#ItaliaSpagna nei numeri: loro favoriti ma noi abbiamo SuperMario
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#ItaliaSpagna nei numeri: loro favoriti ma noi abbiamo SuperMario

Iberici primi per possesso palla ma non tirano. Balotelli come Cristiano Ronaldo. L'analisi delle finaliste smentisce un luogo comune: non siamo i cloni degli spagnoli

Non è la finale attesa e forse non è nemmeno la sfida tra le due squadre migliori di questo Europeo. La sorpresa, però, è che non siamo noi ad aver usurpato un posto sul prato verde di Kiev ma la Spagna che fin qui era piaciuta meno della Germania e che si è salvata in un paio di occasioni apparendo lontana dai picchi toccati in Sudafrica. Certamente è la finale tra due squadre che amano giocare, costruite in modo simile da Del Bosque e Prandelli e basate su due cardini indistruttibili: possesso palla avvolgente e difesa blindata.

Non è un caso che a giocarsi l'Europeo siano arrivati i due arretrati meno battuti: si vince partendo da dietro. Noi e loro ci siamo già incontrati a Danzica nel primo atto del torneo. Da lì in poi il percorso è stato simile: nessuna sconfitta per entrambe, una vittoria ai rigori e la crescente consapevolezza di potercela fare. Siamo vicini ma non uguali. Guai a considerare l'Italia un clone della Spagna e a sottovalutare la forza dei campioni del mondo; non sono stati brillanti come sempre, ma i numeri dicono che sono sempre loro i favoriti.

POSSESSO PALLA SPAGNOLO - La squadra di Del Bosque ha tenuto palla tra i piedi per il 60% del tempo che ha giocato: 201 minuti in cinque partite portandosi spesso dietro avversari disorientati. Non è una sorpresa considerato che la spina dorsale è il Barcellona abituato da Guardiola a dominare il gioco senza sosta. Una ragnatela di passaggi infinita: 4222 tentati e 3386 riusciti (80%, i migliori). L'Italia è ancora lontana: 52% per un totale di 137 minuti. Solo settima nella classifica a debita distanza dai maestri anche se siamo stati complessivamente precisi: 2462 passaggi riusciti su 3311 (74%).

AZZURRI INCISIVI - E' sbagliato insomma sostenere che l'Italia di Prandelli abbia copiato in tutto il modello spagnolo. Restiamo una squadra che ama andare in verticale verso la porta avversaria. In cinque partite abbiamo segnato poco (6 gol contro gli 8 della Spagna), ma tirato molto. Comandiamo la classifica dei tentativi finiti nello specchio della porta (55 contro i 49 iberici) e in totale ci abbiamo provato 97 volte (19,4 a partita) contro le 78 della Spagna (15,6).

CENTROCAMPO A CONFRONTO - Le prestazioni di Pirlo hanno rubato gli occhi a tutta l'Europa facendo riscoprire un campione che a questi livelli sembrava perso. I numeri confermano la grandezza del suo torneo: il gioco azzurro passa da lui (459 passaggi tentati e 354 riusciti) con ottimi risultati. E' la forza e il limite dell'Italia. Perché lo juventino è quasi l'unica fonte della nostra manovra; nessuno dei compagni di reparto figura nella top ten dei costruttori di gioco. Il più vicino è De Rossi (11° con 356 palloni toccati). La Spagna, invece, è una corazzata costruita sul quadrilatero Xavi-Busquets-Xabi Alonso-Iniesta. Il regista tascabile del Barcellona domina (533 passaggi tentati e 455 completati con una percentuale dell'85%) e gli altri hanno statistiche pari a quelle di Pirlo.

GLI SPAGNOLI PARTONO DALLA DIFESA - Sono le due difese migliori. Gli azzurri hanno preso un gol su rigore (Ozil), uno su cross lungo (Mandzukic) e uno da inserimento centrale (Fabregas) dimostrando, però, grande tenuta sia con la linea a tre che con quella a quattro. La Spagna è stata bucata a Danzica il 10 giugno da Di Natale e poi basta. Anche qui, però, non siamo del tutto uguali. Il nostro è un reparto quasi unicamente di rottura. Il loro è invece la prima fonte del gioco: Jordi Alba, Sergio Ramos, Arbeloa e Piquè hanno toccato insieme 1531 palloni. Gli omologhi Bonucci-Chiellini-Barzagli-Balzaretti poco più della metà. Loro hanno difensori con numeri da centrocampisti, noi siamo più classici e anche chi, come Bonucci, è noto per la sua capacità di far partire l'azione non compare nella lista dei venti giocatori per quantità di palloni toccati.

BALOTELLI TOP PLAYER - Scambiereste Balotelli con Torres? No. Sarebbe un errore. Supermario sta facendo un Europeo da top player assoluto. Solo Cristiano Ronaldo è meglio di lui. Può diventare capocannoniere (unico in corsa con 3 gol segnati) ed è secondo solo al portoghese per numero di tiri tentati (24 in 331 minuti) e in porta (14). Una furia che non si risparmia nemmeno in copertura. E' secondo per falli commessi (14) e quinto per falli subiti (14).

In generale noi arriviamo alla conclusione con i nostri attaccanti e loro no. Di Natale e Cassano sono nella top ten per tiri in porta (rispettivamente 6° e 10°), Torres è dietro di loro e gli altri non esistono. Il miglior attaccante spagnolo è Iniesta: 17 tiri di cui 13 nello specchio della porta. Non ha ancora segnato. Speriamo non cominci in finale. Fabregas? L'attaccante ombra ci ha fatto male a Danzica, però è fuori ruolo: 8 conclusioni in 240 minuti, una ogni mezz'ora. Troppo poco.

DIAMANTI A SORPRESA - Il titolare è Cassano, ma c'è un giocatore che sta colpendo per capacità di avere impatto sulle partite: Diamanti. E' stato in campo 101 minuti complessivamente, ha colpito un palo contro l'Inghilterra ed è presente in tutte le classifiche per rendimento. Per intenderci ha tirato in porta come Pirlo e più di De Rossi, Fabregas e Xabi Alonso (9 volte), regalato un assist e fatto vedere un repertorio di belle giocate. Sin dal ritiro a Coverciano era segnalato in grande forma. Prandelli ha scommesso su di lui e la staffetta con Cassano è diventata un marchio di fabbrica azzurro.

CATTIVI QUANDO SERVE - Sia noi che loro giochiamo bene, ma quando serve non risparmiamo la randellata. L'Italia è prima per cartellini gialli ricevuti (15) e la Spagna seconda (10). Noi abbiamo commesso 79 falli (15,8 a partita) e loro poco meno: 64 (12,8). Gli spagnoli sono anche i più tartassati con 93 falli subiti. Logico considerato il possesso di palla che sviluppano. Alla finale arriviamo senza squalificati. Prandelli e Del Bosque avranno solo l'imbarazzo della scelta. Tutte e due le squadre hanno superato l'handicap delle semifinali con due giorni di riposo in meno. Ora la Spagna si è fermata 24 ore in più. Ma quando sei alla sesta partita in 22 giorni diventa un dettaglio.

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Giovanni Capuano