Italvolley: Simone Giannelli, notte azzurra prima degli esami
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Italvolley: Simone Giannelli, notte azzurra prima degli esami

Esordio in Nazionale e prova di maturità per il 18enne palleggiatore trentino, che si racconta tra un ripasso e un allenamento

Anno da incornicare, il 2015, per Simone Giannelli. A 18 anni, il palleggiatore si è guadagnato il ruolo di titolare nell'Energy T.I Diatec Trentino di Superlega e, nei playoff, ha condotto la squadra alla vittoria dello scudetto. Poi, proprio grazie alle eccellenti prestazioni di questi ultimi mesi, Simone si è meritato la convocazione del ct Mauro Berruto ed è entrato a far parte dell'Italvolley. Proprio alla vigilia di un altro appello importante: quello con gli esami di maturità al Liceo scientifico "Toniolo" di Bolzano, la città in cui è nato il 9 agosto 1996.

Simone, cominciamo dall'impegno imminente con la scuola: l'avversario che temi di più?
"Matematica, senza dubbio: non è proprio il mio forte. Perché, allora, frequento il liceo scientifico? Perché non è uno qualsiasi: è un liceo scientifico sportivo, che mi ha permesso di programmare l'iter scolastico secondo gli impegni con la pallavolo. Una scelta che consiglio a chi sta uscendo dalla terza media e ha già un certo impegno a livello agonistico".

La materia in cui te la cavi meglio?
"Italiano, mi piace anche la Letteratura. A parte in questo periodo, in cui non ho un attimo libero, leggo volentieri. Libri fantasy soprattutto".

Facendoti il doveroso "in bocca al lupo", l'anno prossimo cosa farai?
"Penso di iscrivermi a Scienze dell'alimentazione a Verona. La nutrizione è un argomento che mi interessa tantissimo, perché è strettamente legato con lo sport: il cibo incide parecchio sulle performance".

Passiamo allo sport: papà tennista, mamma sciatrice... e tu diventi un campione di pallavolo. Com'è andata?
"Semplice, il volley è stato lo sport che mi ha appassionato di più dopo aver provato tennis, sci, calcio. La svolta è stata in prima media: mia sorella, maggiore di 4 anni, giocava nel Bolzano e io - incuriosito - l'ho seguita in palestra. Lei poi ha smesso, tra l'altro ora studia odontotiatria in Bulgaria (anche mia madre è dentista), io invece ho continuato".

Hai subito iniziato come palleggiatore?
"Macché, ho ricoperto praticamente tutti i ruoli - persino libero! - man mano che passavo di categoria, dall'Under 13 all'Under 18. Poi, alcuni allenatori m hanno indirizzato alla regia e avevano visto lungo: dopo aver provato a smistare i palloni ai compagni, mi sono reso conto di voler fare solo quello".

Cosa ti ha conquistato di quello che è diventato ruolo?
"L'idea di stare al centro dell'azione e di poter mettere a frutto la fantasia, la creatività, come in nessun altro angolo del campo: credo che il mestiere di palleggiatore sia il più bello e appagante, però anche il più complicato".

Quali sono i tuoi "colpi" vincenti?
"Gli attacchi di seconda e... i palleggi! Sia chiaro, so bene che devo migliorare in ogni ambito: di sicuro dovrò lavorare duro in difesa, ho ancora tanto da imparare e lo farò con entusiasmo. Per me è una soddisfazione riuscire a tenere in aria la palla".

Com'è stato l'impatto con il gruppo della Nazionale?
"Fantastico. Mi ha colpito il clima positivo. Lavoriamo molto bene e siamo uniti: sono ottimista sui futuri risultati". 

E l'impatto con il campo? Coach Berruto ti ha messo subito alla prova.
"Emozionante al massimo, anche se devo dire che non sono un tipo ansioso e questo mi ha permesso di affrontare il primo match con serenità. Certo l'adrenalina era a mille, e ho avvertito pure la pressione, ma l'ho sfruttata a mio vantaggio".

Hai legato con qualcuno in particolare degli altri azzurri?
"Con tutti, è la verità: in viaggio o a pranzo, chiacchiero e scherzo con chiunque mi stia vicino".

A proposito di vicini, chi è il tuo compagno di stanza?
"Luca Vettori. Mi trovo bene con lui: come a me, gli piace leggere, ascoltare musica. Un tipo tranquillo, insomma".

Per il quieto vivere avrete evitato il discorso scudetto; la tua Trento ha sconfitto la sua Modena.

"Esatto. Per ora immagino che Luca preferisca non toccare l'argomento, non è trascorso nemmeno un mese dalla gara 4 di finale. Io mi metto nei suoi panni e mi guardo bene da ricordargli quel 13 maggio, che resterà scolpito nella mia memoria".

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Cristina Marinoni