Io, Rita, mamma di Andrea Baldini
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Io, Rita, mamma di Andrea Baldini

Immagini e ricordi di un bambino diventato campione

Andrea alle Olimpiadi di Londra? E’ tutto merito di nonna Iole se è diventato un grande campione”. Mamma Rita, ride sul divano della casa di Livorno mentre porta tutte e due le mani al volto abbronzatissimo e ricorda un Carnevale di 22 anni fa. “E’ iniziato tutto in un pomeriggio d’inverno nel salotto della casa di mia madre a  Milano-racconta a Panorama.it, Rita Ferrini Baldini- per tutto il giorno Andrea  rincorse il fratello Matteo con la spada di plastica in pugno e mascherina  di Zorro sul viso, senza dargli un attimo di tregua. La sera, mia madre Iole quasi esasperata,  gli disse: “Basta Andrea, adesso ti iscrivo a scherma così smetti di spaccarmi tutta la sala!”. E così fece.  Partì  e venne a  Livorno con noi per portare personalmente sia Andrea che l’altro mio figlio Matteo in palestra, al circolo della scherma Fides”.
All’epoca Andrea aveva appena compiuto  5 anni e  aveva già un carattere forte e determinato.

“Nonna Iole ha sempre creduto nelle capacità di Andrea e proprio da quel fatidico Carnevale del 1990 gli ha sempre voluto pagare lei tutte le lezioni di scherma. E continua a farlo anche oggi. Sono ormai 22 anni!”.

Rita, capelli neri tagliati alla spalla e sorriso raggiante, spiega a Panorama.it  che è stata proprio nonna Iole, prima di tutti gli altri a capire, quanto schizzasse alle stelle l’adrenalina del nipotino ogni volta che riusciva ad eludere l’avversario  o a colpirlo con una mossa d’intelligenza o d’impeto.

“Ed è sempre mia madre Iole prima di tutti noi, a capire se Andrea ha voglia di parlare o di stare in silenzio” precisa mamma Rita.
Mamma e nonna, due donne fondamentali nella vita di Andrea Baldini che in pochissimi anni  colleziona nel fioretto, vittorie su vittorie, sia nelle gare giovanili che in campo assoluto. Infatti, si aggiudica tre titoli mondiali, sei titoli europei, e un oro alle Universiadi; in due stagioni è risultato primo nella classifica generale di Coppa del Mondo.  

Rita, suo figlio  è salito in pedana  cinque anni e ha cominciato subito a collezionare medaglie e titoli. Che cosa ricorda della sua prima gara? E a quando risale?
Aveva sette anni ed era il Campionato regionale. Purtroppo quel giorno non riuscì a partecipare alla gara perché ero impegnata a casa con gli altri tre figli ma ci andò mio marito. Ricordo perfettamente che quanto tornò a casa nascose dietro la schiena il premio, voleva sorprendermi . Era arrivato settimo ed i suoi occhi brillavano come se fosse salito sul gradino più alto del podio. Si vedeva che era felicissimo. Feci finta di non sapere della sua qualificazione ma in realtà mio marito Enrico mi aveva già telefonato . E non una sola volta! Quello è stato il primo dei suoi trofei”

Sulla pedana Andrea è un leone ma nella vita com’è?
E’ timidissimo e molto molto riservato. Non racconta quasi niente  della sua vita privata  e cerca di nascondere i propri sentimenti e le proprie emozioni.  E’ romantico ma non vuole farlo vedere in particolare con noi familiari. Con le sorelle, Giulia e Benedetta,  è addirittura  geloso:  vuole sempre sapere come e dove vanno, chi frequentano … e in quei momenti mostra una dolcezza incredibile.  

Siete una famiglia molto numerosa e Andrea, secondo di 4 figli, è legato ai suoi fratelli anche dalla scherma. Tutti, infatti, hanno deciso di salire sulla pedana e  con ottimi risultati..
Sì,  tutti i miei figli hanno provato a tirare di scherma  grazie a mia madre Iole che li ha segnati tutti in palestra, alla Fides di Livorno. Ma qualcuno doveva comunque accompagnarli e per poterli seguire tutti e quattro  ho lasciato il lavoro.  Andrea è il secondogenito,  Matteo, il primo,  Giulia e infine  Benedetta che ha 19 anni.   Ad esempio mentre Giulia ha deciso di abbandonare la scherma per studiare Farmacia a Pisa, Benedetta, che ha finito la maturità adesso, in questi giorni si sta già allenando con Irene Vecchi, altra livornese in partenza per le Olimpiadi di Londra.    

Liceo, università.. Andrea è iscritto  al corso di laurea  di  Sviluppo economico, Cooperazione internazionale e Gestione dei conflitti presso la facoltà di Economia di Firenze. Ma come è riuscita a far conciliare lo studio con gli allenamenti in palestra?
E’ stato un grande sacrificio per Andrea in particolare l’ultimo anno di liceo scientifico quando si è dovuto trasferire a Milano. In quel periodo  studiava da privatista, aveva  frequentato solo 8 giorni di scuola in tutto l’anno  scolastico ma è riuscito ugualmente a diplomarsi. Era bravino….insomma, non aveva  nove o dieci a tutte le materie ma comunque tutti sette e otto.  Beh, devo dire che sono sempre stata orgogliosa di lui anche sotto il profilo scolastico.

Le materie che amava di più?
Sicuramente quelle scientifiche

Ma guardando la pagella, un campione come Andrea aveva nel primo quadrimestre “sette” a educazione fisica, come è stato possibile?
Mamma Rita sorride e non risponde

La carriera di Andrea è costellata di numerosi successi ma anche da un momento terribile: le Olimpiadi  di Pechino..
“Sì, è stato l’unico momento della vita professionale di Andrea, difficile ,anzi direi quasi drammatico e lo è stato anche per noi che lo abbiamo vissuto con lui. La telefonata ricevuta da Pechino, poche ore dalla partenza  per le Olimpiadi in Cina, dal presidente Federale Giorgio Scarso  e dal medico della nazionale, Antonio Fiore,  per un attimo ci ha fatto crollare addosso il mondo: sospetto doping. Ma non voglio più parlarne. E’ andata così. Adesso Andrea si deve giocare un’altra partita: Londra. Ed è tutta un’altra storia.

Quest’anno lei e suo marito raggiungerete Andrea a Londra?
“No, non andremo, seguiremo la gara da casa. Anche Enrico, mio marito, ha deciso di rimanere a casa…per fortuna!”

Perché “per fortuna”?                                                                                                               Perché mi è capitato più di una volta di sentire le sua voce in diretta mondiale! Lui strilla, commenta  le decisioni arbitrali con un tono di voce tipico della Curva sud di uno stadio di calcio! La sua voce e soprattutto il suo accento livornese, riescono persino a sovrastare la voce del cronista televisivo!”

Avete riti scaramantici  pre-gara? E Andrea?
“No, assolutamente. Siamo tutti ansiosi e in casa si respira un’atmosfera particolare ma nessun rito propiziatorio. Per queste olimpiadi io e mio marito  ci metteremo comodi sul divano e faremo il tifo da qui. Così lui potrà urlare quanto vuole ed eventualmente sfogarsi per arbitraggi  e atteggiamenti scorretti  anche con qualche espressione  labronica  un po’ più “sanguigna”

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Nadia Francalacci