Io, Vip alle Final Eight di Coppa Italia
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Io, Vip alle Final Eight di Coppa Italia

Il racconto del meglio del basket italiano vissuto tra parterre, lounge e buffet faraonici

Prendi le Final Eight di Coppa Italia a Milano, mettici il parterre, la lounge e qualche altra manciata di benefit ed ecco come è facile diventare come uno di quei Vip che popolano gli stadi italiani nelle occasioni che contanto. Grazie agli amici di Festina, anche io per un giorno ho potuto provare quello che i vari Ambrosini, Materazzi (tanto per citare un paio di appassionati di basket) provano ogni volta che mettono piede al Forum.

Ma andiamo con ordine. Per me, che ora sono un Vip, le code all'ingresso sono un lontano ricordo. Mi presento al ritiro biglietti con il mio nome e subito vengo scortato all'ingresso del parterre, con buona pace di chi invece la fila se la deve fare eccome e mi guarda con fare rassegnato. In una sorta di cordone di steward, assistenti e hostess passo in consegna di mano in mano così che non potrei perdermi nemmeno se mi venisse in mente di camminare ad occhi chiusi. Sta di fatto che, quasi involontariamente, mi ritrovo seduto al mio posto in parterre, giusto dietro la poltrona del patron Armani. Peccato che il numero uno dell'Olimpia sia assente causa vicissitudini della sua squadra, per la quale il buon Giorgio sborsa 9 milioni di euro all'anno ma che perde partite a destra manca più o meno da inizio campionato.

Il basket lo seguo da quando presi in mano una palla a spicchi alla tenera età di 8 anni ma così devo dire che non lo avevo ancora visto. Gli zompi degli americani di Varese, capolista e sorpresa della Lega A di quest'anno, visti da questa distanza mi fanno subito capire perché nella mia carriera non sono andato oltre qualche dignitosa partecipazione al campionato di C Regionale. E dire che ai tempi che furono avevo pure giocato contro il bomber Gigi Datome, che ora osservo da bordo campo mentre infila un canestro in svitamento con la maglia della Acea Roma. Evidentemente qualcosa deve essere andato storto.. La fine della prima semifinale (con Varese vincente su Roma) mi risveglia dai miei pensieri e posso quindi recarmi nella Lounge allestita da Festina nell'area hospitality, della quale ignoravo l'esistenza nonostante anni di frequentazione del Forum,.

Mangiando la mia torta a forma di pallone mi districo senza particolari problemi tra i vari Peterson, Bagatta & co. Sento Antonello Riva lamentarsi del fatto che nessuno abbia voglia di uscire a cena dopo la partita. Mi sarei proposto volentieri per sentire qualche racconto dei "fantastici anni '80" ma forse non sono ancora così Vip, e quindi me ne torno al mio posto giusto in tempo per l'inizio di Siena-Sassari. Si nota subito la mancanza dei tifosi di Varese, una della tifoserie più calde (anche in trasferta), ma in cambio, al seguito dei mariti patiti di basket, arriva qualche signora con pelliccia: "Ma che partita è questa? Basket, giusto?". Il parterre non è fatto per soli intenditori.

La partita scorre veloce senza troppi impotti. Le emozioni le regala Hackett che negli ultimi minuti guida praticamente da solo la rimonta dei senesi sino al più sette finale. Un suo recupero con fallo e canestro fa emozionare anche le predette signore che, come quasi sempre accade, in poco tempo si sono già appassionate alla disciplina appena conosciuta. L'inno della Verbena cantato da tifosi di Siena e un ultimo caffè nella lounge mi accompagnano verso l'uscita, di nuovo scortato dalle avvenenti hostess che mi offrono giornali e statistiche delle partite. E' la degna conclusione di una "decadente" serata milanese, vissuta da Vip.

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Teobaldo Semoli