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Inter, partenza record. Spalletti l'anti-turn over passa anche a Verona

Ventinove punti in 11 giornate: mai nella sua storia i nerazzurri erano partiti meglio. E il tecnico usa il minimo dei titolari

Non era mai accaduto che l'Inter partisse così forte nell'era dei tre punti. Nove vittorie e due pareggi nelle prime 11 giornate, una reazione allo start degna del miglior Bolt che regala a Spalletti la conferma del secondo posto in classifica alle spalle del Napoli e davanti a tutte le altre.

Peccato per i nerazzurri che si tratta di un campionato in cui in testa si viaggia a ritmo folle, cosa che non garantisce nemmeno un attimo di tranquillità. Tutte le partite sono finali, sorpattutto quelle con le medie e piccole in un torneo in cui anche un pareggio può essere fatale.

L'Inter ha ottenuto il suo record passando a Verona (1-2) con la solita fatica fatta quando Icardi e compagni si trovano davanti formazioni schierate a protezione della propria porta. Un trend ormai confermato; anche contro Spal, Genoa, Bologna, Crotone e Benevento il copione era stato identico. E anche contro queste squadre erano stati i colpi dei singoli a dare un senso al paziente lavoro di possesso palla e di tessitura a tratti lenta del centrocampo.

A Verona le firme sono state di Borja Valero e Perisic. Firme che valgono doppio e permettono a Spalletti di gonfiare il petto. E' in gran parte merito suo se in tre mesi di lavoro l'Inter ha un'anima capace di portarla dallo sfascio dello scorso novembre (14 punti nelle prime 11 giornate) agli applausi di oggi (+15).

Però il tecnico per primo sa di essere solo all'inizio e che la velocità delle grandi rischia di bruciare tutti i sogni. Per dare una misura di cosa sta accadendo in testa, un anno fa la Juventus era leader con 27 punti (non un bottino da poco) e oggi con 28 è terza. La proiezione della zona Champions League al momento è da fantascienza: 97 punti. E la Roma quinta, cioé fuori, sta correndo allo stesso ritmo della Juventus campione d'Italia nel maggio scorso.

Le partenze record prima di questa

Da quando il campionato regala tre punti per vittoria l'Inter è partita col piede schiacciato sull'acceleratore in altre quattro occasioni. Non sempre l'avvio sprint è coinciso con trionfo finale e in un caso la stagione si è rivelata un flop.

Tornando indietro nel tempo si trovano i 28 punti realizzati da Mourinho nel 2009-2010, anno santo del Triplete, conquistati vincendo tutte le gare tranne quella col Bari (pareggio) e la Sampdoria (sconfitta). Nel 1997-1998 Simoni si è arrampicato fino a quota 27 punti per poi chiudere alle spalle della Juventus nel campionato passato alla storia come quello di Iuliano-Ronaldo e delle mille polemiche arbitrali.

Scudetto, invece, conquistato nel 2006-2007 stagione post-Calciopoli con Mancini in panchina e avvio da 27 punti su 33 potenziali. Stramaccioni, invece, non ha fatto seguire un risultato convincente nel 2012-2013 dopo la partenza da urlo coincisa proprio con la vittoria a Torino contro la Juventus all'11° giornata. Fuoco di novembre.

Spalletti e la formazione base

Se i numeri possono lasciare il tempo che trovano, perchè ad esempio questo è un campionato che viaggia a ritmo record in testa e la quota Champions e scudetto saranno altissime, più interessante mettere in fila le scelte di Spalletti in campo.

La rosa che il mercato gli ha consegnato è ridotta ai minimi termini e ha poche alternative, ma il tecnico toscano ne ha fatto un punto di forza e anche a Verona lo ha confermato. Al Bentegodi è scesa in campo per la quarta partita consecutiva la stessa formazione titolare: Milan (3-2), Napoli (0-0) e Sampdoria (3-2) i precedenti dell'undici 'veronese' cui va aggiunta anche la trasferta vittoriosa con la Roma (1-3) di fine agosto.

Handanovic, la coppia centrale Miranda-Skriniar, D'Ambrosio sull'esterno, Borja Valero in mezzo, le ali Candreva-Perisic e il capitano Icardi ci sono sempre stati nell'undici titolare. Una spina dorsale rinforzata che sta cementando il gruppo. Nessun altra squadra di Serie A vanta la continuità di impiego di questa Inter. 

Siamo solo a inizio novembre e oggi è un pregio. Poi arriveranno le squalifiche (fisiologiche) e magari gli infortuni e anche Spalletti dovrà cambiare. Ecco perché a gennaio servirebbe un aiuto dal mercato, provando ad andare oltre al fair play finanziario e alle logiche di una società che sta cercando di trovare equilibrio nel suo bilancio dopo aver chiuso a -24 milioni la passata stagione.

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Giovanni Capuano