Mondiali in Messico nel ’95, “I Giochi ci tengono stretti e ci regalano un’emozione unica".

Ma Janek l’emozione olimpica ha iniziato a sentirla già a soli 15 mesi quando adAtlanta la mamma vince il bronzo. Chi non ricorda la foto che ha fatto il giro del mondo di Sefi con al collo la medaglia e il piccolo Janek?

Per i primi anni Janek veniva portato nel marsupio di Gugliemo a seguire lamamma durante le gare e da allora non ha mai smesso anche perché mamma e papà hanno deciso che i ragazzi li avrebbero seguiti sempre e ovunque. Nel 2004 ad Atene la storia si ripete, ecco l'argento esattamente 15 mesi dopo la nascita del secondo figlio, Jonas che non si stacca dal suo iPad  eche è un appassionato di LegoLand.

Prima della gara Sefi non vuole NESSUNO!!! Via dal resto del mondo, la riservatezza è fondamentale ed è il suo stile di vita. La concentrazione primadella gara è la famiglia. "Questo mi fa stare bene e mi fa concentrare",  e continua “già da quando è nato Janek abbiamo deciso che avremmo continuato nello sport e lo abbiamo confermato con la nascita di Janes. Questo è ilnostro percorso di vita che abbiamo scelto e siamo felici per questo”.

Per Sefi non ci sono segreti che le consentono di raggiungere questiincredibili risultati. Con estrema pacatezza dice: “Conosco il mio fisico e i naturali cambiamenti che ha avuto nel tempo e insieme a Guglielmo siamo in grado di gestire la preparazione in maniera ottimale. Nel tempol’esperienza e la consapevolezza dei miei limiti mi ha portato ad affinare l'allenamento ed ho acquisito maggiore comprensione della mia fisiologia.Tutto ciò grazie al lavoro di mio marito, ora ho un equilibrio fisico e mentale più solido che mi consente di lasciare inalterata la miaperformance”.

L'Anno Olimpico per Sefi viene organizzato con una permanenza a Siviglia, in Spagna. Il clima è ottimale nella fase iniziale e poi si ritorna in Italia per il completamento. Con la famiglia c'è Silvia Capone, la fisioterapista, lei è la maga della spalla che ha lavorato per mesi per lapreparazione e segue ogni fase di questi momenti che precedono la gara.Guglielmo dice che l'allenatore deve saper star zitto. Deve conoscere i confini e i limiti. "Sefi è un'atleta pragmatica e in grado di riconoscerei suoi valori massimi, è concentrata e motivata ora".

Come si declina l'uso della tecnologia nella canoa?

"I nuovi materialicome il carbonio hanno rivoluzionato le tipologie di barca che abbiamo adisposizione e ci sono ancora campi da esplorare.”, dice Guglielmo Guerrini, "Abbiamo anche usato dei satellitari ma non sono stati molto utili. Ci sono da supporto invece cardiofrequenzimetri e lattacidrometri. Inoltre durante gli allenamenti la telecamera e i sensori trasmettono dati che vengono poi spulciati scrupolosamente da me e Sefi. È stato anche utilizzato un sensore a filo per calcolare la potenza con cui l'atleta si esprime nella traslazione dei carichi ma a Sefi basta mettersi in canoa che ha già le idee chiare su tutto”.

Ma a Guglielmo piace essere estremamente chiaro e aggiunge qualcosa di molto importante, un messaggio preciso e diretto: “Tecnologia sì, ma la cosaestremamente importante è l'intelligenza e la professionalità degli adulti che sono intorno all'atleta. Questo fa la differenza”.

Come sarà allora questa gara martedi prossimo? Sefi dice che questo campo di gara ha un vento laterale ed è particolarmente insidioso. La fortuna sarà capitare nelle corsie protette. “Oggi ci sono tantissime avversarie. Le batterie sono passate da 8 a 9 e i tempi delle batterie sono cambiati così come sono cambiati i tempi tra le batterie e le semifinali che ora si disputano nello stesso giorno, batteria al mattino e semifinale al pomeriggio. Quindi tutta la gara diventa una strategia”.

Gugliemo aggiunge: “Il problema è che fino al 2009 aveva tre-quattro avversarie al suo livello, mentre improvvisamente due anni fa sono sbucate una quindicina di nuove canoiste forti, in grado di fare i 500 metri sottoil minuto e 50, quindi in zona medaglie”.

Tutto quindi si gioca in 110 secondi o poco meno.“Vado in acqua reattiva. All'inizio della preparazione olimpica la pagaia  ela barca li sentivo come miei avversari. Ora sono diventati degli amici, ora sono in armonia e lo sono con me stessa perché sono serena e felicedella mia vita”.

Si va per vincere allora? “Certo. Lo dico con convinzione. La condizione fisica c'è e anche la motivazione. Vado per vincere”.

Ma non si può non pensare al futuro. E dopo? Dopo Londra 2012 cosa succederà? Guglielmo non ha dubbi. “Voglio tornare a fare il fidanzato con mia moglie. Mi manca far tardi e prendere un bicchiere di vino e star con lei in tranquillità”.

“La carriera sportiva è una montagna da scalare e quando la conquisti hai il mondo ai tuoi piedi”, ecco cosa dice Sefi, ma ci sono anche atleti cheuna volta conquistata la vetta, quando tutto è finito, si trovano a mollo e non sanno più gestire la propria vita. A loro che non sanno più progettarsi la vita vuole dedicare uno studio che intende pubblicare a breve.

Sefi ha già in mente di scrivere due libri. Vuole parlare con ex sportivi ed ex campioni. Tirare fuori dalle loro anime il significato personale dello smettere con lo sport. Ritorna il tema. Il percorso di vita. Finire una carriera sportiva e raccontare la vita. Perché per Sefi lo sport è una parentesi della vita e solo essendo sereni con se stessi questa parentesi può chiudersi senza traumi.

“Le prossime Olimpiadi voglio viverle raccontandole” e strizza un occhio alla carta stampata. “Per Ravenna 2019, dopo l'assessorato, per sei mesifarò da testimonial e sono onorata e felice di appoggiare la candidatura diRavenna a capitale europea della cultura”.

Sefi ha già vinto, perché ha conquistato l’amore e la stima di tutti. In bocca al lupo.

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Antonio Gnassi