Italia, bene contro la Spagna: le 5 risposte ai dubbi di Conte
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Italia, bene contro la Spagna: le 5 risposte ai dubbi di Conte

L'amichevole ha dato esiti confortanti a tre mesi dall'Europeo: gioco, riserve, carattere e tutto quello che funziona

È stata una bella Italia e questo già deve far sorridere a meno di tre mesi dal debutto nell'Europeo di Francia. Lasciando da parte per qualche giorno le troppe polemiche intorno a Conte e al suo addio annunciato su richiesta della Figc, il bilancio della notte di Udine e' positivo e non era scontato.

La Spagna rappresentava un crash test ad alto rischio: avversario di alto livello, precedenti negativi e una certa sudditanza psicologica verso il calcio spagnolo derivata dai risultati dei nostri club e dalla scottatura per la lezione incassata a Kiev nella finale dell'Europeo 2012. C'erano tutti i presupposti per finire male e, invece, usciamo bene. La trasferta in Germania dovrà - si spera - confortarci nelle sensazioni positive. 

Gioco e moduli: Conte ha una base solida

Contro la Spagna si è vista una nazionale inedita, schierata con il 3-4-3 di partenza e solo in parte paragonabile alle vesioni che fin qui Conte aveva sperimentato. Il risultato è stato positivo e non solo per il pareggio che poteva essere una vittoria. Gli azzurri hanno controllato a lungo il gioco e hanno saputo creare occasioni che De Gea e un pizzico di fortuna hanno sventato.

La sensazione è che il ct voglia portare all'Europeo una squadra multifunzionale, capace di utilizzare diversi abiti tattici a seconda dell'avversario e delle caratteristiche degli uomini da mettere in campo. Non avendo, soprattutto in attacco, dei punti di riferimento inossidabili, meglio provare a far rendere al meglio quello che possiamo presentare. Il test con la Spagna ha detto che il gruppo è ricettivo e che la formula può funzionare.

Si è rivista la personalità mostrata già con il Belgio

L'altro dato confortante è l'approccio al test con una squadra sulla carta superiore. Si dice che a tre mesi da una grande manifestazione sia proprio questa la risposta più attesa da ogni ct. Conte lascia Udine soddisfatto perché il modo in cui l'Italia ha affrontato la Spagna la promuove sotto il piano della personalità. Tracce si erano scorte già a Bruxelles in occasione dell'amichevole di novembre persa 3-1 contro il Belgio.

Allora l'Italia era stata condannata dagli errori difensivi in serie e aveva dovuto cedere a un avversario fortissimo ma che a tratti era stato affrontato a testa alta. Questa volta il risultato ha premiato gli azzurri. Le sfide contro le grandi fanno un po' meno paura e non è un dettaglio, visto che il nostro Europeo partirà proprio da Belgio e Svezia prima di ripiegare sul'Irlanda.

La nazionale sta crescendo come fosse un club

Udine ha detto anche che il gruppo azzurro si sta formando come squadra. Conte ha le idee abbastanza chiare su chi portare e chi no all'Europeo di Francia e il campo lo sta confortando nelle sue convinzioni. C'è un processo di maturazione della rosa su cui il ct sta puntando che lascia ben sperare. A livello tecnico siamo certamente inferiori a tanti avversari, ma pur nel poco tempo avuto Conte è riuscito a far ragionare i suoi come se si fosse in un club.

Il disegno tattico si vede, la conduzione ha mano ferma e il risultato è una nazionale sempre coerente con se stessa, anche nei momenti di difficoltà. Non c'è improvvisazione anche nella sperimentazione, come dimostra la serata di Udine in cui - un po' per scelta e un po' per necessità - è stata varata un'edizione differente della nazionale.

Il gruppo ha alternative all'altezza dei titolari

Senza Chiellini, Barzagli, Marchisio, Verratti e Immobile c'era il rischio che tutto l'ambiente prendesse l'appuntamento con la Spagna come una sorta di test per l'Italia-2, quella delle riserve senza possibilità di inserimento in prospettiva Europeo. Non è stato così e Conte ha avuto la conferma di avere una rosa su cui contare al di là dei 12-13 titolari di partenza.

Insigne si è giocato benissimo la sua carta azzurra e sarà difficile tenerlo a casa, Bernardeschi e Zaza si sono inseriti in un attimo e sono delle alternative spendibili immediatamente (anche se il fiorentino non è ancora sicuro del pass per giugno). Con un gruppo così sarà più semplice per Conte decidere il ricambio generazionale che dovrebbe tenere fuori Pirlo e De Rossi. E tra le novità c'è anche un Jorginho di cui si dice un gran bene...

Compattezza nelle polemiche

L'ultimo capitolo è quello relativo alla tenuta psicologia della nazionale a quanto la circonda. Non è stata una settimana facile a causa dell'annuncio dell'addio di Conte dopo l'Europeo e delle polemiche montate sulle parole del ct che non voleva mancare di rispetto a nessuno, ma che non è disposto a passare per quello che scappa dalla barca. Esisteva la possibilità che il gruppo ne risentisse e sarebbe stato lo scenario peggiore, soprattutto allungando lo sguardo ai tre mesi che ci separano dal torneo continentale.

Invece la squadra ha dimostrato di sapersi concentrare sul campo e di rimanere compatta. Conte l'ha in pugno e non ci sono dubbi che nessuno all'Europeo si tirerà indietro: non il ct e non i giocatori. Anche questo non era scontato e, se Udine non inganna, anche questa è una risposta positiva che Conte porta a casa.

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Giovanni Capuano