Inter, addio sogni Champions. Ma Pioli non può pagarne il conto...
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Inter, addio sogni Champions. Ma Pioli non può pagarne il conto...

La sconfitta con la Samp, la rimonta impossibile e la voglia di Suning di rilanciare con un tecnico come Conte in panchina

Il crollo contro la Sampdoria certifica la fine del sogno dell'Inter di completare la rimonta Champions League. I nerazzurri si sono arresi dopo aver accarezzato l'impresa e per la sesta stagione consecutiva resteranno fuori dall'Europa che conta: un colpo all'immagine e al bilancio, visto che i soldi dell'Uefa sono indispensabili per mettere in equilibrio costi e ricavi. Suning rilancerà, ma l'appuntamento non potrà essere fallito nel 2017 anche perché la riforma porterà in Champions le prime quattro della Serie A e stare ancora fuori sarebbe delittuoso.

L'Inter vede morire i sogni di rimonta perché è arrivata col fiato corto alla fase decisiva della stagione. Pioli è stato bravissimo a rimettere in carreggiata una squadra che a fine ottobre era moribonda, travolta dall'estate di Mancini e De Boer. In un girone L'esonero dell'olandese arrivò proprio dopo il ko a Marassi contro i blucerchiati: in un girone sono stati fatti 41 punti, una media che garantirebbe un posto in Champions League anche in un campionato a ritmi altissimi come questo. Invece l'handicap iniziale è stato impossibile da colmare.

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Le colpe di Pioli e il fantasma di Conte

Sul crollo dell'Inter pesano anche alcune colpe di Pioli. Nelle ultime due partite la squadra è stata incapace di difendere il vantaggio (è successo contro Torino e Sampdoria) conquistando un misero punticino: avesse tenuto botta, oggi sarebbe insieme alla Lazio all'inseguimento del Napoli con un calendario favorevole. La sconfitta con la Samp è spiegabile anche con qualche scelta poco comprensibile come la panchina di Kondogbia, che con Gagliardini rappresenta la coppia titolare a centrocampo, o la sostituzione di Perisic nel momento del massimo sforzo.

Un copione non inedito, visto che anche contro la Lazio in Coppa Italia le esclusioni di Gagliardini e Icardi fecero discutere e nel ko casalingo con la Roma - autentico spareggio Champions - Spalletti dominò tatticamente il confronto con l'allenatore nerazzurro. Insomma, responsabilità ci sono e vanno ammesse a patto di non dimenticare la cornice in cui ha lavorato Pioli, ovvero l'emergenza continua di non poter mai sbagliare.

La voglia di ripartire con un allenatore diverso...

Se il fantasma di Conte si aggirava per Appiano Gentile prima, a maggior ragione adesso Pioli deve guardarsi alle spalle. Far pagare a lui il conto della mancata rimonta è l'esercizio più facile per tifosi e società: non lo meriterebbe, ma il calcio va così e il fascino di prendere il numero uno potrebbe essere irresistibile per Suning che l'anno prossimo non vuole sbagliare.

Di sicuro Pioli si è meritato un 7 in pagella senza lode. Ora deve prendere almeno l'Europa League, possibilmente non dal sesto posto che significa preliminari ed estate rovinata (contratti per le tournèe in Asia compresi). Poi si vedrà. Un dato, però, va ricordato: dall'esonero di De Boer l'Inter viaggia alla media di 2,15 punti a partita. Fosse andata così dall'inizio oggi ne avrebbe 64, esattamente come il Napoli. Il responsabile del sesto naufragio Champions abita in Olanda e non ad Appiano Gentile.

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Giovanni Capuano