Nuova Inter: le "sliding doors" di Michele Santoni e Angelo Gregucci
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Nuova Inter: le "sliding doors" di Michele Santoni e Angelo Gregucci

Il primo è l'unico italiano nello staff di De Boer, con cui lavorava già all'Ajax. L'altro è stato il vice nerazzurro dall'incarico più breve

L'improvviso cambio alla guida tecnica dell'Inter, con l'avvicendamento Mancini-De Boer, ha cambiato l'estate di Michele Santoni e Angelo Gregucci.

Santoni, classe 1980, è l'unico italiano nel nuovo staff tecnico dell'allenatore olandese e arriva con il delicato compito di data analyst, ossia di supportare De Boer nelle analisi dei video, nella lettura dei dati raccolti e nell'impostazione tattica della squadra. Bonimba lo ha raggiunto al cellulare per saperne di più sulla nuiova Inter: "Come giocheremo? In partenza sicuramente con il 4-3-3, ma quello che conta è l'interpretazione del match, la capacità di aggredire, dove si vuole recuperare il pallone e cosa se ne vuole fare quando si entra in possesso. Poi dipenderà anche dall'avversario. La rosa è di buon livello, ci sono tanti giocatori dall'ottima tecnica".

Santoni sarà l'anello di congiunzione tra De Boer e il mondo italiano. Di madre olandese, ha vissuto a lungo ad Amsterdam: "Con Frank ci conosciamo da tempo, ho lavorato con lui all'Ajax e anche dopo essere tornato in Italia siamo rimasto sempre in contatto. Ho mantenuto la casa ad Amsterdam e quando andavo su ci si vedeva insieme ad amici comuni". 

Qualcuno ha criticato la scelta di un allenatore con poca esperienza internazionale, ma Santoni non è d'accordo: "Lo si diceva anche di Garcia quando arrivò alla Roma. Frank sarà l'unico allenatore straniero della serie A e potrà contribuire all'innovazione del movimento. Poi starà a me aiutarlo a integrarsi negli usi e abitudini del calcio italiano. In Olanda ad esempio non si usa fare i ritiri".

Fino alla fine di luglio Santoni era convinto di dover proseguire il suo impegno con la Lazio, dove era stato promosso come allenatore della Primavera, dopo il passaggio di Simone Inzaghi alla prima squadra. "Ancora non so perché sia finito il mio impegno con la Lazio, alla fine di luglio mi hanno comunicato che non ero più parte dello staff". Poi l'improvvisa chiamata a Milano: "Essere l'unico italiano nel team di Frank non sarà un problema, a parte che anche tra i giocatori la componente italiana non è così ampia, poi c'è anche Michel Kreek, che ha giocato a Padova e Perugia". Per Santoni questa sarà un'esperienza importante sulla strada di diventare primo allenatore, "che è il mio sogno". 

Angelo Gregucci è arrivato il 18 luglio come viceallenatore di Roberto Mancini e con lui è stato esonerato l'8 agosto. Ventuno giorni da interista. Un record. "Un po' surreale, non immaginavo certo una storia così rapida. Sapevo di qualche incomprensione, ma pensavo le cose si potessero aggiustare". 

Gregucci è stato una colonna della Lazio per poi intraprendere la carriera da allenatore proprio insieme a Mancini. "Sono stato con lui a Firenze, quando ha fatto il suo esordio in panchina nel 2002 e con lui ho condiviso anche l'esperienza al Manchester City".

Allenatore dell'Alessandria in Lega Pro lo scorso anno, Gregucci non ha rimpianti per la scelta di aver seguito Mancini in questo epilogo di storia nerazzurra: "Quando ti chiama l'Internazionale Milano non puoi dire di no, e poi lavorare con Roberto è sempre un privilegio". 

Tempo per proporre idee non ne ha materialmente avuto: "Potevamo fare un buon lavoro di sinergia, sicuramente. Io ho curato la preparazione dei giocatori reduci dagli impegni con le nazionali, mentre Roberto era in tournée con il resto della squadra negli Usa. Posso dire di avere conosciuto dei ragazzi veramente in gamba. C'era anche una grande unione tra noi dello staff. Quando Mancini si è congedato, c'è stata una forte commozione".

Sul suo futuro non si sbilancia: "Aspettiamo, più avanti parlerò anche con Roberto. Vedremo. A lui comunque sono e sarò sempre riconoscente per questa chiamata e non solo".


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Filippo Nassetti